Portafogli di guerra: consigli per difendere e far crescere il patrimonio

22 Aprile 2024

portafoglio di guerra

Hai dubbi su come modificare il tuo attuale portafoglio per proteggerlo in caso di guerra? Quali sono i migliori strumenti e le strategie più efficaci nel momento in cui il conflitto in Medio Oriente sembra estendersi? Questo articolo ti darà una panoramica completa su cosa fare per non perdere soldi.

Definizione dei portafogli d’investimento di guerra

Prima di passare alla parte pratica ed operativa cerchiamo di capire bene il contesto di riferimento. L’attacco di Hamas ad Israele avvenuto il 7 ottobre del 2023 ha innescato una risposta immediata da parte dello stato ebraico. Infine l’entrata in campo dell’Iran e i conseguenti timori di un attacco nucleare hanno aumentato le paure degli investitori.

Chi si è affidato ad un consulente capace di spiegare in modo chiaro la strategia che vuole porre in essere, di mantenere il sangue freddo e ragionare in modo indipendente non dovrebbe preoccuparsi. Questo articolo, infatti, è dedicato a tutti gli altri. Alle persone disorientate in cerca di una bussola per muoversi oggi.

Iniziamo con il dire che i portafogli d’investimento di guerra sono una strategia progettata per affrontare i rischi specifici associati a periodi di instabilità geopolitica, conflitto armato o crisi economica. Questi portafogli mirano a proteggere il capitale degli investitori durante tali periodi e a ottenere profitti dall’instabilità stessa.

Basta errori! Scopri cosa stai facendo di sbagliato e correggi il tiro. Fallo adesso.

Asset comuni da valutare in periodi bellici

Prima di passare alle strategie operative e ai nostri consigli, facciamo un rapido esame delle classi di attivo che potrebbero, per assurdo, avvantaggiarsi della situazione corrente. O, quanto meno, non fare perdere il capitale.

  • Oro e metalli preziosi: oro e l’argento sono considerati rifugi sicuri durante periodi di crisi, offrendo protezione dall’inflazione e dai disordini finanziari. Le quotazioni però sono molto alte, perché i mercati già “scontano” un periodo di turbolenza, per cui l’investimento va valutato con attenzione;
  • Azioni di società operanti nel campo della difesa: le aziende del settore della difesa possono prosperare durante periodi di conflitto o tensioni geopolitiche, rendendo le loro azioni attraenti per gli investitori. Si tratta, tuttavia, di investimenti che per ovvie ragioni non rispettano requisiti di eticità;
  • Titoli di Stato sicuri: I titoli di stato emessi da paesi stabili, con un rapporto debito/PIL sotto controllo, sono considerati rifugi sicuri durante le crisi, fornendo agli investitori una fonte di reddito stabile. La contropartita, in questo caso, è il rendimento modesto. Bisogna inoltre evitare di comprare bond con scadenza troppo lunghe per evitare la volatilità legata alla duration;
  • Valute sicure: alcune divise estere, come il dollaro, franco svizzero e lo yen giapponese sono considerate rifugi sicuri durante le crisi finanziarie, offrendo agli investitori una protezione. L’investimento, tuttavia, comporta il rischio di cambio.

Strategie per costruire un portafoglio di guerra efficace

Vediamo ora alcune strategie operative per poi passare ai nostri consigli pratici.

  • Diversificazione: la diversificazione è fondamentale anche in un portafoglio destinato a sopravvivere in uno scenario bellico di discreta intensità, riducendo il rischio complessivo attraverso la distribuzione del capitale su diversi asset.
  • Monitoraggio costante: gli investitori devono monitorare gli eventi globali e adattare di conseguenza il loro portafoglio per sfruttare le opportunità emergenti o mitigare i rischi.
  • Eventuale utilizzo di derivati: gli investitori più spregiudicati possono considerare l’utilizzo di derivati come futures o opzioni per proteggere o sfruttare meglio le tendenze durante i periodi di guerra o crisi.
  • Liquidità: mantenere una parte del portafoglio in asset liquidi consente agli investitori di reagire rapidamente a opportunità o emergenze durante le crisi.
  • Investimenti alternativi: esplorare opportunità di investimento alternative come REITs o materie prime può diversificare ulteriormente il portafoglio e offrire opportunità di crescita.

I nostri consigli per un portafoglio di guerra

Per fortuna non abbiamo mai vissuto uno scenario bellico che prevedesse il coinvolgimento diretto dei Paesi Occidentali. A causa di ciò la storia non ci può aiutare direttamente. Tuttavia possiamo partire da un presupposto diverso. In definitiva un portafoglio di guerra non è nient’altro che un’allocazione che massimizza le probabilità di sopravvivere in un contesto di grande volatilità.

Se guardiamo al passato notiamo che una situazione di forte stress sui mercati si è verificata nel biennio 2007-2008, in seguito alla crisi dei mutui subprime. Un portafoglio che rese bene in quel contesto fu il così detto portafoglio permanente di Harry Brownie. Ecco, in breve, come è composto:

  • 25% azioni globali
  • 25% oro
  • 25% titoli di stato sicuri a breve termine
  • 25% titoli di stati sicuri a lungo termine.

Grazie alla presenza di oro, che si apprezza negli scenari di forte crisi, questo portafoglio di guerra ha saputo galleggiare anche durante la crisi Lehman. Oggi, tuttavia, la situazione è differente. Come abbiamo detto le quotazioni del metallo sono ai massimi storici, per cui mettere un quarto del capitale in oro è forse troppo rischioso.

Il giusto compromesso potrebbe essere, volendo semplificare, il portafoglio di Brownie “adattato” andando a ridurre la quota di oro a vantaggio dell’azionario, senza dimenticare gli Emergenti che in questo momento offrono valutazioni convenienti.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari