Imposta di bollo sui prodotti finanziari

22 Gennaio 2014

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Imposta di bollo sui prodotti finanziari: come si calcola, chi la paga, cosa colpisce

L’imposta di bollo sugli investimenti si qualifica come una vera e propria tassa sul risparmio. Essa ha carattere patrimoniale, perché colpisce la consistenza del patrimonio e non il reddito prodotto, soggetto ad una diversa forma di tassazione.

Fino al 2011 l’imposta sui conti titoli non c’era, esisteva solo la tassazione sui conti correnti, poi c’è stato un regime transitorio durante il quale il bollo era fisso a seconda dello scaglione di appartenenza del patrimonio. Infine si è passati ad un’imposta di tipo proporzionale.

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L’imposta di bollo sui prodotti finanziari è a carico del cliente, ma  è la banca presso cui abbiamo il conto ad occuparsi di tutti gli adempimenti. L’investitore non deve fare nulla né è necessario dichiarare alcun che in sede di dichiarazione dei redditi. Il pagamento della tassa avviene attraverso l’addebito del conto corrente o del conto deposito cui gli investimenti sono collegati.

Vediamo ora come l’imposta di bollo si applica alle diverse tipologie di prodotto finanziario e come fare per evitare di pagarla, quando possibile.

CONTI CORRENTI

L’imposta di bollo sui conti correnti si applica se la consistenza media trimestrale del conto (comunemente detta “giacenza”) supera i 5.000 € .

La tassa è pari a 34,20 € annui e si applica su ciascun conto corrente. Il modo migliore per evitare di pagare il tributo consiste nell’avere più conti correnti presso banche diverse, il cui saldo, singolarmente, è inferiore a 5.000 € come media trimestrale.

Questa operazione presenta però alcuni problemi di tipo pratico:

  • i conti correnti presentano dei costi di tenuta conto che a volte superano il beneficio derivante dal risparmio fiscale
  • l’investitore tipo che legge il sito Segretibancari.com ha una patrimonialità elevata, per cui è praticamente impossibile tenere il saldo del conto sotto la soglia in corrispondenza della quale scatta la tassazione.

Tieni poi presente che l’imposta, essendo fissa, diventa tanto più “leggera” quanto maggiore è il saldo del conto corrente.

Ad essere più penalizzati sono i conti correnti con saldo prossimo a 5.000 €; in questo caso il peso dell’imposta crescerà fino allo 0,684% per poi scendere allo 0,0342% per un saldo pari a 100.000 €. Tieni “pochi” soldi sul conto corrente, per quanto possibile, in modo da non pagare l’imposta. Oppure  cerca di tenerne il più possibile, in modo tale da diluire l’imposta pagata.

CONTI DEPOSITO

L’imposta di bollo è pari allo 0,20% annuo della consistenza del conto, senza esenzione alcuna.  Questo è molto importante perché, a differenza dei conti correnti, il numero di rapporti non incide sulla tassa totale che ti troverai a pagare.  Potrai quindi suddividere il tuo patrimonio tra tutti i conti deposito che vorrai senza per questo subire alcuna penalizzazione in termini fiscali.

Immagina, ad esempio, di avere un solo conto deposito con un saldo di 200.000 €. L’imposta di bollo ammonterà a 400 €. Se sceglierai di avere quattro conti deposito, ciascuno per 50.000 €, pagherai 100 € di tassa su ognuno di essi per un totale pari sempre a 400 €.

Poiché l’imposta di bollo si calcola sulla consistenza del deposito al momento dell’invio dell’estratto conto, se vuoi evitare di pagare la tassa trasferisci i tuoi soldi dal conto deposito al conto corrente qualche giorno prima della fine dell’anno (o del semestre o trimestre, a seconda della periodicità dell’estratto conto). In questo modo pagherai i 34,20 € di imposta sul conto corrente ma eviterai l’imposta più “pesante” sul conto deposito.

Ricorda poi di mettere le cose a posto subito dopo, per evitare di perdere gli interessi maturati.

CONTI TITOLI

L’imposta di bollo sui conti titoli è pari allo 0,20% annuo del controvalore di mercato dei prodotti finanziari che hai in portafoglio. Ancora una volta ciò che conta è il dato a fine periodo. Ogni anno la banca valorizza il tuo dossier titoli e calcola l’imposta moltiplicandone il valore corrente per lo 0,20%.

A differenza della tassazione sulle rendite finanziarie che colpisce solo gli utili, l’imposta di bollo sui prodotti finanziari si determina in ogni caso, anche se i tuoi investimenti sono in perdita.

Se temi di perdere i tuoi soldi investendo tutto il tuo capitale con una banca, non aver paura di diversificare. In modo identico a ciò che accade ai conti deposito, il bollo sui prodotti finanziari è proporzionale e non è influenzato dal numero di conti presso cui il patrimonio è suddiviso.

Per evitare di pagare  il tributo dovresti vendere tutti i titoli prima di fine anno e ricomprarli i primi giorni dell’anno successivo, ma l’operazione non è conveniente, a meno che tu non abbia delle minusvalenze da recuperare.

I costi di compravendita, il fatto di stare fuori dai mercati, e le oscillazioni di prezzo dei titoli oggetto delle operazioni potrebbero facilmente annullare i risparmi ottenuti a livello fiscale, senza contare che l’operazione andrà ripetuta come minimo una volta l’anno (o anche ogni 3 mesi a seconda della periodicità dell’estratto conto).

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari

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