Wall Street Black Monday 1987: il giorno della memoria

23 Ottobre 2017

Il 19 ottobre 1987 passò alla storia come il lunedì nero di Wall Street. Ricordare le cause del crollo della borsa di allora ci impedirà di commettere gli stessi errori.

Sembrava un giorno come tanti altri. Ma al termine delle negoziazioni l’indice Dow Jones perse 508 punti registrando, in una sola seduta, un calo del 22,61%, innescando il panico tra gli investitori e facendoci ricordare quanto le azioni siano rischiose nel breve periodo e senza un metodo per gestire le posizioni.

Diverse furono le cause del crollo della borsa di quel lontano giorno di ottobre 1987, e conoscerle può aiutarci a diventare investitori più consapevoli che non commettono il medesimo errore del passato.

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LE TRE CAUSE DEL CROLLO DI WALL STREET

I motivi per cui la borsa Usa crollò furono sostanzialmente tre:

  • il ribasso del prezzo del petrolio
  • le tensioni belliche con l’Iran
  • il rallentamento dell’economia Usa.

A posteriori è facile attribuire delle cause ad un fenomeno passato, ma si tratta di un esercizio dalla scarsa utilità pratica. La domanda corretta da porsi è: “ci sono dei segni premonitori che indicano l’arrivo della crisi?” ed ” Oggi la situazione è diversa o ci sono delle inquietanti analogie?”

CI SARA’ UN NUOVO BLACK MONDAY A BREVE?

Da più parti si sente dire che la borsa Usa è sopravvalutata e che ci sono rischi di un ribasso imminente. In effetti ci sono alcune analogie pericolose con il lunedì nero del 1987, se ci pensi bene:

  • le tensioni militari con la Corea del Nord
  • un possibile rallentamento dell’economia Usa
  • una serie storica di rialzi notevoli che ha portato lo S&P 500 verso nuovi massimi.

Inoltre c’è molta fiducia circa il fatto che le Banche Centrali interverranno in caso di disastro rimettendo a posto le cose in breve tempo ed in modo indolore.

Come avrai capito non c’è una risposta univoca alla domanda, ma lascia che ti dica due cose. Anzitutto la diversificazione è la base di ogni strategia di investimento e non passerà mai di moda. Per te che vuoi sapere dove investire oggi ho preparato Investment Club che ti illustrerà come facciamo a costruire un portafoglio equilibrato e a prova di crisi.

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La seconda cosa che voglio dirti emerge dall’analisi di un grafico che riporta l’andamento storico del P/E (o PE) ovvero del Price Earning Ratio, il rapporto tra le quotazioni della borsa Usa e gli utili delle società ammesse alle quotazioni:

Come vedi il rapporto PE è su livelli superiori rispetto al massimo di periodo registrato negli anni ’20, ma è ancora parecchio inferiore al massimo registrato prima delle due grandi crisi che abbiamo vissuto negli anni 2000-2002 e 2007-2009.

Dal punto di vista dei fondamentali, dunque, la borsa Usa non è sopravvalutata come sembra a prima vista. La situazione appare migliore di qualche mese fa quando parlavo di un possibile storno della borsa Usa e la volatilità si è ridotta di parecchio.

Se confronti il PE di oggi con il livello che ha preceduto la Grande Depressione, ricorda comunque che la composizione dell’indice di oggi e quello di allora sono profondamente diverse e che un più corretto confronto dovrebbe tenere conto del tasso di inflazione.

Quello che è anomalo, e che deve attivare un campanello di allarme, è la volatilità di Wall Street, ai minimi storici come mostra il grafico dell’indice Vix:

crollo borsa 1987 indice VIX

LE REGOLE SENZA TEMPO PER NON RESTARE BRUCIATI

Un crollo improvviso della borsa è sempre possibile. E quando ci sarà stato saremmo tutti bravi a spiegarne le ragioni, ma ormai il danno sarà fatto. Esistono alcuni indicatori che ci dicono quando le economie iniziano a rallentare e questo è il primo campanello di allarme che deve suonare. Ma neppure loro sono perfetti, purtroppo.

Ecco allora che la cosa migliore da fare è costruire un piano di investimento in due tempi che si articoli in due fasi:

  • definizione della perdita massima sopportabile ed accettabile dall’investitore
  • ottimizzazione del rischio definito al punto precedente grazie ad un sistema dinamico di ingresso/uscita in grado di anticipare, con buona approssimazione, l’andamento delle economie e dei loro mercati finanziari.

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