Politica monetaria, una spiegazione semplice di come funziona ed influenza i mercati

13 Luglio 2022

politica monetaria

La politica monetaria, attraverso il condizionamento della quantità di credito e di moneta presenti nel sistema economico, influenza anche i mercati finanziari e con essi i patrimoni degli investitori. Ecco come.

Cos’è la politica monetaria

Il termine indica le azioni compiute dalle Banche Centrali volte a controllare la quantità di denaro in circolo nel sistema economico con l’obiettivo di influenzare produzione, occupazione ed inflazione. Sebbene il controllo dei mercati non rientri tra gli obiettivi degli Istituti di Emissione il loro operato ha effetti e conseguenze dirette sugli investimenti.

In sintesi, la domanda e l’offerta di moneta vede al centro di tutto il tasso di interesse. Questo, infatti, rappresenta il costo del denaro in un certo momento. I tassi ufficiali sono il più noto strumento a disposizione delle Banche Centrali, ma non sono l’unico. A volte le sole dichiarazioni di un banchiere centrale, se credibile, influenzano i mercati finanziari.

Pensiamo, ad esempio, al famoso “Whatever it takes” pronunciato da Mario Draghi che fu in grado da solo di salvare l’euro e l’unione monetaria.

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Come funziona la politica monetaria

All’interno delle strategie poste in essere dalle Banche Centrali è la moneta ad assumere un ruolo rilevante. La sua contrazione, od espansione, infatti, ha importanti conseguenze sui mercati reali e finanziari. Ecco, in sintesi, i diversi aggregati monetari presidiati dagli Istituti:

Base monetaria

Definita anche come moneta ad alto potenziale, o M0, essa è costituita dalla somma delle banconote e delle monete metalliche presenti nel sistema. Il suo ruolo è diminuito in concomitanza con i provvedimenti adottati dai Governi per ridurre l’utilizzo del contante nei pagamenti.

Liquidità primaria

Nota anche come aggregato M1 essa comprende, oltre ad M0, i depositi in conto corrente e i traveller’s chèque. È una definizione di moneta più ampia, poiché comprende anche le passività emesse dalle banche che possono essere usate come surrogato delle banconote nelle transazioni commerciali.

Liquidità secondaria

L’aggregato, noto come M2, aggiunge ad M1 i depositi bancari e postali (compresi i conti deposito) che possono essere rimborsati a vista. Pur non trattandosi di strumenti utilizzabili direttamente nei pagamenti, la loro convertibilità in circolante li rende assimilabili alla moneta.

M3

L’ultimo aggregato include anche titoli di Stato a breve scadenza. Si tratta della definizione più allargata di moneta, in senso lato.

Gli strumenti

Le Banche Centrali, per raggiungere i propri obiettivi, hanno a disposizione una serie di strumenti che influenzano indirettamente anche i mercati finanziari.

Strumenti tradizionali

  • operazioni di mercato aperto. Consistono in acquisti e vendite di titoli pubblici sul mercato secondario. Possono essere ordinarie, ossia svolte ogni settimana o più a lungo termine (tre mesi). Nel primo caso parleremo di ORP, ossia di operazioni di rifinanziamento principali. Nel secondo caso, invece, si tratta di ORLT, operazioni di rifinanziamento a lungo termine. Entrambe le tipologie hanno lo scopo di orientare i tassi di interesse, gestire le situazioni di liquidità nel mercato e segnalare l’orientamento della politica monetaria.
  • Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti. Queste operazioni di rifinanziamento marginale vengono attivate dalle banche per ottenere liquidità a breve termine. A fronte di ciò la Banca Centrale chiede la presentazione in garanzia di attività idonee sufficienti (collaterale).
  • Detenzione di riserve obbligatorie. La quantità di denaro che le banche comuni devono tenere in forma liquida presso l’Istituto Centrale determina la loro maggiore o minore possibilità di concedere credito.

Strumenti non tradizionali

Sono attivate in occasione di crisi di particolare gravità cui si vuole fare fronte. Esse sono:

  • Operazioni definitive monetarie (OMT). Utilizzate dalla BCE dall’agosto 2012 consistono nella possibilità di acquisto di titoli pubblici al fine di sostenerne le quotazioni. Influenzano direttamente il mercato obbligazionario.
  • Indicazioni prospettiche. La comunicazione per tempo del futuro corso della politica monetaria è un importante strumento di indirizzo. Esso, tuttavia, è legato alla credibilità del banchiere centrale.
  • Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. Sono operazioni che mirano a fornire più liquidità al sistema bancario per arrivare all’economia reale.
  • Programmi di acquisto di attività. Ne fanno parte i recenti provvedimenti varati durante la crisi COVID-19. Attraverso essi la Banca Centrale acquista una serie di strumenti finanziari a cadenze particolari influenzandone le quotazioni.

Politiche restrittive vs espansive

L’aumento dell’offerta di moneta, nelle varie forme viste, rappresenta una politica di tipo espansivo. Anche una serie di ribassi dei tassi di interesse rientra nella casistica. L’obiettivo è quello di immettere liquidità nel sistema economico, favorendo gli investimenti, i consumi, l’occupazione e la crescita del PIL. Il lato negativo consiste nella creazione di inflazione.

L’immissione di enormi quantità di denaro negli scorsi anni hanno fatto da volano al rialzo dei mercati. Tuttavia ora ne stiamo pagando le conseguenze in termini di rialzo dei prezzi.

Al contrario quando si vuole frenare l’economia al fine di contenere le spinte inflazionistiche la politica monetaria diventa restrittiva. Essa drena liquidità dal sistema economico, rimuovendo gli acquisti di titoli e/o alzando i tassi di interesse. Di norma l’impatto sui mercati è negativo.

Obiettivi

Si distinguono in intermedi e finali; i primi sono strumentali ai secondi. Sebbene lo scopo dell’agire delle Banche Centrali sia la massimizzazione della produttività, dell’occupazione ed il contenimento dell’inflazione, è soprattutto su quest’ultima che ci si concentra. L’inflation targeting consiste nell’operatività volta a mantenere il rialzo dei prezzi intorno ad un livello di riferimento, che attualmente è del 2% circa.

L’influenza sui mercati

In prima approssimazione possiamo dire che movimenti restrittivi penalizzano sia le azioni sia le obbligazioni. Al contrario politiche più accomodanti favoriscono la salita delle quotazioni. Per andare oltre, tuttavia, suggeriamo queste importanti risorse aggiuntive:

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari