E’ tempo di investire in Europa?

11 Settembre 2019

Conviene investire in Europa? Le azioni europee hanno buone probabilità di rendere meglio di quelle americane?

Investire in Europa: analisi storica

Chi si accinge ad investire in azioni si domanda, giustamente, quale sia l’area geografica da preferire.

In particolar modo il “duello” riguarda gli Usa e l’Europa. Alcuni analisti ed esperti, infatti, tendono a preferire l’Europa per evitare il rischio di cambio con il Dollaro. Altri, al contrario, preferiscono gli Usa, sostenendo che se questi scendono l’Europa segue.

Per comprendere meglio la convenienza o meno ad investire in Europa, è utile fare un’analisi storica. Sebbene gli indici Morgan Stanley siano disponibili dal 1969, l’analisi che segue inizia dal 31 dicembre 1998, data a partire dalla quale esiste l’Euro.

Per prima cosa notiamo che esiste una fortissima correlazione di lungo periodo tra l’andamento delle azioni Usa e quelle Europee. Intendo dire che, ragionando in Euro, il grado di interdipendenza è pari al 92,91%.

In secondo luogo notiamo che il rendimento medio annuo composto di un investimento negli Usa è stato del 6,47%, mentre per l’Europa il dato si ferma al 4,47%.

Infine i due mercati hanno mostrato caratteristiche simili sia dal punto della persistenza dei trend (al rialzo o al ribasso), sia sotto il profilo della volatilità. In particolare la deviazione standard dei rendimenti dell’MSCI Usa è stata del 14,86%. La volatilità dell’MSCI Europe, invece, è stata del 15%.

Quanto e quando investire? Lascia che ce ne occupiamo noi.

Un esame più approfondito

Sebbene l’esame del passato sia utile, è un errore ribaltare i dati storici nel futuro.

Prima di vedere quali ragioni ci spingono ad essere ottimisti sull’Europa per i prossimi anni, soffermiamoci un istante sul grafico che segue:

Le linee verde e grigio chiaro mostrano l’andamento dei due indici (scala di sinistra). La linea grigia scura, al contrario, mostra la forza relativa dell’Europa sugli Usa (scala di destra).

Nonostante l’America sia stata più profittevole, su un periodo complessivo di 21 anni, c’è stato un periodo in cui l’Europa ha reso di più. Esso abbraccia gli anni 2002 – 2007, in modo particolare.

Non si tratta di un dato casuale, poiché gli Usa si sono trovati a smaltire gli eccessi della bolla speculativa del 2000. La cosa interessante è notare come la ripresa del mercato azionario statunitense, post recessione 2008, sia stata più veloce rispetto alle azioni europee.

La velocità di reazione è stata causata, verosimilmente, dal pronto intervento della Fed, che ha subito iniettato liquidità nel sistema. L’Europa, invece, ha offerto una risposta più frammentata che si è tradotta in un recupero più lento del mercato azionario.

Tre ragioni per investire in Europa oggi

Esistono tre motivi per cui l’investimento in azioni Europee oggi sarebbe da preferire rispetto a quelle americane. Esaminiamoli in dettaglio.

Valutazioni più profittevoli

Il livello dell’indice price/earning è più basso per le azioni europee rispetto a quelle americane. In altri termini, mentre gli Usa quotano 21 volte gli utili, l’Europa è ferma a 15.

Se l’andamento dei due mercati tende a convergere nel lungo periodo, esso può significare solo due cose. Gli Usa perderanno di più dell’Europa; l’Europa guadagnerà più degli Usa.

Massimo pessimismo

Il rallentamento della locomotiva tedesca, causato dal crollo delle esportazioni e dalla crisi dell’industria automobilistica, induce al pessimismo.

Tuttavia la storia insegna che i migliori affari si fanno proprio nei momenti in cui l’incertezza diventa palpabile, mentre il pessimismo dilaga.

Populismo calante

Con l’elezione di Ursula Von Der Leyen si respira una nuova atmosfera europeista. Se il probabile allentamento del Patto di Stabilità avvicinerà i popoli Europei è probabile che l’intero Continente diventi più coeso e si incammini verso un nuovo sentiero di crescita economica.

Incertezze e dubbi

Nonostante lo scenario appaia favorevole all’Europa, è bene evidenziare alcune criticità.

Forza relativa storicamente debole

Sebbene vi siano stati momenti in cui l’Europa ha reso di più degli Usa, di solito è accaduto il contrario. Intendo dire che pur considerando l’effetto valutario il mercato azionario statunitense ha reso di più di quello europeo.

Inoltre l’elevata correlazione tra i due fa sì che un ribasso negli Usa, causato magari dall’arrivo di una recessione, si propagherebbe subito anche oltre oceano.

Capacità di reazione limitata

Mentre gli Stati Uniti d’America sono una confederazione di Stati, in Europa non esiste nulla di ciò. A titolo di esempio è utile ripercorrere la Grande Crisi del 2007 – 2008. Mentre gli Usa hanno mostrato compattezza nella risposta, l’Europa si è mostrata più frammentata.

Sebbene la BCE disponga di un board di altissimo profilo, essa ha meno leve di manovra rispetto alla Fed, a causa delle lotte intestine all’interno dell’Unione.

Per concludere manca una politica fiscale comune,che sarebbe un ottimo elemento di stimolo dell’economia se solo potesse essere usato in modo armonico.

Conclusioni

La scelta se investire oggi in Europa o no è assolutamente soggettiva. I fattori esaminati non sono esaustivi. Al contrario occorre mettere in conto una bona dose di incertezza, dal momento che il futuro è ignoto a tutti.

Una volta fissata la propria strategia di portafoglio, usando i suggerimenti contenuti nel corso A Scuola di Investimenti , ogni lettore sarà in grado di fare la scelta migliore.

Un leggero sovrappeso dell’Europa rispetto agli States, in molti casi, potrebbe essere un buon compromesso.

Think different, invest differently

Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari