Market timing: come anticipare i movimenti dei mercati finanziari

30 Giugno 2022

market timing

In questo articolo vedremo cos’è il market timing, la sua importanza, i rischi che comporta, i benefici che offre e gli indicatori da usare per cercare di individuare in modo precoce i punti di svolta del mercato. L’obiettivo? Comprare basso e vendere alto.

Market timing significato

Il market timing è una strategia di investimento che mira alla massimizzazione del profitto attraverso l’individuazione corretta del momento migliore per comprare e per vendere. Chi la pratica appartiene in prevalenza al mondo della speculazione finanziaria (trading). Egli cerca di movimentare molto il proprio capitale nel tentativo di comprare quando i prezzi sono bassi (ma stanno risalendo) e vendere nel caso opposto.

Sebbene sulla carta sia tutto semplice e lineare la pratica operativa dimostra come sia piuttosto difficile individuare i momenti di svolta dei mercati finanziari. Per farlo esistono diverse tecniche ognuna delle quali presenta dei punti deboli. Il presupposto su cui si regge l’intera strategia è che sia possibile prevedere il futuro andamento delle quotazioni. O, quanto meno, che sia possibile individuare con una certa precisione i punti di svolta dei mercati.

Le reazioni improvvise ed i repentini cambi di direzione dimostrano che l’attività in questione è piuttosto complessa. Senza contare che nel lungo periodo l’importanza del “quando” si compra e si vende è molto meno importante di quanto si creda.

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La strategia funziona davvero?

Uno studio dal titolo “Does Asset Allocation Policy Explain 40, 90, 100 Percent of Performance?” a firma di Ibbotson e Kaplan apparso sul Financial Analyst Journal a gennaio del 2001 ha dimostrato che l’asset allocation strategica “spiega” circa il 90% delle performance ottenute da un portafoglio nel lungo andare.

Ne consegue che il market timing e lo stock picking (ossia la scelta dei titoli migliori) rappresentano, insieme, solo il 10% dei guadagni complessivi. La ragione è piuttosto semplice. Come chiarisce Chris Menon, analista di Morningstar, “anticipare i movimenti di mercato è difficilissimo e nel tentativo di evitare i giorni peggiori si perdono quasi sempre anche quelli migliori“.

Purtroppo se si perdono i giorni più redditizi, in un dato periodo, la performance complessiva del portafoglio decade in modo evidente. Poiché tali giorni fortunati non sono consecutivi, né prevedibili, cercare di anticipare i punti di svolta dei mercati è davvero complesso.

market-timing-conseguenze

Il grafico evidenzia i risultati di una ricerca fatta da JPMorgan e Fidelity. Da inizio 2001 a fine 2020 il rendimento medio annuo composto dell’S&P 500 è stato del 7,47%. In termini semplici, chi avesse investito 10.000 $ nelle principali azioni americane avrebbe avuto, dopo venti anni, un controvalore di 42.231 $.

Perdendo i dieci giorni migliori, tuttavia, il capitale finale si sarebbe assottigliato a $19.347, con un ritorno annualizzato dimezzato al 3,35%.

È interessante notare che sei dei sette giorni migliori si sono verificati dopo un crollo. In particolare il giorno peggiore del 2020, il 12 marzo, è stato immediatamente seguito dal secondo giorno migliore dell’intero anno.

Market timing e fondi di investimento

Gli investitori che cercano di migliorare le performance entrando ed uscendo dai fondi, in verità ottengono l’effetto opposto. Oltre al fatto che gli ingressi avvengono quando il mercato è ai massimi, mentre le uscite quando le quotazioni sono ai minimi, occorre considerare l’impatto dei costi.

L’investor gap è proprio la perdita di performance che l’investitore in fondi subisce nel tentativo di ottenere guadagni superiori all’andamento del sottostante. A titolo di esempio, il fondo Magellan di Fidelity ha reso, tra il 1977 ed il 1990, il 29% medio annuo composto. Sarebbe bastato investire 36.000 $ per diventare milionari, in media, dopo soli tredici anni.

Tuttavia, secondo Fidelity, chi ha detenuto il fondo per 13 anni in media ha perso soldi. Ciò è accaduto a causa del maldestro tentativo di battere il mercato attraverso entrare ed uscite dal prodotto.

I tipi di market timing

Esistono diverse modalità da usare per cercare di anticipare il futuro andamento dei mercati. Ecco quali sono, con le loro peculiarità.

Passivo

È tipico degli investitori di lungo periodo. Esso si estrinseca nella variazione del peso relativo che una determinata classe di attivo subisce, nel tempo, a causa dell’andamento del mercato. A titolo di esempio, un crollo delle quotazioni azionarie farebbe scendere il peso percentuale delle azioni sul totale. Ciò equivarrebbe ad una sorta di “vendita”.

Il modo migliore per sfruttarne gli effetti è quello di ribilanciare periodicamente il portafoglio.

Tattico

Consiste nella variazione dei pesi percentuali delle varie classi di attivo che compongono un portafoglio, nel tentativo di migliorare i rendimenti complessivi rispetto ad una semplice strategia di Buy & Hold. Una volta definita un’allocazione strategica di lungo periodo, definita neutrale, si andrà ad aumentare il peso di quei titoli che si ritene possano andare meglio (sovrappeso). Allo stesso modo si ridurrà il peso di ciò che i crede andrà peggio (sottopeso).

Questa strategia, detta a rendimento relativo, cerca di ridurre la possibilità di errore evitando scelte estreme.

Gli indicatori da usare per battere il mercato

Chi, a dispetto di quanto visto, vuole usare degli indicatori per cercare di individuare i punti di svolta del mercato, ha a disposizione, essenzialmente due tipi di dati. Essi possono essere usati in modo alternato o, meglio ancora, complementare.

Indicatori macro

Si basano sul monitoraggio della congiuntura economica, nella convinzione che i mercati crescono quando le economie prosperano e scendono quando le economie vanno in recessione. Si basano sull’ipotesi che via una correlazione robusta tra l’andamento dell’economia reale e quello dei mercati finanziari.

Indicatori psicologici o di sentiment

Si basano sul comportamento degli investitori e dei traders senza riguardo alcuno all’andamento delle economie sottostanti. Il loro utilizzo permette di restare investiti fino a che c’è euforia e vendere quando sui mercati il pessimismo inizia ad affacciarsi, prima che diventi panico. I più diffusi sono le medie mobili che si possono usare singolarmente o attraverso l’uso congiunto di più indicatori.

Considerazioni finali

Una ricerca fatta in USA ha ipotizzato 7 diversi scenari di investimento, e cioè:

  • Investire la stessa somma ogni giorno, tutti i giorni
  • Comprare solo dopo un calo del mercato del 10% dall’ultimo massimo
  • Investire solo dopo un calo del mercato del 5% dall’ultimo massimo
  • Comprare solo dopo 5 sedute consecutive di ribasso
  • Entrare solo dopo 3 sedute consecutive di ribasso
  • Investire solo dopo 3 sedute consecutive di rialzo
  • Comprare ogni mese

In modo sorprendente il risultato migliore è stato ottenuto da chi ha investito la stessa somma di denaro ogni giorno. Chi cerca di anticipare il futuro andamento dei mercati il più delle volte perde a causa del fenomeno della “recenza“. La tendenza a proiettare nel futuro la prosecuzione di un movimento passato dei prezzi spinge gli investitori ad ignorare la potente legge della regressione verso la media.

Comprando i fondi che hanno reso di più negli ultimi mesi e vendendo quelli che sono andati male gli investitori sistematicamente comprano alto e vendono basso. Un portafoglio costruito secondo le leggi indistruttibili della finanza, ribilanciato correttamente nel tempo e opportunamente diversificato è la via migliore per ottenere performance durature nel tempo.

Risorse utili

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari