Guerra in Ucraina e mercati finanziari: guida all’operatività

9 Marzo 2022

guerra ucraina e mercati finanziari

I mercati finanziari sono stati scossi dalla guerra in Ucraina, che rischia di durare più del previsto inserendosi in un contesto globale già in fase di deterioramento. Le cose importanti da sapere e le contromosse dell’investitore consapevole per trasformare la crisi in opportunità.

Lo scenario geo politico

“Ho autorizzato un’operazione militare speciale in Ucraina“. Con queste parole il presidente russo Vladimir Putin dava al mondo la notizia dell’invasione dello Stato, avvenuta all’alba del 24 febbraio 2022. Nei giorni precedenti incontri diplomatici, smentite e dichiarazioni contrastanti avevano tenuto banco.

Ma ora la guerra è una realtà con cui tutti noi dobbiamo fare i conti. L’isolamento russo da parte del mondo occidentale, avvenuto a colpi di sanzioni, crea una rottura che non sarà sanabile nel breve periodo. Parlando ad un’audizione in Senato Mario Draghi ha detto che teme che siamo solo all’inizio di un processo di ridefinizione degli equilibri mondiali.

Il mondo sta cambiando rapidamente i propri assetti gettando i mercati nella più grande incertezza.

I mercati ti fanno paura? Affidati a noi.

Conseguenze economiche del conflitto

La guerra in Ucraina ha innescato un rialzo dei prezzi dei beni energetici, gas e petrolio in primis. Gli arabi al momento sono alla finestra e non hanno aumentato la produzione di petrolio. Anche i cereali sono destinati a crescere. Una quota importate di essi, infatti, arriva proprio dalle nazioni coinvolte.

La scarsità di mais avrà effetti importanti sul prezzo dei prodotti finiti. Gli agricoltori ucraini, in breve, non potranno procedere con la semina creando, automaticamente, una penuria dal lato dell’offerta. Russia e Ucraina, insieme, producono il 25% del frumento mondiale.

Le sanzioni durissime che il mondo occidentale ha imposto all’invasore russo avranno effetti devastanti sull’economia sovietica, ma anche ripercussioni sul resto del mondo. Le aziende operanti ad est, in particolare, vedranno una riduzione del proprio fatturato a causa della chiusura delle filiali e del crollo della domanda.

L’Europa sarà quella che pagherà il prezzo più alto. Gli Stati Uniti, infatti, sono più autosufficienti dal lato degli approvvigionamenti energetici.

Effetti della guerra sui mercati finanziari

I mercati azionari hanno reagito con brutalità all’attacco russo. In modo particolare gli indici europei hanno subito un progressivo peggioramento mano a mano che le attese di una fine rapida del conflitto svanivano. Le azioni europee, sintetizzate dall’indice Euro Stoxx 50, hanno perso, al 7 marzo, il 20% circa. Particolarmente colpito è l’indice Dax, che lascia sul campo il 25%.

Euro stoxx 50

Dal punto di vista valutario il dollaro, tradizionale bene rifugio, si è apprezzato scendendo fino a 1,08 contro euro. Si tratta del livello più basso dal marzo 2020 quando scoppiò la pandemia.

eur usd

Anche il Franco Svizzero si è apprezzato moltissimo. Dopo aver abbandonato la soglia dell’1,20 contro euro la Banca Centrale Elvetica ha permesso una libera fluttuazione della valuta, che si è rapidamente portata alla parità con l’euro.

eurchf

Oro e titoli indicizzati all’inflazione, entrambi presenti nei nostri portafogli, hanno retto bene il colpo schizzando verso l’alto. Le obbligazioni dapprima sono scese, in seguito ai timori di una stretta monetaria, per poi riprendere quota nella loro nuova veste di bene rifugio.

Guida per l’investitore

Cosa deve fare ora l’investitore? Di fronte ad un crollo verticale delle quotazioni, il primo impulso che si ha è quello di fuggire. “Vendo tutto prima di perdere il miei soldi“. Questo è il mantra che nella nostra trentennale esperienza abbiamo sentito ripetere più e più volte, nei momenti di crisi.

La paura, benché irrazionale, è palpabile. Essa deriva da un errore cognitivo molto chiaro, noto con il nome di “recency” o “effetto recenza”. Esso afferma che le persone tendono a proiettare nel futuro l’andamento che una certa grandezza ha avuto nel recente passato.

Si tratta ovviamente di uno sbaglio costoso, poiché spinge le persone a vendere quando ormai i buoi sono fuggiti dalla stalla. Ecco allora una guida ragionata all’operatività.

Diversificare

La guerra in Ucraina ha colpito duramente l’azionario europeo. Tuttavia altre parti del mondo sono state preservate. A titolo di esempio l’indice azionario globale in euro rappresentato dall’MSCI World ha perso il 10%. La metà di quanto è scesa l’Europa.

L’indice MSCI Pacific ex Japan, forte della presenza dell’Australia e delle sue materie prime, è praticamente in pari dal 1 gennaio. Chi ha diversificato il portafoglio in modo equilibrato non ha nulla da temere. Potranno esserci altri ribassi, è ovvio, ma prima o poi le cose cambieranno in meglio.

Stare fermi

Correre a vendere dopo che il mercato è sceso non è mai una buona idea. La storia dimostra che, nel lungo periodo, i ribassi sono occasioni straordinarie per ottenere performance eccezionali. In definitiva la ragione per cui le azioni rendono così tanto, nel tempo, è che temporaneamente subiscono importanti battute di arresto.

Durante le crisi finanziarie o economiche, come in questo caso, l’orizzonte temporale si accorcia. Gli investitori si preoccupano per ciò che potrà accadere da qui a qualche mese. Ma nei prossimi anni il mondo troverà un nuovo equilibrio e si andrà avanti, come è sempre successo.

Comprare ora!!

Si tratta della scelta più coraggiosa, ma quella che, nel tempo, porterà ai migliori risultati. Ovviamente non sappiamo quando i mercati toccheranno il minimo. E nemmeno quando rivedremo i massimi precedenti. Però il fatto che il pessimismo sia palpabile è un ottimo segnale per l’investitore in cerca di occasioni.

Il leggendario investitore John Templeton diceva che “comprare quando tutti vendono disperatamente richiede il più grande coraggio, ma pagherà la più alta delle ricompense“. Certo, andare contro corrente non è facile. Questa è la ragione per cui tutti investono ma pochi ottengono performance significative, nel lungo andare.

L’investitore saggio farà bene a sfruttare l’andamento ondivago dei mercati a proprio vantaggio. Restando fermo, nel peggiore dei casi, e accumulando azioni per chi se la sente. I mercati, nei prossimi anni, ripagheranno il coraggio mostrato in queste situazioni.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari