Mercati finanziari 2020: cronaca di un disastro annunciato

8 Giugno 2020

Mercati finanziari 2020 cronaca di un disastro annunciato

Il crollo dei mercati finanziari nel 2020 era nell’aria. Ma sono stati gli errori prevedibili commessi dagli investitori che sono costati migliaia di euro.

Mercati finanziari 2020: le premesse del crollo

Pensare che la discesa dei mercati finanziari del 2020 fosse del tutto inattesa è sbagliato. Già nel 2019, infatti, c’erano state indicazioni di una possibile correzione.

A titolo di esempio i clienti dell’Investment Club erano stati avvertiti. A loro, inoltre, avevamo indicato la nostra posizione in proposito e detto cosa fare. Quello che nessuno immaginava, tuttavia, erano la velocità e l’intensità del crollo.

Ecco, in breve, le premesse per quello che sarebbe diventato uno dei peggiori ribassi della storia dei mercati.

Alternanza di anni

I ribassi dei mercati sono fenomeni ciclici. Secondo uno studio fatto dal Sole24 ore, infatti, essi sono più frequenti di quanto si creda. In breve:

  • ribassi del 5% o più accadono ogni 6 mesi
  • discese del 10% una volta ogni 2 anni
  • tonfi del 15% una volta ogni 3,5 anni
  • crolli del 20% o più una volta ogni 6 anni.

Dopo un 2019 scoppiettante era logico attendersi una pausa. In aggiunta è utile ricordare che il 2020 non è ancora finito, per cui tutto può ancora cambiare.

Mercati in crescita, economia in rallentamento

Nonostante una recessione così forte non fosse prevista era noto che le economie stavano rallentando. Stati Uniti e Cina, infatti, erano alle prese con una crescita che dava evidenti segni di cedimento.

La crescita delle quotazioni azionarie, seppur lontana dalla creazione di una bolla, prima o poi avrebbe dovuto adeguarsi.

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Tensioni economiche e politiche

La guerra commerciale tra USA e Cina si è allargata diventando una questione politica oltre che economica. Il predominio tecnologico nel campo della trasmissione dati 5G è solo un esempio.

Inoltre l’uccisione del generale Soleimani ha acuito le tensioni tra gli Stati Uniti e il Medio Oriente, favorendo un clima di instabilità che non piace ai mercati.

Crescita del debito

Sebbene le quotazioni non fossero in una bolla speculativa è innegabile che l’iniezione di liquidità da parte delle banche centrali abbia avuto effetto. Queste ultime, in definitiva, hanno permesso la creazione di più debito e hanno, in una certa misura, inflazionato le quotazioni di tutti i titoli.

Le conseguenze del crollo per gli investitori

Il comportamento autolesionista degli investitori ha reso drammatico il crollo dei mercati finanziari nel 2020. Gli errori commessi, in breve, hanno avuto due conseguenze.

Da un lato essi erano prevedibili ed evitabili. Dall’altro, invece, hanno contribuito ad amplificare la caduta. Fare le cose giuste in un frangente come quello è stato difficile. Ma chi ha seguito le indicazioni date all’interno del servizio Investment Club ha superato con successo anche questa fase.

Enfasi sul breve periodo

Il 2019 è stato un anno molto buono. A causa di ciò molti investitori hanno razionalizzato la propria “avidità”. Essi, in definitiva, hanno corso rischi eccessivi nella convinzione di “seguire il mercato” e uscire per tempo.

La mancata consapevolezza del fenomeno del ritorno in media ha ingannato gli investitori. Questi ultimi, infatti, credevano che il rialzo continuasse in modo indefinito.

Travaso tardivo della liquidità

A causa della scarsa redditività dei prodotti obbligazionari banche e consulenti hanno incoraggiato in ritardo la sottoscrizione di fondi bilanciati. Poiché questi ultimi devono per forza comprare azioni, essi hanno contribuito alla crescita delle quotazioni.

Per contro l’investitore non attento alle proprie scelte si è trovato in casa un portafoglio troppo rischioso. A causa di ciò molti hanno venduto non appena le cose si sono messe male.

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Market timing

L’investitore inconsapevole ritiene, a torto, che per guadagnare sia necessario entrare e uscire dal mercato. Vendendo durante il crollo queste persone hanno consolidato una perdita. Al tempo stesso essi hanno mancato il rimbalzo successivo.

In altre parole, gli investitori si sono fatti condizionare da ciò che stavano vedendo e non da cosa li avrebbe aspettati poi. A causa del market timing l’investitore Usa ha perso in media il 50% delle performance.

A fronte di un guadagno medio annuo del 9,96% dell’S&P 500, infatti, l’investitore ha portato a casa solo il 5%. Tentare di “tradare il mercato” è un gioco perdente.

Controllare l’andamento futuro dei mercati è impossibile. Tuttavia chi controlla se stesso nell’applicazione disciplinata di un metodo rigoroso alla lunga guadagna. A patto di essere seguito da un professionista che lo supporta.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari