Fondi Comuni Hedged: Come Funzionano e Quando Convengono

7 Luglio 2023

fondi comuni hedged

Fondi comuni hedged: cosa sono, come funzionano e cosa fare durante un momento di tensione sul mercato del cambio?

I fondi comuni hedged coprono il rischio di cambio e sono noti anche come fondi di copertura valutaria o fondi valutari. Sono strumenti di investimento progettati per mitigare l’esposizione al rischio derivante dalle fluttuazioni dei tassi di cambio tra valute diverse. 

Questi fondi offrono agli investitori la possibilità di gestire il rischio di cambio associato alle transazioni internazionali o agli investimenti in mercati esteri. Il principio fondamentale è quello di proteggere il valore di un investimento da variazioni sfavorevoli dei tassi di cambio. 

Ciò significa che, se un investitore detiene asset denominati in una valuta diversa da quella di riferimento, i fondi di copertura valutaria possono essere utilizzati per ridurre l’impatto negativo delle fluttuazioni valutarie su tale investimento.

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Fondi comuni hedged: come funzionano

I fondi di copertura valutaria utilizzano una serie di strategie per mitigare il rischio di cambio. Ad esempio, possono adottare operazioni di copertura mediante l’acquisto o la vendita di contratti derivati, come futures o opzioni, che consentono di fissare un tasso di cambio per una data transazione futura. In questo modo, gli investitori possono proteggersi da potenziali perdite dovute a cambiamenti nel valore delle valute coinvolte.

Inoltre, possono utilizzare strategie di arbitraggio, sfruttando le differenze di prezzo tra le valute su diversi mercati. Questo approccio consente di trarre vantaggio dalle discrepanze di valore tra le valute e di ottenere profitti dall’efficienza dei mercati valutari.

I fondi di copertura valutaria sono spesso utilizzati da aziende multinazionali che operano in mercati globali e hanno la necessità di gestire il rischio valutario associato alle loro attività commerciali.  Inoltre, gli investitori individuali possono utilizzare tali fondi per diversificare il proprio portafoglio e ridurre l’impatto delle fluttuazioni valutarie sugli investimenti internazionali.

Tuttavia, è importante sottolineare che questi fondi non eliminano completamente il rischio di cambio, ma lo riducono. Inoltre, come qualsiasi altro strumento finanziario, presentano anche aspetti negativi, come il rischio di controparte o il rischio di liquidità.

Cosa fare?

Negli ultimi mesi, l’euro ha subito un significativo deprezzamento rispetto al dollaro statunitense, rappresentando un’opportunità favorevole per gli investitori italiani che avevano posizioni denominate in valuta americana. Questo ha aiutato a compensare, almeno in parte, le performance generalmente negative dell’anno 2022.

Tuttavia, alcuni analisti prevedono una possibile inversione di tendenza nel cambio euro/dollaro nel prossimo anno, con l’euro che potrebbe tornare a valutare intorno alla parità con il dollaro. Rispetto ai livelli attuali, questa ipotetica parità comporterebbe una rivalutazione dell’euro di circa il 2%.

In considerazione di ciò, sorge la domanda se sia conveniente proteggere gli investimenti dalle fluttuazioni del cambio valutario attraverso strumenti di copertura. È importante ricordare che la copertura del rischio di cambio comporta costi aggiuntivi che possono influire negativamente sul rendimento complessivo dell’investimento. 

Pertanto, la decisione di adottare una copertura valutaria dipenderà dalla correttezza delle aspettative sul futuro andamento del cambio. La copertura del rischio di cambio diventa più costosa quanto maggiore è la differenza tra i tassi di interesse di riferimento. 

D’altro canto, se si prevede che il tasso di cambio si avvicinerà ai livelli attuali o addirittura scenderà al di sotto della parità, la decisione di coprire il rischio di cambio potrebbe richiedere una valutazione più approfondita della costruzione del portafoglio e del ruolo del dollaro all’interno dell’allocazione complessiva.

In conclusione, la decisione di coprire il rischio di cambio dipenderà dalle previsioni sull’andamento futuro del cambio euro/dollaro. Se si ritiene che il tasso di cambio si avvicinerà all’equilibrio storico o che l’euro sia momentaneamente sottovalutato rispetto al dollaro, la copertura potrebbe essere una scelta ragionevole. 

Tuttavia, se si prevede che il tasso di cambio rimarrà vicino ai livelli attuali o si sposterà verso una situazione di svalutazione dell’euro, la decisione di coprire il rischio di cambio potrebbe richiedere una valutazione più approfondita in base all’obiettivo complessivo del portafoglio e alle aspettative macroeconomiche.

È importante consultare esperti finanziari e considerare attentamente la situazione individuale prima di prendere decisioni di investimento e di adottare strategie di copertura valutaria, al fine di gestire in modo efficace il rischio di cambio e massimizzare il rendimento dell’investimento.

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari

9 Commenti

  1. Ferdinando

    Investire in bond e coprire il rischio tasso non ha senso perché il costo della copertura annulla l extra rendimento offerto dalle obbligazioni denominate in una valuta diversa dalla nostra. Questo mi è stato risposto quando ho il chiesto il motivo per cui non ci sono etf o fondi che in investono in obbligazioni in lira turca. Leggendo questo post sembrerebbe che questa tesi non è giustissima. Ti saluto Ferdinando

  2. Giacomo

    @ Ferdinando
    La convenienza della copertura dal rischio cambio nelle obbligazioni è funzione, come sempre, di tante variabili. Di certo l’heding costa, e va a ridurre il rendimento finale dell’investimento, ma il risultato finale dipende da come lo stesso viene effettuato. Un conto è l’investitore privato che ha obbligazioni in valuta estera e si copre da solo con i covered warrant o altri strumenti simili sopportando costi elevati, altro discorso sono gli ETF che hanno un portafoglio di obbligazioni e ne coprono globalmente l’andamento del cambio usando contratti swap che costano molto meno…

    La mancanza di fondi specializzati in obbligazioni denominate in Lire Turche è un’altra faccenda e non ha a che vedere con il tema del rischio di cambio…

  3. Daniele

    Ciao Giacomo

    Come mai consigli i fondi comuni? Hai sempre detto che erano da evitare come la peste per via dei costi onerosi.

  4. Giacomo

    @ Daniele
    Se leggi con attenzione trovi, verso la fine del post, che dico espressamente che ho selezionato per voi un prodotto a basso costo (leggi: ETF) hedgiato che ti permette di investire in bond.
    Come vedi, non ho modificato per nulla la mia opinione sui fondi, tanto meno su quelli obbligazionari per i quali i costi sono decisivi… Grazie per i tuoi commenti.

  5. Roberto

    ciao Giacomo, quindi ti riferisci alle obbligazioni con copertura di rischio cambio (hedge) e quelle senza (unhedge), sul portafoglio quindi è opportuno tenerli entrambi per risolvere il problema del cambio che puo’ ridurre i guadagni. Ma quelli con la copertura son sicuri, visto che sono legati alla copertura assicurativa del gestore, come hai scritto in un altro post? Grazie.

  6. Giacomo

    @ Roberto
    Sì, gli ETF hedged sono sicuri perché la copertura valutaria avviene di norma attraverso strumenti derivati quotati nei mercati regolamentati. Vai sereno!! 🙂

  7. Ferdinando

    Ciao, mi sono imbattuto per caso in questa pagina ed è la prima volta che scrivo.
    Quindi se ho capito bene……in questo momento in cui l’euro è forte non conviene investire in fondi hedged…..giusto?
    Questo perchè…….. se ad esempio il dollaro dovesse riprendere valore nei confronti dell’euro……..con un fondo non hedged io potrei usufruire di quel guadagno, viceversa quelle oscillazioni sarebbero bloccate con un fondo hedged.
    Mi confermi di aver capito correttamente?

  8. Giacomo

    @ Ferdinando
    Il tuo ragionamento è corretto, ma stai implicitamente facendo una previsione sul futuro andamento dei tassi di cambio. Se l’Euro perderà valore nei confronti delle valute in cui il fondo investe, la copertura dal rischio cambio limiterà i rendimenti. Se le valute non Euro si svaluteranno nei confronti della moneta unica allora sarebbe stato meglio non coprire il rischio di cambio.

    Un’alternativa al tuo ragionamento potrebbe essere quella di scegliere a priori se si vuole correre il rischio cambio oppure no, senza fare previsioni sul futuro andamento delle quotazioni valutarie, perché si tratta di un lavoro difficile in cui è facile sbagliare.

  9. Claudio M.

    Buon giorno GIACOMO, chiedevo nel caso di un fondo a distribuzione usd/eur hedged, cosa succede al capitale investito in un eventuale collasso dell’euro ?
    Grazie per un’eventuale risposta

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