Probabilmente hai già sentito parlare degli approcci Top Down e Bottom Up nella scelta degli investimenti, ma sai DAVVERO di che si tratta? Questo post parla proprio di questo.
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Bottom Up
Secondo questo approccio l’analista (o lo stesso investitore che desidera scegliere la propria asset allocation) esamina attentamente i fondamentali dei singoli titoli in cui desidera investire.
Poi procede alla scelta delle azioni migliori privilegiando, ad esempio, quelle che presentano un price earning ratio inferiore alla media. Oppure cerca i titoli che in un certo periodo sono cresciuti di più, nella convinzione che questa tendenza possa proseguire nel tempo.
L’approccio basato sulla scelta delle azioni con rapporti prezzo/utili bassi è comunemente definito “value investing“; l’approccio basato sulla scelta dei titoli che corrono di più, ma che presentano rapporti prezzo/utili più elevati, è detto “growth investing“.
- Gli investitori “Bottom Up” prestano poca o nulla attenzione all’andamento del sistema economico e sono poco interessati a capire quali siano le prospettive future del settore in cui operano le società che si accingono ad acquistare
- concentrano la propria attenzione sulle singole aziende
- leggono molti report prodotti dagli analisti e analizzano con cura i bilanci societari
- sovente preferiscono le azioni di società note e conosciute.
Caratteristiche dei portafogli costruiti secondo l’approccio Bottom Up
Scegliere le azioni in cui investire seguendo l’approccio Bottom Up richiede molto tempo e conoscenze approfondite in tema di analisi di bilancio. Poiché la maggior parte degli investitori non possiede nessuna di queste due abilità, spesso finisce con lo scegliere azioni italiane ben note, o società estere di cui ha sentito parlare.
Un portafoglio costruito seguendo questo approccio è solitamente composto da pochi titoli, presenta una grande concentrazione geografica e molto spesso settoriale.
Può accadere, infatti, che l’investitore effettui una diversificazione apparente, ossia compri diversi titoli ma tutti appartenenti allo stesso Paese e operanti nel medesimo settore.
Il portafoglio di Luigi è affetto dagli errori appena descritti. Ecco le azioni da cui è composto:
- Eni
- Enel
- Terna
- Telecom
- Netflix
Tutte le società operano nello stesso business (energetico) o in settori molto simili (utility/telecomunicazioni) e per lo più sono quasi tutte italiane.
Top Down
Chi adotta questa strategia di investimento segue un approccio “ad imbuto“: parte dall’area geografica (o dal settore merceologico) per poi arrivare ad individuare i singoli titoli all’interno dei settori pre-selezionati.
L’approccio Top Down è quello più adatto per l’investitore privato. Sebbene l’intero processo sia semplice da implementare e dia risultati interessanti, lo svantaggio consiste nel fatto che esso è controintuitivo e fa sentire colui che lo adotta un po’ “vintage”. Ma esso ti permetterà di ottenere portafogli più diversificati, di minimizzare il tempo trascorso ad analizzare i bilanci o altri documenti e di semplificare il tutto.
Come costruire un portafoglio Top down in tre passaggi
Il percorso che ti consiglio di seguire per costruire un portafoglio seguendo il modello Top Down è davvero semplice:
- scelta delle proporzioni azioni-obbligazioni-liquidità con cui costruire l’ossatura del portafoglio
- scelta, nell’ambito di ogni categoria, delle aree geografiche in cui investire (scelta obbligata per l’azionario, opzionale per le obbligazioni e inutile per la quota di liquidità)
- scelta, per ognuna delle macro-aree dei migliori ETF in cui investire.
La scelta di usare ETF al posto dei singoli titoli permette di evitare analisi dettagliate sulle migliori società e consente di ottenere portafogli diversificati anche per investitori con patrimoni di alcune centinaia di migliaia di euro.
E per chi vuole vivere il “brivido” del top down scegliendo i singoli migliori titoli?
Introduzione alla costruzione semplice di un portafoglio articolato
Realizzare un buon portafoglio con una buona asset allocation è davvero semplice. Puoi procedere in questo modo:
investi il 95% del tuo patrimonio totale seguendo un approccio Top Down più diversificato. Troverai utili indicazioni su come procedere nel mio VIDEO corso GRATUITO A Scuola di investimenti.
Tieni fuori il 5% delle tue disponibilità totali per scegliere due o tre titoli secondo l’approccio Bottom Up. In questo modo vivrai l’ebbrezza della selezione dei singoli titoli senza compromettere la stabilità complessiva del tuo portafoglio.
Se la tua attività di selezione (stock picking) sarà vincente potrai ottenere rendimenti straordinari, in caso contrario non capiterà nulla al tuo “denaro serio“. Se i titoli da te scelti raddoppieranno di valore l’impatto sul totale sarà un rendimento complessivo del 5% (il 100% del 5%). Se il controvalore investito si dimezzerà per colpa di crolli improvvisi, la perdita sul totale sarà solo del 2,50%.
Divertiti con il bottom up ma investi con la strategia top down.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari