Tassazione rendite finanziarie in Italia, la guida completa

26 Aprile 2023

tassazione rendite finanziarie

Ecco la guida completa che tutti gli investitori stavano aspettando: scopri come gestire la tassazione sulle rendite finanziarie.

Le rendite finanziarie sono i redditi che derivano da investimenti di natura finanziaria, come ad esempio la compravendita di azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento, ecc. 

Sono soggette a tassazione in Italia secondo le norme previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e dal Decreto Legge n. 66 del 2014, che ha introdotto una flat tax del 26% su gran parte di questi redditi. Scopriamo di più.

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Le tipologie di rendite finanziarie

Le rendite finanziarie si possono distinguere in due grandi categorie: i redditi di capitale e i redditi diversi di natura finanziaria.

I redditi di capitale sono quelli che derivano da partecipazioni in società o enti, come ad esempio i dividendi distribuiti dalle società per azioni o le quote di partecipazione nelle società a responsabilità limitata. 

Sono tassati con un’aliquota del 26%, salvo alcune eccezioni previste dalla legge (ad esempio, i dividendi provenienti da partecipazioni qualificate sono tassati con l’IRPEF).

I redditi diversi di natura finanziaria derivano da impieghi di denaro o altri beni in attività finanziarie, come ad esempio gli interessi maturati su conti correnti, depositi, obbligazioni, ecc. 

Anche questi redditi sono tassati con un’aliquota del 26%, salvo alcune eccezioni previste dalla legge (ad esempio, gli interessi sui titoli di Stato e equiparati sono tassati con un’aliquota del 12,5%).

I soggetti interessati

La tassazione delle rendite finanziarie interessa sia i soggetti residenti che i soggetti non residenti in Italia.

I soggetti residenti hanno la residenza fiscale in Italia secondo i criteri stabiliti dal TUIR (ad esempio, avere il domicilio o il centro degli interessi vitali in Italia per la maggior parte dell’anno). Devono dichiarare e pagare le imposte su tutte le rendite finanziarie percepite, sia quelle prodotte in Italia che quelle prodotte all’estero.

I soggetti non residenti non hanno la residenza fiscale in Italia secondo i criteri stabiliti dal TUIR. Devono dichiarare e pagare le imposte solo sulle rendite finanziarie prodotte in Italia, mentre sono esenti da tassazione quelle prodotte all’estero.

La determinazione dell’imponibile

L’imponibile delle rendite finanziarie è costituito dalla differenza tra i proventi e le spese relative agli investimenti finanziari. In generale, l’imponibile si determina secondo il principio di cassa, cioè si considerano i proventi e le spese nel momento in cui sono effettivamente percepiti o sostenuti. 

Tuttavia, ci sono alcune eccezioni a questo principio, come ad esempio il regime del risparmio gestito o il regime del risparmio amministrato.

L’attuale tassazione delle rendite finanziarie

Le rendite finanziarie derivano dall’impiego di capitale in vari strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, fondi comuni, conti correnti, ecc. Questi redditi sono soggetti a una tassazione specifica, che varia a seconda della tipologia e della provenienza degli stessi.

La tassazione delle rendite finanziarie in Italia è stata modificata nel 2014 con il decreto legge n. 66/2014, che ha introdotto una flat tax del 26% su quasi tutti i proventi finanziari. Questa aliquota sostituisce l’IRPEF e si applica sia ai residenti che ai non residenti. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni e agevolazioni per alcuni tipi di rendite finanziarie.

Gli obblighi dichiarativi

Le rendite finanziarie sono soggette a una ritenuta alla fonte operata dagli intermediari finanziari (banche, Poste, broker, ecc.) che versano i proventi ai contribuenti. Questa ritenuta ha natura di imposta sostitutiva e quindi libera il contribuente da ulteriori adempimenti fiscali. In altre parole, le rendite finanziarie non vanno dichiarate nel modello 730 o nel modello Redditi.

Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui è necessario indicare le rendite finanziarie nella dichiarazione dei redditi. Questi casi riguardano:

  • i proventi esteri per i quali non è stata applicata la ritenuta alla fonte in Italia o per i quali è possibile chiedere il rimborso della doppia imposizione;
  • le plusvalenze realizzate con la vendita di partecipazioni qualificate (cioè superiori al 2% del capitale sociale o al 20% dei diritti di voto) in società residenti o non residenti;
  • le minusvalenze derivanti dalla vendita di strumenti finanziari che possono essere compensate con le plusvalenze degli anni successivi;
  • le opzioni per la tassazione sul realizzato o per l’aliquota ridotta sui redditi da previdenza complementare.

In questi casi, le rendite finanziarie vanno indicate nel quadro RT del modello Redditi o nel quadro RW se si tratta di investimenti detenuti all’estero.

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari

44 Commenti

  1. marco

    Giacomo, grazie per la spiegazione. Il ragionamento mi sembra chiaro e semplice pensando a strumenti finanziari con cedola. Non capisco se è applicabile anche a strumenti tipo etf che semplicemente replicano un indice. Mi sembrerebbe che questo ragionamento non si applica a questo caso. Sbaglio?

  2. Sergio

    Ciao Giacomo, l’aumento riguarda anche le plusvalenze sui titoli (oggi al 20%) ?

  3. vincenzo

    Come sempre ottimo articolo, molto chiaro. Mi rimane un dubbio sugli etf: finora avevo preferito quelli a distribuzione, cioè quelli che pagano un dividendo, per avere un reddito supplementare. Ma se la tassazione sale al 26%, cioè oltre un quarto del dividendo, forse è meglio acquistare etf a capitalizzazione?
    Grazie

  4. Marcello

    …e se uno ha, ad esempio, un “congruo” bond con scadenza Giugno 2014 ?
    A lasciarlo scadere si incapperebbe nella nuova tassazione, ma allo stesso tempo vendendolo prima della scadenza si pagherebbero le commissioni, bisogna fare due calcoli.

  5. Marcello

    Resto invece un po’ piu’ perplesso su sio’ che potrebbe accadere ai prezzi di etf azionari e obbligazionari…

  6. roberto

    Ciao Giacomo,
    per il prestito titoli di TDS(titoli di stato italiani ed europei) la tassazione rimane invariata (oggi al 12,50%) o verra’ aumentata ?

  7. Gianfranco

    Post illuminante, come sempre. Ottimo Giacomo!
    In relazione a quanto spieghi, potrebbe essere conveniente vendere ora bond su cui si è in guadagno, ricavando una plusvalenza, per poi riacquistarli a un prezzo più basso dopo il rialzo dell’aliquota, che ne pensi? Vorrei chiederti, poi, se il ragionamento che hai fatto per le obbligazioni può ritenersi valido anche per le azioni e gli Etf.
    Un abbraccio.

  8. Raffaele

    Caro Giacomo,come dici,mi conviene vendere tutti i Btp e Btpi che ho in portafoglio?Visto che il mio portafoglio e’quasi tutto composto da Btp?Saluti

  9. Marco

    Sui btp e titoli di stato in generale la tassazione rimane la stessa. É scritto a inizio articolo, quindi eviterei di vendere.

  10. grisostomo

    Anch’io ho tutti titoli di stato in portafoglio….
    mica ch’ho voglia di suicidarmi ,tanto pago
    meta’ tasse,ed il portafoglio e’ tutto bello verde.
    Impostare una strategia di investimento,penso
    sia un bene,che poi sia efficace e redditizia,e’
    un assioma tutto da dimostrare,e peggio
    ancora difficile da realizzare.

  11. Alex

    Io ho tutto il portafoglio in BTP…sarò anche un suicida ma per ora sono a 30 mila euro in più in conto capitale di quanto investito inizialmente…con cedole al 6 e 5%…

  12. Alessandro

    Considerando che gli investitori istituzionali sono lordisti (quindi per loro l’aumento della tassazione dal 20% al 26% non cambierà niente) c’è il rischio che il prezzo dei bond non sia influenzato dall’aumento della tassazione, perché la maggior parte del volume scambiato (ammesso che sia vero: è soltanto una mia ipotesi) è dato proprio dagli investitori istituzionali?

  13. raffaelediva

    L’aumento dal 20% al 26% è un altro modo per affossare le aziende che dovranno pagare piu’ interessi per essere competitivi rispetto allo stato, se non sbaglio i titoli statali sono nelle mani dei privati per il 5% del complessivo, sara’ forse una manovra per renderli piu attraenti in modo tale che fra 2/5 anni aumentano i tassi e crollando i corsi , il privato perdera’ in conto capitale in caso di vendita anticipata rispetto alla scadenza ? del resto a fine 2011 quanto i corsi dei btp erano stracciati il Tizio allo sportello sconsigliava l’acquisto perchè secondo loro i btp erano troppo pericolosi e nel frattempo le banche facevano man bassa all’acquisto con i soldi prestati dalla BCe al 1%
    Grazie

  14. Antonio

    La tassazione sugli interessi dei conti deposito rimarrà al 20% oppure salirà al 26%?

  15. Giacomo

    @ Marco
    Purtroppo sì, perché gli ETF sono dei contenitori il cuo prezzo risente dell’andamento delle quotazioni dei titoli in esso contenuti, quindi le sorti degli ETF sono le stesse dei titoli che hanno in ‘pancia’.
    Un abbraccio e buona settimana.

  16. Giacomo

    @ Marcello
    Proprio così. Inoltre bisogna valutare il prezzo del titolo, perché se è sopra 100 può addirittura oconvenire la vendita anticipata a resciendere dalla futura tassazione. Fai i tuoi calcoli e postali qui o mandami una email e ti aiuterò nella valutazione.

  17. Giacomo

    @ Marcello
    Purtroppo “lo scopriremo solo vivendo”, perché al di là delle ipotesi è impossibile sapere le cose in anticipo. Un abbraccio e buona settimana.

  18. Giacomo

    @ Roberto
    Dovrebbe restare al 12,50% perché la tassazione relativa ai proventi dei titoli di stato non è in discussione…

  19. Giacomo

    @ Gianfranco
    Sì, il ragionamento è assolutamente valido anche se non bisogna mai basare le proprie scelte di investimento solo su considerazioni di natura fiscale. Non è detto che il prezzo dei bond, nella pratica, scenda dopo l’aumento della tassazione, per cui fare una mera speculazione non ha senso.
    Certo è che se il bond è in utile allora hai un motivo in più per venderlo 🙂

  20. Giacomo

    @ Raffaele
    Assolutamente no, sia perché i BTP non sono toccati dalla nuova tassazione si aperché prima di vendere bisogna sapere che cosa comprare. Se hai un programma di investimento in cui è prevista una riduzione del ‘peso’ dei BTP allora procedi, ma non muoverti “tanto per”.

    Per qualunque cosa sono qui per te. Fatti risentire…

  21. Giacomo

    @ Grisostomo
    Concordo in pieno. E’ FONDAMENTALE avere una strategia per investire i propri soldi. Essa viene prima di tutto, per cui se non l’avete già impostata fatelo ora. Un abbraccio…

  22. Giacomo

    @ Alessandro
    Ni, nel senso che la mia ipotesi di partenza (tutti ‘nettisti’) non èvera ma nemmeno falsa. purtroppo è impossibile sapere in anticipo cosa accadrà. Ad esempio i titoli a tasso variabile non dovrebbero avere oscillazioni di prezzo consistenti, vero? Eppure nel 2008 anche i CCT persero circa il 10% del loro valore. Il bello in finanza è che certezze assolute non ce ne sono…
    Un abbraccio e a presto!!

  23. Giacomo

    @ Raffaele
    Certo che l’aumento della tassazione aumenterà l’effetto “spiazzamento” dei titoli pubblici a scapito di quelli privati inasprendo le difficoltà creditizie in cui versano le imprese.
    Ottima osservazione Raffaele!!

  24. Giacomo

    @ Antonio
    Purtroppo salirà al 26% come per tutti gli strumenti finanziari. Un caro saluto.

  25. Giacomo

    @ Vincenzo
    No, perché la tassazione colpisce anche le plusvalenze di quelli ad accumulazione. L’unico effetto che ottieni scegliendo questi ultimi è di posticipare il momento del pagamento ma nulla di più.
    Grazie per i complimenti e a presto!!

  26. Christian

    Se compro uno dei conti deposito che paga in anticipo gli interessi e lo faccio entro aprile
    pago il 20% anche se sono gli interessi anticipati dei 2 anni successivi?Grazie

  27. adriano

    Carissimo Giacomo,
    se tutta la plusvalenza sulle obbligazioni che potrei vendere è assorbita dalle minusvalenze degli anni precedenti,
    è ancora valida la convenienza della vendita? Questo per usufruire della mancata tassazione e poi comunque dovrei vendere a fine aprile e riacquistare a maggio sperando nella diminuzione dei prezzi?
    Sarebbe troppo bello, forse c’è qualcosa che mi sfugge che tu senz’altro saprai evidenziare.
    Grazie
    Adriano

  28. Giacomo

    @ Christian
    Non so risponderti con precisione. penso però che la banca ti applichi il conguaglio addebitandoti una maggiore imposta 8del 26%) sottraendola dal saldo alla scadenza. Lo Stato è avido e non penso si lasci sfuggire questa occasione.
    Un caro saluto e resta con noi!!

  29. Giacomo

    @ Adriano
    Purtroppo certezze non ve ne sono e tentare la sorte vendendo nella speranza di ricomprare a prezzi più bassi può essere fuorviante.
    Di certo l’aumento dell’aliquota fiscale creerà una necessità di adeguare la deducibilità delle minusvalenze (forse ci sarà un altro affrancamento?) per cui la vendita anticipata è senza dubbio da valutare.

  30. fausta73

    potrei sbagliarmi, ma ho letto su diversi quotidiani che i conti deposito conservano la tassazione al 20%. A chi credere?

  31. Alessandro

    Il maggior volume totale scambiato dei bond è dovuto agli investitori istituzionali oppure agli investitori non istituzionali?

    Il dubbio mi sorge perché penso che è vero che gli istituzionali scambiano grossi volumi , però sono pochi investitori, mentre i non istituzionali scambiano piccoli volumi, ma sono molti investitori: ovviamente è soltanto una mia ipotesi .

  32. Giacomo

    @ Fausta73
    Come sempre bisognerà attendere che la legge (o il decreto) sia approvato perché prima si parla solo di ipotesi.
    Un caro saluto e a presto!!

  33. Giacomo

    @ Alessandro
    Impossibile ‘distinguere’ da dove arrivino gli ordini, per lo meno per un soggetto ‘normale’ come noi… Solo chi è nelle sale operative può comprendere da dove arrivini i flussi finanziari…

  34. daniel

    Ciao Giacomo ottimo post come sempre.
    Quindi possiamo dire che se ho intenzione di comprare qualche etf o qualche titolo di stato che ho visto nel portafoglio di trend e strategie mi conviene effettuare l’operazione dopo che sia uscito il decreto sulla tassazzione del 26%?
    Come posso replicare il portafoglio di trend e strategie se il mio capitale è di soli 5mila euro?
    Grazie e Buona giornata

  35. Alessandro

    Pensavo che, mediamente, la differenza di volumi scambiati totali tra istituzionali e non istituzionali fosse talmente diversa che anche senza i dati reali si potesse sapere chi scambia in totale di più.

  36. Giacomo

    @ Daniel
    Secondo me non conviene attendere, perché l’impatto della tassazione sul controvalore degli strumenti finanziari è tutt’altro che scontato. Replicare il portafoglio con 5.000 euro è praticamente impossibile perché il capitale a disposizione non consente una ottimizzazione dei costi.

    Dovresti scegliere solo due tra gli strumenti finanziari suggeriti ma questo mina la diversificazione e l’efficacia della strategia. Per qualunque cosa sono a tua completa disposizione. Un abbraccio.

  37. Giacomo

    @ Antonella
    Interessante ma a mio avviso troppo macchinosa. si tratterebbe di fare un passso indietro rispetto all’imposta sotitutiva, ripristinando la tassazione ‘per scaglioni’ che a pochi piace. Tant’è che pure per gli affitti è stata sostituita con la “cedolare secca”.

  38. roberto

    Ciao Giacomo ,
    avendo minusvalenze da recuperare entro il 2015 conviene vendere btp in quadagno prima della nuova tassazione (quindi nuovo affrancamento) oppure no?

    grazie

  39. Giacomo

    @ Roberto
    E’ una buona idea. Ma solo se hai individuato delle alternative di investimento. La variabile fiscale è importantissima per la gestione di un portafoglio ma non deve arrivare per prima. Prima scegli un piano di investimento e poi otimizzi la fiscalità, dove possibile…

  40. anna

    Ciao Giacomo, ho dsinvestito degli eurobond su cui è ‘ stata applicata ritenuta fiscale del 26%. Poi me li hanno investiti in quote del loro borsello liquido (abbinato al c/c) per ‘sbaglio’ (errore che poi il promotore ha riconosciuto, avendo io firmato precedentemente di mettere la somma sul c/c). Cosi’ ho visto altre ritenute-spese, penso di commissioni per trasferire la somma sul c/c. C’e’ una voce (minuscapitale+spese) che penso si riferisca proprio infatti a quello. . Come poter farmi non addebitare spese extra per un errore causato dal promotore o sua segretaria disattenta? I sistemi automatizzati non considerano l’errore dei loro dipendenti e quindi deve pagare il cliente? Grazie mille se puoi rispondermi, ciao.

  41. Giacomo

    @ Anna
    I sistemi automatici non possono riconoscere l’errore, ma la mano umana invece sì. Se il promotore sbaglia dovrebbe risarcire il cliente attraverso l’accredito delle somme sottratte per errore; nel caso in cui ciò non fosse possibile dovrebbe mettere lui mano al portafoglio e regolarizzare le cose. Fai un reclamo scritto alla banca in cui esponi le tue ragioni e chiedi il rimborso di quanto addebitato in modo scorretto. Ti risponderanno in modo formale e probabilmente sarà la banca stessa a porre rimedio.

  42. Rossano

    Ha senso creare una minusvalenza vendendo titoli in perdita al solo fine di evitare di pagare tasse su di una plusvalenza che si è certi che si verificherà perché, ad esempio, si ha in animo di vendere un btp il cui prezzo attuale e più alto di quello di acquisto?

  43. Giacomo

    @ Rossano
    Sì ha senso. La cosa importante è vendere prima il titolo in perdita per creare la minus e poi il titolo in utile per creare la plus.

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