Recupero minusvalenze: guida per l’uso

14 Giugno 2023

recupero minusvalenze

Le minusvalenze sono le perdite che si verificano quando si vende un bene finanziario per un prezzo inferiore al suo costo di acquisto. Possono essere causate da vari fattori, come la volatilità dei mercati, gli errori di valutazione, le crisi economiche o le decisioni sbagliate. Scopriamole nel dettaglio.

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Minusvalenze: cosa sono

Le minusvalenze finanziarie sono le perdite che si verificano quando si vende un investimento finanziario a un prezzo inferiore a quello di acquisto. Si possono generare da diversi tipi di investimenti, come azioni, obbligazioni, fondi comuni, ETF, ETC, Certificates, derivati. 

Per recuperare le minusvalenze bisogna tenere conto del regime fiscale applicato (amministrato o dichiarativo) e della categoria di reddito (da capitale o diverso) a cui appartengono gli investimenti. Sono importanti da considerare nella gestione del proprio patrimonio, perché possono influire sulla tassazione e sul rendimento degli investimenti.

Come recuperarle?

Le minusvalenze possono avere un impatto negativo sul bilancio e sulla fiscalità di un investitore, ma possono anche essere recuperate in parte o in tutto con alcune strategie. Vediamo quali sono le principali:

  • Compensare le minusvalenze con le plusvalenze: questa è la strategia più semplice e consiste nel vendere altri beni finanziari che hanno generato una plusvalenza, cioè un guadagno rispetto al costo di acquisto. In questo modo, si riduce la base imponibile sulle plusvalenze e si abbassa il carico fiscale. Questa strategia è possibile solo se le minusvalenze e le plusvalenze sono realizzate nello stesso anno fiscale e se riguardano la stessa categoria di beni (mobili o immobili).
  • Portare in avanti le minusvalenze: conservare le minusvalenze per utilizzarle negli anni successivi per compensare eventuali plusvalenze future. Questa strategia è possibile solo se le minusvalenze non sono state compensate nello stesso anno in cui sono state realizzate e se riguardano beni mobili (azioni, obbligazioni, fondi, ecc.).
  • Riportare indietro le minusvalenze: recuperare le minusvalenze realizzate in un anno fiscale precedente per compensare le plusvalenze realizzate nell’anno corrente. Questa strategia è possibile solo se le minusvalenze riguardano beni immobili (terreni, edifici, ecc.) e se non sono state compensate negli anni precedenti.

Queste sono le principali strategie per recuperare le minusvalenze a livello finanziario, ma ci sono anche altre opzioni più complesse e rischiose, come il trading intraday, il trading a margine o l’utilizzo di strumenti derivati. Prima di adottare una di queste, è bene consultare un esperto finanziario o un commercialista per valutare i pro e i contro e le implicazioni fiscali.

Mitigare i rischi

Le minusvalenze finanziarie sono le perdite che si verificano quando si vende un titolo a un prezzo inferiore al suo costo di acquisto. Possono essere realizzate o potenziali: le minusvalenze realizzate si hanno quando si effettua la vendita del titolo, mentre le minusvalenze potenziali si hanno quando il titolo è ancora in portafoglio e il suo valore di mercato è inferiore al costo di acquisto.

Le minusvalenze finanziarie comportano dei rischi per gli investitori, in quanto riducono il capitale disponibile per nuovi investimenti e possono influire negativamente sulla redditività del portafoglio. Inoltre, possono avere delle implicazioni fiscali, in quanto possono essere compensate con le plusvalenze realizzate nello stesso periodo d’imposta, riducendo così la base imponibile.

Per limitare i rischi derivanti dalle minusvalenze finanziarie, gli investitori possono adottare alcune strategie, come:

  • Diversificare il portafoglio, investendo in titoli con caratteristiche e settori diversi, in modo da ridurre la correlazione tra i rendimenti e la volatilità dei singoli titoli.
  • Impostare dei limiti di perdita (stop loss), che consentono di vendere automaticamente un titolo quando il suo prezzo scende al di sotto di una certa soglia, limitando così le perdite potenziali.
  • Rivalutare periodicamente il portafoglio, verificando se i titoli in esso contenuti sono ancora in linea con gli obiettivi e il profilo di rischio dell’investitore, e se necessario apportare delle modifiche.
  • Adottare una visione a lungo termine, evitando di farsi influenzare dalle fluttuazioni di breve periodo del mercato e focalizzandosi sui fondamentali e sulle prospettive dei titoli scelti.

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