Il VIX: cos’è, come funziona, cosa anticipa

8 Luglio 2024

Indice VIX

Hai già sentito parlare di questo “indice della paura” ma non sai esattamente come funziona? Scopriamo cos’è l’indice VIX, come si calcola, come funziona, e come usarlo nelle tue scelte di investimento.

Quando la volatilità del mercato aumenta o diminuisce, i siti web finanziari, i blogger, i social media, i giornali e i commentatori televisivi fanno tutti riferimento al VIX: è un indice di riferimento progettato specificamente per tracciare la volatilità dell’S&P 500

La maggior parte degli investitori che hanno familiarità con il VIX lo chiamano comunemente “indicatore della paura”, perché è diventato un proxy della volatilità del mercato. Il VIX è stato creato dal Cboe Global Markets (CBOE), originariamente noto come Chicago Board Options Exchange.

Il Volatility Index (VIX) è un indice in tempo reale che rappresenta le aspettative del mercato sulla forza relativa delle variazioni di prezzo a breve termine dell’indice S&P 500. Essendo derivato dai prezzi delle opzioni sull’S&P 500 con scadenza a breve termine, genera una proiezione a 30 giorni della volatilità

La volatilità, ovvero la velocità di variazione dei prezzi, è spesso considerata un modo per misurare il sentiment del mercato, e in particolare il grado di paura degli investitori.

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Cos’è la volatilità?

La volatilità è una misura statistica della dispersione dei rendimenti di un determinato titolo o indice di mercato. Nella maggior parte dei casi, più alta è la volatilità, più rischioso è il titolo. La volatilità viene spesso misurata in base alla deviazione standard o alla variazione dei rendimenti dello stesso titolo o indice di mercato.

Nei mercati mobiliari, la volatilità è spesso associata a forti oscillazioni in entrambe le direzioni. Ad esempio, quando il mercato azionario sale e scende di oltre l’1% per un periodo di tempo prolungato, si parla di mercato volatile. La volatilità di un’attività è un fattore chiave nella determinazione del prezzo dei contratti di opzione.

Volatilità storica e volatilità implicita

La volatilità implicita, nota anche come volatilità prevista, è una delle metriche più importanti per i trader. Come suggerisce il nome, consente di determinare quanto sarà volatile il mercato in futuro. Questo concetto offre ai trader anche un modo per calcolare la probabilità.

Chiamata anche volatilità statistica, la volatilità storica misura le fluttuazioni dei titoli sottostanti misurando le variazioni di prezzo in periodi di tempo predeterminati. È meno diffusa rispetto alla volatilità implicita perché non è orientata al futuro.

Come negoziare il VIX

Il VIX ha aperto la strada all’utilizzo della volatilità come asset negoziabile, anche se attraverso prodotti derivati. La CBOE ha lanciato il primo contratto futures negoziato in borsa basato sul VIX nel marzo 2004, seguito dal lancio di opzioni sul VIX nel febbraio 2006.

Questi strumenti consentono un’esposizione pura alla volatilità e hanno creato una nuova classe di attività. I trader attivi, i grandi investitori istituzionali e i gestori di hedge fund utilizzano i titoli legati al VIX per la diversificazione del portafoglio, poiché i dati storici dimostrano una forte correlazione negativa della volatilità con i rendimenti del mercato azionario, ossia quando i rendimenti azionari scendono, la volatilità sale e viceversa.

Gli investitori possono prendere posizione sul VIX attraverso contratti futures o opzioni, oppure con ETF basati sul VIX. Ad esempio, il ProShares VIX Short-Term Futures ETF (VIXY) traccia un determinato indice variante del VIX e prende posizione in contratti futures collegati.

Perché fare trading sul VIX? Le ragioni sono essenzialmente due:

  • speculare a breve termine
  • diversificare il proprio portafoglio finanziario grazie ad un prodotto negativamente correlato con le azioni.

A titolo di esempio chi ha investito nella borsa USA e teme un ribasso delle quotazioni nel breve termine potrà comprare l’indice della volatilità. In questo caso se il mercato scenderà le perdite potranno essere compensate, in tutto io in parte, dall’apprezzamento del VIX, se ciò si accompagna ad una volatilità in salita.

Gli strumenti da usare

CFD

I CFD, ovvero i contratti per differenza, permettono di guadagnare sulla variazione di prezzo dell’indice tra la data di apertura e di chiusura di una posizione. Le plusvalenze sono tassate al 26%; esse, tuttavia, sono compensabili con minus precedenti.

Barrier

Sono contratti che replicano il sottostante in modo preciso, senza effetto leva. Esse si chiudono automaticamente se il prezzo del mercato sottostante raggiunge il livello da te scelto, meglio noto come livello di knock-out, limitando così il tuo rischio. Si tratta comunque di strumenti molto speculativi che l’investitore farà bene ad evitare.

Speculazione rialzista (long)

Chi va “lungo” su un sottostante scommette sulla rivalutazione dello stesso. In particolare chi apre una posizione long sul VIX è una persona che teme un improvviso aumento della volatilità, con conseguente calo del mercato.

In sintesi può trattarsi di:

  • un trader che voglia speculare in caso di impennata della volatilità
  • un investitore che voglia proteggere il proprio capitale da possibili ribassi.

Speculazione ribassista (short)

Andare short sul VIX significa scommettere in una fase di tranquillità dei mercati. Una salita “senza traumi” dell’S&P 500, infatti, comprimerebbe la volatilità e con essa l’indice della paura.

Usare il VIX come copertura

Quando il VIX è basso, la correlazione negativa con l’indice S&P 500 rende possibile l’utilizzo delle opzioni VIX come copertura per proteggere il portafoglio da un crollo del mercato.

Il rischio di ribasso può essere adeguatamente coperto acquistando opzioni put, il cui prezzo dipende dalla volatilità del mercato. Gli investitori più accorti tendono ad acquistare opzioni quando il VIX è relativamente basso e i premi delle put sono convenienti. 

Tali opzioni put protettive diventano generalmente costose quando il mercato è in ribasso; pertanto è meglio acquistarle quando la necessità di tale protezione non è ovvia (ossia, quando gli investitori percepiscono il rischio di ribasso del mercato come basso).

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari

17 Commenti

  1. Alessandro

    Caro Giacomo,
    La ringrazio per questo post che, a mio avviso, casca a pennello.
    Osservando il grafico del dow si nota che, da alcune sedute, l’indice sta facento fatica disegnando un paio di minimi decrescenti.
    Ma questo lascia il tempo che trova.
    La cosa che invece potrebbe avere un forte impatto sui mercati e’, stando ad alcuni recenti articoli di autorevoli quotidiani nazionali, l’imminente scoppia di ua bolla del credito cinese.
    Si tratta del Peer 2 Peer, ossia il credito tra privati.
    Pensa che sia davvero un rischio imminente?
    Un Suo giudizio su quanto da me espresso mi farebbe piacere.
    Buon lavoro

    Alessandro

  2. Giacomo

    @ Alessandro
    Onestamente è da anni che si parla di un possibile crollo della borsa cinese che nel frattempo tra alti e bassi ha retto bene i colpi. Credo che le possibilità di cadute siano limitate dal fatto che a livello fondamentale (di rapporto prezzo/utili) la borsa cinese sia tra le più economiche al mondo e questo – in linea teorica – dovrebbe offrire un cuscinetto di protezione contro possibili contraccolpi provenienti dall’economia reale.
    Un caro saluto e grazie per i complimenti!!

  3. Danilo

    Ciao Giacomo ottimo articolo, ho avuto modo di studiare le opzioni ed effettivamente il Vix l’indice della volatilità implicita del sentiment degli operatori di borsa è fondamentale e va guardato insieme alla volatilità storica.
    Diciamo che operando in opzioni un Vix tra il 18 e 25 di valore è ottimo per operare nel breve periodo con opzioni a scadenza30/50 giorni…. io opero con la tecnica Vertical spread ovvero vendita combinata(ordine combo) di opzione sell e call. Certo quando il Vix è molto basso si rischia di perdere con un’operatività di vendita di opzioni dato che all’alzarsi della volatilità implicita aumenta anche il premio d’acquisto del contratto d’opzione. Valore esplicito = tempo x volatilita
    Di solito la volatilità implicita(VIX) aumenta quando gli operatori non hanno garanzie e sicurezza dell’andamento del mercato e valori alti del vix a valori maggiori di 35 vuol dire panico e vendita di azioni…infatti sopra il valore di 25 è consigliabile vendere solo opzioni call ( bear call spread) o non operare.

  4. Daniele

    Gent.lissimo Giacomo

    Copio incollo un articolo apparso sul sole 24 ore cortesemente trasmesso da un utente di un Forum.
    Contiene 5 elementi “predittori” di una bolla ed imminente …. crollo dei valori azionari .

    Volevo, se possibile, sapere il Tuo parere … concordi?
    …………………………………………………………………………………………………………………………..
    Giorni fa mi sono annotato quanto segue; preso dal “sole24***”:

    21/01/2014 Come si fa a capire se i mercati sono entrati in bolla?

    Ecco i cinque indicatori d’allarme Wall Street al massimo, come il Dax tedesco. Piazza Affari è tornata ai livelli pre-crisi del 2011. Senza dimenticare quello che sta accadendo almercato dei bond sovrani della periferia dell’Eurozona, i preferiti in questo momento dagli investitori internazionali. Ma secondo molti esperti quando c’è troppa euforia aumentano i rischi che sui mercati si stia creando una bolla. Ecco i segnali da monitorare per capire quando un investimento si trova in un campo minato
    di Vito Lops

    1. Come si fa a capire se i mercati sono entrati in una bolla / Se l’indice Vix supera quota 17

    L’indice Vix esprime la volatilità dei mercati. Più ce n’è e più trader e scalper (quelli che effettuano tante singoli operazioni compiute nell’arco di una giornata, ossia intraday) ci guadagnano. Ma allo stesso tempo più è alta e maggiori sono le probabilità che sul mercato possa abbattersi uno tsunami. E’ quello che è successo nel settembre 2008 quando all’indomani del fallimento di Lehman Brothers l’indice Vix viaggiava alla siderale quota di 80. Oggi le cose vanno decisamente meglio con l’indice a quota 12,5. Ma secondo gli analisti qualora l’indice dovesse superare quota 17 sarebbe un segnale di pre-allarme, un indicatore che una burrsca, o semplicemente un forto storno, possa di lì a poco abbattersi sui mercati.

    2. Come si fa a capire se i mercati sono entrati in una bolla / Se il Bund scende sotto l’1,6%

    Il Bund tedesco è considerato il titolo più affidabile dell’Eurozona. Insieme ai bond di Finlandia, Danimarca e Austria condivide la Tripla A delle agenzie di rating (ovvero la massima valutazione di mercato). In questo momento sulla scadenza a 10 anni rende l’1,8%. Secondo Vincenzo Longo, strategist di Ig, se dovesse scendere sotto la soglia dell’1,6% sarebbe un segnale di pre-allarme per gli…

    3. Come si fa a capire se i mercati sono entrati in una bolla / Se l’euro dollaro scende sotto 1,33

    L’euro/dollaro non è solo un cambio che indica quanto convengono i prodotti dell’area euro per un importatore statunitense. Ma è anche un indice utilizzato per monitorare il sentiment (e il trend) di mercato. Se l’euro si apprezza nei confronti del biglietto verde solitamente questo coincide con una fase di “appetito per il rischio” degli investitori. Viceversa, se è il dollaro a rafforzarsi (e…

    4. Come si fa a capire se i mercati sono entrati in una bolla / Il rapporto prezzo/utili attesi

    Uno dei multipli di Borsa più utilizzati dagli operatori per intercettare se le valutazioni sono a buon mercato o, se invece, sono care, è il rapporto tra il prezzo dell’azione e gli utili attesi nell’anno. Se questo rapporto è superiore alla media storica e alla media delle azioni dello stesso settore il segnale è chiaro: le azioni costano caro e quindi non è da escludere un’ondata di vendite…

    5. Come si fa a capire se i mercati sono entrati in una bolla / Rating differenti, ma rendimenti vicini

    L’Irlanda è stata recentemente promossa da Moody’s che ha alzato il rating (giudizio di affidabilità sul debito) a Baa3 facendo riemergere Dublino nella classe degli “investment grade” rispetto alla categoria “spazzatura” in cui versava prima. Certamente è una buona notizia per l’Irlanda che in questo modo, proprio nell’anno in cui è tornata ad emettere titoli sul mercato primario, potrà contare…
    ……………………………………………………………………………………………………………………………………….

    Cordialmente Daniele

  5. Piergiorgio

    Articolo interessante come al tuo solito! Che ne pensi Giacomo di questo post su borsa italiana?

    VIXhttp://www.borsaitaliana.it/derivati/idem-magazine/luglio2012/siat.htm

    Perché tu dici che bassi livelli di VIX possono essere un campanello d’allarme per un ribasso, mentre nell’articolo dice che c’è una correlazione tra VIX e S&P500, dove quando:

    Valori del VIX pari o inferiori a 20 indichino una situazione prevalentemente rialzista.

    Valori del VIX superiori a 20 ma inferiori a 40 descrivano uno scenario teso ma non necessariamente ribassista.

    Valori del Vix superiori a 40 indichino uno scenario pericolosamente volatile, con notevoli implicazioni ribassiste.

  6. adriano

    Carissimo Giacomo,
    è già il secondo post con cui raccomandi la massima prudenza e invii segnali d’allarme in questo momento che sembra rappresentare la quiete prima della tempesta. Io però recepisco queste raccomandazioni come un invito non esplicito, per motivi che mi sfuggono, ad uscire totalmente dal mercato azionario prima che sia troppo tardi. Le perdite di venerdì scorso possono essere interpretate come l’inizio della … tempesta?
    Grazie per la cortese risposta.
    Adriano

  7. Giacomo

    @ Danilo
    Grazie per il tuo contributo, peraltro molto tecnico e professionale. Diciamo – a beneficio di tutti – che il costo di un’opzione “comprende” la volatilità: tanto più questa è bassa tanto minore è il valore dell’opzione stessa ed il rischio che esso si impenni.
    Buona settimana e a presto!!

  8. Giacomo

    @ Daniele
    Sono sinceramente un po’ scettico nei confronti dei numeri (se il cambio euro/dollaro scende sotto 1,33, se il VIX scende sotto 17 e così via).
    Credo che i segnali di una possibile sopravvalutazione del mercato azionario passino per valori “anomali” di questi indicatori ma senza poter esprimere un valore preciso.

    Inoltre teniamo presente che la sopravvalutazione del mercato azionario può (potrebbe) persistere per parecchio tempo prima di esplodere e che NESSUNO può sapere a che livello dei valori indicati avverrà l’inversione.

    Oggi credo che le borse – con i livelli di quotazione attuali – presentino molti rischi e poche opportunità per cui invito alla massima prudenza. Un abbraccio e a presto…

  9. Giacomo

    @ Piergiorgio
    Di solito quando il VIX è basso significa che gli operatori si attendono un periodo di calma piatta. Ed è spesso in questi momenti in cui esplodono i grandi movimenti (verso l’alto o verso il basso). Ora, poiché in questo momento proveniamo da un trend rialzista ininterrotto che dura alcuni anni, è più probabile che un incremento della volatilità che fa seguito ad un periodo di apatia sia il preludio di un crollo delle borse piuttosto che non un indicatore di ulteriori risalite.

    In nessun caso il VIX può indicare una direzionalità dei mercati, ma solo le attese circa la velocità con cui il mercato si muoverà in futuro (volatilità). Ti abbraccio e resto qui per tutte le tue ulteriori (e graditissime) domande.

  10. Giacomo

    @ Adriano
    Per il momento il trend dei mercati continua a restare positivo e quella cui abbiamo assistito è solo una correzione. Certo è che in questi momenti siamo sempre di fronte ad un dilemma:

    – vendere tutto e mangiarsi le mani se i mercati continueranno a crescere
    – attendere o addirittura comprare con il rischio di subire perdite.

    Io stesso nella mia newsletter una settimana fa consigliavo di entrare sulla borsa europea con un 5% del capitale disponibile e fissando uno stop loss a -8% – 10%%.

    Perché questo? Perché so benissimo di essere incapace di prevedere il futuro. E la strategia adottata è un buon compromesso perché:

    – se le borse riprenderanno a crescere, noi abbiamo un piede dentro
    – se ci sarà una correzione profonda o un’inversione e scatterà lo stop loss la perdita sul totale sarà limitata allo 0,50% (l’8% del 5%) con un impatto limitato sul portafoglio.

    Un abbraccio…

  11. Davide

    Ciao giacomo!
    Dici di non entrare nella borsa Usa, ma secondo te un ETF azionario ad alto dividendo come l’ “Ishares Dow Jones U.S. Select Dividend” isin DE000A0D8Q49 potebbe dare dei problemi? Ho appena sottoscritto un 5% del mio patrimonio lì sopra.
    Grazie
    🙂

  12. Giacomo

    @ Davide
    Gli ETF che investono in azioni con alti dividendi sono più protettivi rispetto agli altri. E questo non perché i titoli sottostanti siano meno ‘volatili’ ma solo perché il dividendo che viene pagato ammortizza nel tempo possibili perdite.

    Ad ogni modo se hai limitato il peso di questo titolo al 5% del totale puoi stare assolutamente tranquillo. Un caro saluto e a presto…

  13. Armando

    @Davide

    ti rispondo solo perchè casualmente ha qualche notizia sulla questione. Sebbene in generale la strategia di comprare azioni con alti dividendi sia valida e condivisibile nel lungo periodo, questo purtroppo non è il momento migliore per entrarvi ne sulla borsa americana ne tantomeno su un paniere di azioni ad alti dividendi.

    ti passo un link che spiega ne brevemente i motivi

    è di novembre, ma la situazione non sostanzialmente è cambiata:

    http://valuepath.altervista.org/i-pericolosi-dividendi-americani/

  14. Giacomo

    @ Armando @ Davide
    Infatti uno dei problemi attuali delle azioni americane è che i prezzi in borsa sono cresciuti di più degli utili con un ‘pericoloso’ innalzamento del rapporto PE.

    Il rialzo delle quotazioni secondo parecchi economisti è da ascriversi più che altro alle manovre di politica monetaria espansiva della Fed che non ad un forte miglioramento dell’economia reale. Concordo in pieno.

  15. alessandro

    Ciao, Giacomo.
    Alla luce di quanto hai espresso con l’articolo sul vix e dai commenti dei vari lettori ti vorrei chiedere se chi, come me, ha investito in PAC (non di recente e quindi prima di conoscere il tuo sito, purtroppo) su un fondo internazionale (in guadagno adesso del 20%) e un fondo paesi emergenti (in perdita adesso del 10%) possa approfittare per incrementare qualche quota specialmente sul secondo fondo comune.
    Grazie.
    Alessandro.

  16. Giacomo

    @ Alessandro
    E’ difficile dare un parere al buio…In linea di massima sì, a patto che il tuo fondo sia gestito bene (batta il benchmark) e che abbia commissioni di gestione accettabili. I mercati emergenti, poi, sono in trend discendente per cui media solo se hai ancora un po’ di rate prima di completare il pac.

  17. Armando

    @ Alessandro,

    la sua considerazione è in linea con un piano d’investimento a lungo termine su indici di mercato “economici”.
    Naturalmente questo non garantisce risultati a breve termine come si può chiaramente vedere nei riguardi dei mercati americano o russo. Nel primo caso un mercato già caro è salito ulteriormente mentre nel secondo un mercato economico è ulteriormente sceso. Ma queste sono eccezioni, un piano che avesse spalmato capitali negli indici più economici avrebbe guadagnato bene.
    Posto ancora un link al sito cui ho già fatto riferimento cui sopra che prende le fonti da Mebane Faber.

    http://valuepath.altervista.org/se-non-ci-sono-occasioni/

    Nell’articolo ci sono anche riferimenti a indici che sono attualmente economicamente più appetibili.

    Armando

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