
Esiste un modo legale per pagare meno tasse sugli investimenti e ottimizzare la tassazione del capital gain.
Tassazione capital gain
La tassazione delle attività finanziarie, purtroppo, non riguarda solo i frutti distribuiti. Al contrario le imposte colpiscono anche il capital gain, ossia il guadagno in conto capitale.
In particolare, la tassazione delle rendite finanziarie prevede che le aliquote di tassazione si applichino indistintamente a tutti i proventi, ma con modalità diverse.
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Tassazione di interessi e dividendi (cedole)
Il momento in cui scatta l’imposizione è la data di pagamento del provento. Intendo dire, infatti, che l’imposta funge da “ritenuta alla fonte“. In altri termini, quando un titolo stacca una cedola essa viene accreditata sul conto corrente al netto dell’imposta.
Inoltre la tassazione dei frutti pagati non permette alcuna compensazione. Se hai delle minusvalenze pregresse non c’è modo di recuperarle.
Imposta sul capital gain
A differenza del caso precedente, l’imposta sul capital gain è dovuta solo nel momento in cui il titolo sottostante è venduto. Si tratta, in sintesi, di una imposta sul realizzato e non sul maturato.
In aggiunta a ciò, i redditi soggetti a tassazione possono essere compensati con minusvalenze precedenti. Ne segue che non tutta la differenza tra il prezzo di vendita di un titolo e il controvalore di acquisto sarà tassata.
Se abbiamo realizzato una vendita in perdita nei precedenti 4 anni questo rappresenterà un onere deducibile che abbatterà l’imponibile tassato.
Come pagare meno tasse sugli investimenti
Un primo modo per pagare meno tasse sui capital gain consiste nel compensare le minusvalenze.
Tuttavia, poiché molti lettori di Segreti Bancari non hanno singoli titoli ma ETF, la strada precedente non è percorribile.
L’ottimizzazione fiscale degli ETF
Sappiamo che il capital gain derivante dalla vendita di un ETF è un reddito di capitale. Pertanto non puoi compensarlo se hai delle minusvalenze precedenti in portafoglio. Queste, infatti, sono classificate come redditi diversi.
E’ tuttavia possibile abbattere l’incidenza fiscale attraverso una semplice accortezza: scegliere gli ETF ad accumulo e movimentare il portafoglio lo stretto necessario.
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Gli effetti benefici del differimento temporale
A titolo di esempio, immagina di aver investito 100.000 € in un portafoglio che ti offre il 6% medio annuo composto. Si tratta, in breve, del rendimento atteso in futuro da un portafoglio aggressivo accuratamente ottimizzato e diversificato.
Se l’ETF è ad accumulo la tassazione verrà differita al momento della vendita. La tabella che segue mostra come il rendimento netto effettivo cresca grazie al trascorrere del tempo:

Si tratta di una vera e propria “chicca”. Se da un lato non è possibile “compensare” le plus degli ETF, dall’altro è possibile reinvestire i proventi lordi e ritardare il pagamento del tributo.
Non è un caso, poi, che al crescere del tempo di detenzione cresca anche il rendimento netto. Grazie al differimento dell’imposta avremo la possibilità di far rendere al tasso lordo anche i soldi da versare in tasse.
Il prestito gratuito che lo Stato ci offre ha benefici effetti sul rendimento finale, come puoi vedere anche dal grafico:

La parola agli scettici
Come è giusto che sia, qualcuno sarà scettico. Obietterà che i mercati fluttuano ed il 6% non è costante, ecc. Onestamente sono d’accordo, ma nel lungo andare la sostanza non cambia.
Inoltre il mio non è un invito all’immobilismo finanziario. Concordo nel dire che quando è il momento opportuno modifiche ai portafogli vanno fatte. Tuttavia le compravendite affrettate e il turnover eccessivo del portafoglio vanno evitati accuratamente.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari
Buon giorno,
non riesco a capire il calcolo in base al quale il rendimento netto aumenta e la tassazione diminuisce. Fra il primo e il secondo anno, in base ai calcoli che ho fatto io, il rendimento netto salirebbe al 4,57 e non al 4,47…mi faresti un esempio, per cortesia? Grazie.
@ Pievittorio
La tassazione resta uguale. E’ l’incidenza della stessa a ridursi per effetto del reinvestimento dei proventi al tasso lordo. Il secondo anno il capitale si rivaluta del 6% e passa da 106.000 € a 112.360. L’imposta è pari al 26% di 12.360 ossia 3.213. Il montante netto è di 109.146. (109146/100000)^0,5-1=4,47%.
Caro Giacomo Saver
Complimenti per l’eccellente lavoro !
Ho letto alcuni dei suoi libri e segue con interesse Segreti Bancari !
La tabella riguardo la incidenza della tassazione con ETF ad accumulo è veramente bella.
Sarebbe bello vedere una tabella simile con gli ETF a distibuzione.
Grazie in anticipo e complimenti ancora
@ Fabrizio
Ti ringrazio. Se vuoi approfondire l’argomento permettimi di segnalarti i nuovi corsi di A Scuola di Investimenti. Nel livello Personal c’è, tra le altre cose, un approfondimento relativo all’ottimizzazione fiscale.
Un caro saluto.
Non capisco!
Se io investo 100.000 Euro, e dopo 30 anni ne guadagno 474.349,12 (Tot 574,349) pagherò 123.330,17 che è esattamente il 26% del mio guadagno di 474.349,12.
Da dove salta fuori l’aliquota indicata di 14,18%?
Pagherò esattamente l’ETF come se un azione aumentasse del 6% all’anno!
@ Elio
Vero. Durante tutto questo periodo, però, reinvesti i proventi al lordo e paghi l’imposta solo alla fine. Se invece la tassa si applicasse annualmente, come accadde nel 2000 con l’equalizzatore fiscale, il guadagno finale sarebbe minore.
Buongiorno Giacomo,
è possibile conoscere la formula di calcolo dell’aliquota di tassazione? Per esempio il 25,45% ottenuto il secondo anno. Grazie in anticipo. Elisabeth
Buongiorno e grazie per l’eccellente articolo.
Io comprai un ETF a Distribuzione (MSCI index world) un paio di anni fa e vorrei sostituirlo per un ETF in Accumulazione dello stesso tipo.
Mi sapreste consigliare il modo piu’ efficiente per farlo dal punto di vista della tassazione.
la ringrazio molto in anticipo per la risposta.
Davide
@ Davide
Se ha comprato due anni fa l’ETF è probabile che ora sia in forte guadagno. La vendita del titolo per comprarne un altro ad accumulazione le imporrebbe il pagamento di una plusvalenza immediata. Valuti bene se ha senso fare il cambio o se, piuttosto, non sia meglio nel caso specifico tenere il prodotto “vecchio”.