Conviene investire controcorrente con ETF Short sui BTP? Una guida completa

2 Marzo 2022

ETF short BTP conviene

Guadagnare quando i tassi salgono con un ETF Short sui BTP è una strategia allettante. Ma prima di gettarsi ad investire è bene conoscere a fondo il funzionamento di questi strumenti.

Prima di tutto… Cos’è un ETF Short?

Un ETF Short è un tipo di Exchange Traded Fund che permette di guadagnare quando il sottostante volge al ribasso, replicando all’inverso l’andamento di un benchmark.

Essendo strumenti usati soprattutto per la speculazione è facile vederli combinati insieme alla leva finanziaria. Essi sono facilmente riconoscibili perché riportano nel proprio nominativo un numero che sta ad indicare proprio la quantità di leva utilizzata (ad esempio -X3, -X5 e così via).

Come fanno a scommettere contro il mercato? esistono diversi “modalità” che questi strumenti utilizzano, ad esempio la vendita allo scoperto di prodotti finanziari, possibile grazie al prestito titoli; l’apertura di una posizione ribassista mediante contratti derivati (ad esempio, la vendita di contratti futures) oppure la vendita allo scoperto di opzioni call, che verranno abbandonate in caso di ribasso permettendo al gestore di conseguire un profitto.

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Gli ETF short sui BTP sono convenienti?

Bella domanda! Investire su un ETF short BTP, ti consentirebbe di guadagnare quando i prezzi dei titoli di Stato scendono, una possibilità tutt’altro che remota nel contesto attuale di mercato che vede i tassi d’interesse “rialzare la testa”. Purtroppo, però, questo tipo di strumento potrebbe non essere la scelta migliore.

Come spesso capita con prodotti finanziari collegati con derivati i costi e le inefficienze generali generano delle “mancanze” che si riflettono sull’andamento dell’ETF stesso. Poco importa se chi lo usa predilige una semplice speculazione oppure una copertura del rischio tasso. In entrambi i casi l risultato non è ottimale.

Questo non vuol dire che non possano entrare MAI in una strategia d’investimento, ma sicuramente vanno attentamente ponderati ed in nessun caso vanno intesi come degli ETF “miracolosi.”

I numeri sono sfavorevoli per chi “shorta” i BTP

Prendiamo ad esempio, l’ETF Lyxor BTP Daily (-2x) Inverse UCITS ETF avente ISIN FR0011023621. Il fondo passivo investe short sui BTP italiani a lungo termine facendo uso della leva. Ovvero? Lo strumento replica in maniera inversa con un’esposizione doppia la performance giornaliera del mercato dei titoli di stato italiani.

Dalla data di lancio, il 27/04/2011, l’ ETF ha messo a segno una performance fortemente negativa pari al -82,88%. Perché lo strumento è andato così male? Il fondo genera una performance positiva solo al verificarsi di un evento.

In tutti questi anni è andato male perché:

  • Il taglio sui tassi d’interesse da parte delle banche centrali ha fatto innalzare la quotazione delle obbligazioni (l’esatto opposto di ciò che serve al fondo per guadagnare);
  • l’inflazione è stata molto bassa o addirittura assente (deflazione). Spesso l’aumento del carovita genera un adattamento nei tassi d’interesse che, per correlazione inversa con i prezzi delle obbligazioni, vede la svalutazione delle quotazioni.
Servizi-Segreti Bancari

Andare controcorrente è sempre una scommessa?

Investire controcorrente attraverso un fondo short, come abbiamo già accennato, non ha nulla di miracoloso e spesso la convenienza è rapidamente vanificata da un timing errato, ma non è sempre una scommessa. In fondo gli ETF che navigano controcorrente al sottostante sono strumenti come tutti gli altri e, se ben ponderati all’interno di una strategia, possono dare il loro contributo alle performance di un portafoglio.

Il contesto economico attuale presta il fianco a questo tipo di strumenti. Oggi più che mai investire in un ETF inverso sui Titoli di Stato può essere una buona scelta. Perché? L’inflazione è in rapida salita e le banche centrali stanno seriamente pensando ad un cambio di passo nella loro politica monetaria; queste variabili incidono direttamente sull’andamento del mercato obbligazionario che tende a perdere quota.

Occorre però ricordare l’effetto compounding e i costi di questi strumenti che potrebbero vanificarne i benefici.

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Le nostre opinioni

Gli investitori che prediligono un rischio contenuto dei loro portafogli, detengono normalmente una grande quantità di obbligazioni. A causa di anni con tassi vicini allo 0% (in alcuni casi anche al di sotto) la “risposta immunitaria naturale” è stata quella di allungare la scadenza dei propri titoli per inseguire un rendimento maggiore.

Questo approccio però rischia di diventare controproducente (a causa dei cambiamenti nella politica monetaria) ed incastrare questo tipo d’investitori in titoli matusalemme (di lunga durata) a tassi fuori mercato. In questo caso, l’inserimento di un ETF Short sui BTP permette di ridurre la sensibilità ai tassi, andando a livellare la volatilità.

Facciamo un esempio.
Poniamo che Luca abbia un portafoglio composto, per semplicità, da un solo ETF che investe in titoli di Stato europei con scadenza superiore ai 15 anni; un ritorno in media dei rendimenti potrebbe comportare una perdita oltre il 25%, senza troppe difficoltà.
Luca, non volendo rinunciare alle cedole offerte dalle lunghe scadenze, decide di “coprirsi dal rischio” utilizzando l’ETF Lyxor BTP Daily (-2x) Inverse UCITS ETF avente ISIN FR0011023621 già preso ad esempio in questo articolo.

Essendo questo strumento a leva 2 (quindi con un’oscillazione doppia rispetto al sottostante) ne acquista una piccola quota, quel tanto che basta per ridurre la duration complessiva del suo portafoglio in uno scenario di tassi al rialzo come quello attuale.

In questo caso è conveniente usare, nel breve periodo, un fondo che shorta i BTP perché ciò riduce il rischio complessivo.

Conclusioni

La strategia seguita dal nostro amico gli permette, grazie alla compensazione parziale tra i due strumenti di continuare ad incassare una buona cedola media lorda (ad oggi del 2,54%) riducendo la sensibilità ai tassi, ma il risultato ottenuto (in realtà) è molto lontano dall’immaginario collettivo e deluderà sicuramente anche Luca.

Numeri alla mano, nel 2022 un portafoglio obbligazionario con scadenza superiore ai 15 anni ha subito un ribasso del 5,88%. La compensazione data dall’ ETF short ha ridotto la volatilità al 5,08%. Un modestissimo -0,80%, del tutto ininfluente. Anche allungando lo storico la situazione non cambia.

Dov’è il problema? La strategia pensata è di per sé teoricamente valida. Tuttavia gli strumenti derivati spesso e volentieri sono poco efficaci, perché non danno una risposta realmente inversa ai movimenti del sottostante (con o senza leva), rendendo la copertura difficile da attuare.

L’investimento in strumenti short si presta meglio per occasioni “mordi e fuggi” tipiche del trading, benché con un rischio operativo maggiore.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari