Reinvestimento dei Proventi

2 Febbraio 2018

In che modo il reinvestimento degli utili eleverà le performance?

Il reinvestimento consiste nell’utilizzare i proventi di un investimento finanziario, sia esso un’azione, un’obbligazione o un ETF, per comprare altre quote dello stesso, invece di usare le somme pagate per le nostre spese personali.

Reinvestire i guadagni

Attraverso il reinvestimento l’investitore rinuncia a spendere i proventi incassati per metterli a reddito, ottenendo un incremento più rapido del capitale nel corso del tempo.

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Sebbene sia apparentemente una “questione da poco”, nel lungo periodo il reinvestimento dei proventi eleverà il capitale finale. Immaginiamo, ad esempio, di avere investito 100.000 € in un prodotto finanziario che ci darà in media il 5% l’anno per i prossimi 10 anni.

Senza reinvestimento dei guadagni il capitale finale ammonterà a 150.000 €. Reinvestendo i proventi nello stesso titolo avremmo, invece,  162.900 €, grazie alla magia della capitalizzazione composta.

Ovviamente tanto maggiore è il tasso e tanto più lungo il periodo di investimento, maggiore sarà la somma finale che otterremo.

Servizi-Segreti Bancari

Il Reinvestimento Manuale

Reinvestire i proventi può addirittura trasformare un’operazione in perdita in una in utile. Ma come fare, in concreto, per mettere in pratica questa strategia? Un primo modo consiste nell’usare un conto apposito dedicato agli investimenti. In questo modo i proventi pagati dai titoli che abbiamo in portafoglio non si mischieranno con i nostri redditi e con le spese quotidiane, ed il saldo del conto esprimerà con esattezza quanto abbiamo guadagnato.

Non appena la cifra sarà sufficiente per ripagarci dei costi bancari potremo usarla per comprare altri titoli che già abbiamo in portafoglio, reinvestendo manualmente i proventi.

Questo modo di procedere è la via obbligata per tutti quei prodotti finanziari che pagano cedole periodiche, come le azioni, le obbligazioni o gli ETF con dividendi.

Esso tuttavia presenta due tipi di inconvenienti:

  • è una pratica fiscalmente inefficiente, perché i proventi pagati vengono tassati alla fonte, per cui l’importo reinvestito sarà minore
  • occorre agire manualmente, scegliendo volta per volta dove investire e facendo attenzione a non inserire ordini per importi troppo piccoli, penalizzati dal “peso” dei costi bancari

Il Reinvestimento Automatico

Utilizzando appositi strumenti finanziari è possibile reinvestire automaticamente i proventi. In questo modo eviteremo di pagare delle imposte sui guadagni realizzati, il reinvestimento avverrà automaticamente e non dovremo attendere di disporre di una cifra minima.

Reinvestire i proventi ti permetterà ottimizzare il carico fiscale, grazie al fatto che le tasse saranno pagate solo al momento della vendita. Il valore di mercato di un ETF o di un fondo che reinveste i proventi crescerà più velocemente di uno che paga frutti periodici, a motivo del fatto che i guadagni vengono reimpiegati in modo automatico.

Se scegli di investire in fondi ricorda che è sempre meglio scegliere una classe ad accumulazione che una a distribuzione con reinvestimento automatico. La seconda opzione, a differenza della prima, reinveste i soli dividendi netti con uno svantaggio fiscale evidente.

Ricorda che è sempre possibile trasformare un ETF (o un fondo) ad accumulazione in uno a distribuzione: se ti servono soldi potrai sempre fare il calcolo della plusvalenza e vendere un numero di quote pari a quell’importo. In questo modo limiterai l’impatto fiscale al momento del rimborso parziale, perché la tassazione colpisce la differenza tra prezzo di vendita e costo medio di acquisto. Lo Stato non sa che stai incassando i profitti…

Ovviamente quando venderai tutto pagherai le imposte che oggi hai risparmiato, ma differire il pagamento delle tasse in  futuro ti permetterà di ottenere i vantaggi della capitalizzazione composta.

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