Opinioni sulle polizze Unit Linked: conviene investire in questi prodotti?

19 Aprile 2017

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Guida alle polizze unit linked: opinioni, vantaggi, costi e analisi della convenienza.

Articolo aggiornato il 16 novembre 2021

Cosa sono le polizze Unit Linked

Con il termine Unit Linked si intendono polizze assicurative del Ramo III il cui rendimento dipende dall’andamento di un paniere di fondi interni in cui i premi sono investiti. A differenza delle polizze del ramo 1, che grazie alla gestione separata garantiscono il capitale, le Unit espongono il cliente al rischio di perdita.

Esse sono anche differenti rispetto alle Index Linked. Questi ultimi, infatti, sono contratti assicurativi che garantiscono la restituzione del capitale alla scadenza, più una cedola premio il cui importo è commisurato all’andamento di un indice o di un paniere di attività finanziarie sottostanti.

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In caso di premorienza la Compagnia verserà agli eredi il valore attuale del “pacchetto” di fondi sottostanti, spesso con una maggiorazione percentuale.

Come funzionano le Unit Linked

Cosa offrono

Le polizze ramo III sono a tutti gli effetti prodotti finanziari, sebbene essi abbiano una veste assicurativa. Ciò significa che il capitale investito potrà subire delle perdite a seconda dell’andamento del paniere di fondi interni in cui si è scelto di investire.

Giova ricordare che tanto più il paniere è composto da prodotti azionari o settoriali/tematici ad alta volatilità, tanto maggiori saranno i rischi in caso di ribasso dei mercati. Il valore corrente delle polizze dipende, pertanto, da ciò che avviene al loro interno.

Per questo motivo è utile pensare a questi contratti come una sorta di contenitori, che fungono da involucro a fondi comuni di investimento. Spesso le polizze Unit Linked si accompagnano ad una garanzia in caso di morte. Se l’assicurato decede prima della scadenza contrattuale, in sintesi, gli eredi riceveranno un capitale pari al valore corrente del contratto più una sorta di premio.

È interessante notare che se le quotazioni saranno scese il premio in caso di premorienza non ce la farà a compensare il ribasso. In questo caso gli eredi riceveranno un capitale decurtato rispetto ai versamenti effettuati dal de cuius.

Recesso e riscatto

Il recesso da una polizza è possibile prima che siano trascorsi 30 giorni dalla firma del contratto. Trascorso questo periodo non si parla più di recesso ma di riscatto. Quest’ultimo è possibile dopo che siano trascorsi alcuni anni dalla stipula. Esso prevede, tuttavia, l’applicazione di una penale sotto forma di tunnel di uscita.

In pratica se si esce dopo il secondo anno la penale ammonterà, a titolo di esempio, al 4% del controvalore di mercato del contratto. Il disinvestimento fatto dopo tre anni comporta una penale del 3% e così via fino all’azzeramento completo.

Poiché si tratta di investimenti di lungo periodo è penalizzante liquidare questi contratti nei primi anni di vita degli stessi. Per questa ragione è consigliato tenervi i capitali investiti fino alla scadenza. Se, invece, si tratta di prodotti a vita intera il periodo di detenzione consigliato dalle Compagnie è di dieci anni.

Cosa avviene al capitale investito

I premi versati sono investiti, come abbiamo visto, in un paniere di fondi interni scelti dal cliente. Se il contratto prevede un caricamento iniziale, ossia una commissione di ingresso, il capitale messo a reddito sarà decurtato dell’onere. Se, al contrario, la polizza prevede un solo tunnel commissionale in caso di riscatto, il capitale impiegato sarà maggiore.

Occorrerà però mettere in conto che si andrà a pagare una penalizzazione nel momento del disinvestimento.

Una volta che il contratto sarà funzionante l’investitore avrà un certo numero di quote per ognuno dei fondi sottoscritti. Valorizzando ognuno di essi in base alla quotazione attuale e facendo la somma si avrà il valore corrente del proprio investimento.

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Vantaggi

Esenzione dalle imposte di successione

I capitali investiti non pagheranno le imposte al momento della successione. Ciò si traduce in un beneficio importante. Tuttavia se l’evento si verificherà avanti nel tempo i costi di gestione dei contratti potrebbero superare il risparmio fiscale.
Per tale ragione occorre essere molto cauti e attenti prima di investire in un prodotto come questo.

Esclusione dall’asse ereditario

Le somme impiegate non rientrano nell’asse ereditario. Ciò significa che è possibile designare come beneficiario della polizza un soggetto terzo, rispetto agli eredi. Questi ultimi, infatti, non potranno invocare la quota di legittima annullando la donazione.

Compensazione delle minusvalenze

Chi investe in ETF, o sottoscrive dei fondi comuni sa bene che le minusvalenze pregresse non si possono compensare con plusvalenze successive. Ciò si traduce in una sperequazione fiscale. Il cliente, infatti, paga delle imposte pur avendo delle posizioni che erano state chiuse in perdita.

Se gli stessi prodotti finanziari sono inseriti in una Unit Linked, invece, la tassazione riguarderà l’intero controvalore investito. In tale modo la compensazione di plus e minus avverrà in modo automatico, nel “contenitore”. Ciò permetterà un notevole risparmio di imposte ai clienti. Anche in questo caso, però, occorrerà valutare con attenzione se i costi non superino i benefici, invalidando il vantaggio fiscale.

Svantaggi e costi

Secondo uno studio fatto da IVASS queste polizze sono inutilmente costose. Il 30% dei contratti in circolazione, infatti, presenta costi compresi tra il 2,5% ed il 3,5% l’anno.

L’indicatore di costo RIY

ll Reduction in yield” (Riy), definito dalla normativa Priips, è molto importante. Esso, in breve, permette di testare l’onerosità di una polizza del terzo ramo misurando la riduzione attesa dei rendimenti causata dai vari costi (entrata, gestione, performance fees).

Tanto maggiore è il Riy tanto più alto è l’abbattimento del rendimento a causa degli oneri addebitati ai clienti. Solo il 40% dei contratti in circolazione ha una riduzione delle performance del 2,50%. Solamente sei polizze hanno un Riy pari o inferiore al 2%. Il 15% dei contratti, infine, ha un’abbattimento superiore al 4% annuo.

Le principali polizze Unit Linked italiane

Ecco, in breve, quali sono i principali emittenti a livello italiano. Tra parentesi il nome del prodotto (o dei prodotti) venduti.

Azimut (Az Galaxy, Az Navigator, Infinity e Az Navigator Plus), Banca Generali (BG Stile Libero), Arca , Aviva Life, Aza, CNP Unicredit Vita, Creditras, Eurovita, Fideuram (Vita Insieme, In Persona), Intesa San Paolo Life (Prospettiva 2.0, Exclusive Insurance), Mediolanum (Mediolanum My Life), Zurich. In particolare Eurovita nasce dalla fusione di Old Mutual Wealth Italy (ex Skandia) con Eurovita Assicurazioni e ERGO Previdenza.

Conclusioni e opinioni

Sottoscrivere una polizza Unit Linked non conviene, a meno che i costi siano drasticamente ribassati grazie alla concorrenza. La duplicazione di costi (sul contenitore e sul contenuto) rende questi contratti inutilmente cari.

Infine la commissione di uscita è penalizzante se il riscatto avviene nei primi anni. Se, al contrario, si porta la polizza in scadenza il valore finale sarà colpito dai costi di gestione addebitati per ogni singolo anno.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari

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