Coinbase, criptovalute e finanza decentrata: Krakatoa in arrivo?

28 Aprile 2021

La performance di Coinbase riaccende i riflettori sul futuro delle criptovalute. A complicare il quadro si aggiunge la finanza decentrata.

Coinbase

Il +30% in un giorno fatto dal titolo Coinbase il 14/4/2021, in occasione dell’approdo sul NASDAQ, riaccende il dibattito sulle criptovalute. La questione è interessante, poiché tocca da vicino un tema caro all’investitore che si domanda se sia ancora caso di comprare.

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In sintesi, Coinbase ha visto un’esplosione di clienti nel primo trimestre del 2021. Il loro numero è cresciuto di 13 milioni, mentre la compagnia ha raggiunto i 90 miliardi di dollari di asset. Dopo un boom iniziale, però, la quotazione è scesa. Il futuro di Coinbase è la cifra di ciò che attende le criptovalute, l’asset finanziario più discusso negli ultimi anni.

Siamo di fronte ad una bolla finanziaria o ad un’opportunità imperdibile? Dovremmo passare dallo status di (ex) Bot people a quella di bitcoinpeople?

A complicare il quadro si aggiunge lo sviluppo della finanza decentrata, vero perno del processo di disintermediazione del credito che potrebbe gettare altra benzina sul fuoco della speculazione.

La finanza decentrata

Le criptovalute e la finanza decentrata si completano a vicenda. I rischi sono la creazione di una colossale bolla speculativa che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Le piattaforme di finanza decentrata permettono di eseguire, in pochi secondi, le più tradizionali operazioni finanziarie senza il ricorso ad una banca. A titolo di esempio è possibile ottenere un finanziamento istantaneo, depositando cryptocurrency come garanzia.

L’erogazione del finanziamento avviene in meno di un minuto. La crescita della finanza decentrata non è un fenomeno nuovo. Al contrario essa si inserisce nel processo di disintermediazione del credito in atto dagli anni ’90. Ciò che impressiona è la velocità con cui il settore è cresciuto e il pericoloso legame con il mondo delle crypto.

Secondo defipulse sulle piattaforme “defi”, decentralized finance, girano oggi 50 miliardi di dollari. In definitiva sembra che tutti i tasselli vadano a comporre un mosaico inquietante. Non essendo banche, le piattaforme defi sfuggono al controllo delle autorità di vigilanza. La deregolamentazione rischia di creare i presupposti per una bolla colossale che prima o poi potrebbe esplodere.

Il futuro delle criptovalute

Quando scrissi che, a mio avviso, il bitcoin era sopravvalutato fui attaccato pubblicamente. Era il 2017 e la valuta quotava circa 18.000 $. Nei mesi successivi sprofondò a 3.500 $, bruciando i sogni e i soldi di chi era entrato al picco.

Oggi siamo intorno a 50.000 $ e la corsa della più famosa delle criptovalute sembra essere inarrestabile. Marketing e tecnologia si sfidano in un prodigioso duello. Il rischio è che lo sviluppo delle currencies assuma i connotati di una esuberanza irrazionale.

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In definitiva la situazione che si sta creando ricalca, per molti versi, la bolla high tech del 2000 che chi scrive conosce molto bene, poiché all’epoca era un gestore private di un importante banca italiana. Ecco, in sintesi, i punti di contatto tra le criptovalute e i titoli TMT del ventennio scorso.

Liquidità abbondante

Lo chiamavano “il Maestro”. Ma il disastro che compì fu chiaro solo dopo. L’enorme massa di liquidità che Alan Greenspan, Presidente della FED, immesse nel sistema economico fu il combustibile della grande bolla di fine millennio.

Oggi, come allora, c’è una liquidità abnorme sui mercati. Denaro immesso da Governi e Banche Centrali che cerca di essere impiegato in modo redditizio. Al di fuori dagli schemi. Ma che potrebbe essere travolto da uno tsunami senza precedenti.

Pulsione speculativa e arricchimento a breve termine

Il desiderio di vedere crescere di continuo il proprio capitale spinge molte persone a comprare criptovalute. L’impazienza più l’adrenalina attivano aree specifiche del cervello, fino a innescare reazioni pericolose. In sintesi, ignari risparmiatori producono valute da zero (minando), oppure le comprano nella speranza di venderle a prezzi più alti.

Quando l‘avidità delle masse entra in gioco le persone perdono la lucidità. E finiscono, nella maggior parte dei casi, sbrindellate in un colossale trita soldi.

Narrazione

Affinché una bolla si gonfi è necessaria una narrazione coerente. Nel 2000 il mantra era: “crescita economia continua in assenza di inflazione“. Oggi, per quanto riguarda le cripto, è la tecnologia. Il nuovo dio che sta cambiando le nostre vite, insieme con la solita espressione “questa volta è diverso“. Le quattro parole più pericolose che l’investitore possa pronunciare. Parola del leggendario John Templeton.

Mito della bolla azionaria

Chi teme che i mercati azionari siano in bolla compra bitcoin per proteggersi. Ma così passa da un mercato che, tutto sommato, è correttamente valutato (le azioni) ad uno che potrebbe implodere da un momento all’altro (le criptovalute).

Non sto dicendo che non vada bene, in assoluto, avere bitocoin et similia in portafoglio. Sto affermando, al contrario, che è indispensabile mantenere la lucidità e comprare attività finanziarie con la stessa parsimonia con cui si scelgono le verdure. Non i profumi. Ancora una volta il consiglio non è mio, ma di Benjamin Graham, altro leggendario investitore.

Cosa fare?

La corsa delle criptovalute ha raggiunto una rapidità tale da aver creato i presupposti per una bolla speculativa. Ma se i presupposti ci sono non è detto che il mercato crolli oggi stesso. Inoltre è assolutamente plausibile supporre che la mia analisi sia del tutto errata.

Per questo motivo, chi se la sente, potrà comprare un controvalore massimo del 2-3% del proprio portafoglio di criptovalute. Ma non dovrà eccedere oltre questa soglia e, soprattutto, mettere in conto che potrebbe perdere per intero il capitale. La restante parte del patrimonio, invece, potrà essere investita secondo logiche diverse.

Lunedì 3 maggio 2021 alle ore 21 affronteremo, in diretta live ed in modo completo ed esaustivo, il tema dei portafogli permanenti che rappresentano un’alternativa più tradizionale all’investimento. Scopri di più.

Think different. Invest differently.

Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari