
La flessibilità è un bene? O in questi strumenti si nascondono costi e si celano rischi? Li abbiamo analizzati per te.
Negli ultimi anni, il panorama dei fondi comuni di investimento si è arricchito con nuove tipologie che offrono metodologie innovative per investire il capitale e prospettive di rischio e rendimento diverse per i risparmiatori. Tra queste, spiccano i fondi flessibili, una categoria estremamente variegata che offre opportunità da investimenti aggressivi a opzioni meno rischiose.
L’investire in fondi flessibili non è sempre semplice, considerando la vastità delle opzioni disponibili. Per questo motivo, è essenziale avere una guida esaustiva su questa tipologia di strumento finanziario. Ti forniamo un’analisi dettagliata sui fondi flessibili, consentendo di comprendere meglio le loro caratteristiche e le implicazioni di investimento.
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Fondi flessibili: cosa sono
I fondi comuni di investimento rappresentano capitali gestiti da società di gestione che raccolgono denaro da parte dei risparmiatori e lo investono in base alle regole del fondo stesso.
Questi fondi possono essere suddivisi in categorie in base ai limiti autoimposti. Ad esempio, ci sono i fondi obbligazionari che investono principalmente in obbligazioni, i fondi azionari che preferiscono il mercato azionario e i fondi immobiliari che investono in immobili o partecipazioni finanziarie.
In contrasto con queste categorie vincolate, i fondi flessibili hanno la libertà di comporre il proprio portafoglio senza restrizioni percentuali su determinati strumenti. Questa libertà comporta una vasta gamma di opportunità e rischi per gli investitori, creando un mercato dei fondi estremamente diversificato.
È importante notare che molti fondi flessibili sono accompagnati dall’indice V.A.R. (Value at Risk), che misura la quantità di valore a rischio di perdita. Tuttavia, questo indice può spesso essere inaccurato e non fornire una valutazione affidabile del rischio effettivo. Pertanto, gli investitori devono valutare attentamente l’efficacia dell’indice V.A.R. prima di prendere decisioni di investimento basate su di esso.
Quali sono i migliori fondi?
Individuare i migliori fondi flessibili non è un compito semplice, ma alcune strategie possono aiutare. Analizzare la composizione del portafoglio, consultare siti di analisti indipendenti e considerare le spese sono passaggi importanti per prendere decisioni informate.
In termini di fondi flessibili obbligazionari, è possibile trovare una serie di opzioni come Epsilon Flessibile 20 gestito da Epsilon SGR, che offre una crescita contenuta del capitale investito e Eurizon Opportunità Obbligazioni Flessibile di Eurizon Capital che mira a ottenere un rendimento assoluto positivo.
Per quanto riguarda i fondi flessibili azionari, Eurizon Fund – Azioni Strategia Flessibile offre la possibilità di investire in azioni europee e americane, mentre Euromobiliare Flessibile 60 di Euromobiliare Asset Management offre una gestione flessibile tra strumenti finanziari azionari e obbligazionari.
Tuttavia, scegliere il fondo flessibile giusto può essere complicato. Gli investitori dovrebbero analizzare attentamente la composizione del portafoglio, considerare le spese e valutare la solidità della società di gestione. È importante notare che i fondi flessibili non sono equivalenti agli hedge fund e comportano comunque rischi specifici.
Pro e contro
Investire in fondi flessibili implica dare carta bianca alle società di gestione per creare e modificare il portafoglio. Questa libertà offre vantaggi e svantaggi. Da un lato, gli investitori possono beneficiare della ricerca delle opportunità più redditizie, ma dall’altro lato, potrebbero trovarsi con investimenti più rischiosi di quanto inizialmente previsto.
Le commissioni rappresentano un aspetto rilevante da considerare. Esse possono incidere notevolmente sui rendimenti, con commissioni di ingresso, gestione e performance che possono sommarsi e influenzare il reddito complessivo generato dal fondo.
L’investimento nei fondi flessibili non è però consigliabile, e ciò è giustificato da un binomio di ragioni fondamentali. Innanzitutto, sottolineiamo l’elevato impatto dei costi, una caratteristica condivisa con molteplici altre tipologie di fondi d’investimento.
In secondo luogo, la flessibilità può risultare in un concomitante incremento del rischio legato alla competenza dell’amministratore del fondo, il quale potrebbe trovarsi nell’insolita condizione di ottenere risultati scadenti a causa di errori tattici nell’attuazione della strategia gestionale. In considerazione di tali fattori, le alternative d’investimento si rendono opportune al fine di preservare l’equilibrio tra rendimento e sicurezza del proprio capitale investito.
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Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari
ciao Giacomo, ti seguo da diverso tempo, e credo che tu sia molto in gamba.
Una domanda, come calcoli la trasformata (linea gialla) e perchè dovrebbe essere molto più attendibile della media mobile?
giusto per capire se è un criterio da seguire in molti casi…
grazie
Marco
Egr.Dott.SAVER,
da tempo ci sconsiglia di investire nei Fondi comuni per i soliti noti motivi: prodotti cari e inefficienti.
Quante volte ci ha ricordato che, in linea di massima, sono uno strumento inefficiente per investire i nostri risparmi!
Oltretutto investire in Fondi comuni non è affatto semplice.
Sia perché non è immediato scegliere il prodotto “giusto” sia perché occorre misurarne la performance nel corso del tempo.
Il risparmiatore medio, come mi ritengo, spesso non possiede la capacità di selezionare i prodotti migliori, né ha accesso a tutti i Fondi disponibili.
Il mercato offre una vastissima gamma di alternative ma non tutti i Fondi comuni però sono uguali e ugualmente adatti a tutti e districarsi è veramente difficile.
In questo post che ho appena letto per l’ennesima volta ci raccomanda di prestare attenzione ai Fondi flessibili in contraddizione con quello suggerito nel post del 9 febbraio 2015 “Fondi comuni di investimento: come scegliere i migliori” in cui indicava tra i “flessibili” una tra le categorie all’interno delle quali cercare (se esistono) i Fondi comuni di investimento “migliori”.
Ma poco importa perché nel percorso che sto intraprendendo con Segreti Bancari e i partner, Formazione Finanza e Educazione Finanziaria che mi porterà a diventare (spero) un bravo investitore ci sarà sempre meno spazio per i Fondi comuni e sempre più attenzione agli ETF.
Sto facendo una scelta saggia?
Buongiorno Geo,
Come ben dice investire in fondi comuni non è facile, in quanto ci si affida ad un gestore che speriamo sappia dare valore ai nostri soldi, sempre nel dubbio che ciò che ha ottenuto nel passato non necessariamente si ripeterà nel futuro.
Come già evincerà lei dal grafico e dal post, i fondi flessibili, sono in realtà poco flessibili, ma semplicemente fondi prudenti.
Personalmente se fossi il gestore di un fondo flessibile, farei in questo modo (affinché il mio sia veramente un fondo flessibile):
Comprerei mercati qualitativi a buon prezzo assecondati da un trend.
Varierei la percentuale di azioni ed obbligazioni in base alla situazione attuale.
Varierei la duration e tante altre variabili, ma in modo semplice senza entrare in inutili complicanze.
Anzi in realtà, anche se non sono un gestore, da un po’ di tempo ho creato un portafoglio personale con questo scopo, simulando un fondo da gestire.
Il risultato?
Nelle fasi di Bull Market delle azioni la mia esposizione era maggiore nelle azioni, nelle fasi ribassiste era maggiore l’esposizione obbligazionaria e liquidità.
La liquidità la usavo per ridurre la volatilità di portafoglio, ma anche per investimenti di breve-medio termine (satellite).
In questo modo il fondo è realmente flessibile, infatti attualmente ho una performance del 14,29% medio annuo con un drawdown massimo del 7,57& (toccato durante l’esposizione maggiorata alle azioni).
Con questo non voglio insinuare di essere migliore dei gestori, semplicemente credo di impegnarmi di più di loro per creare valore ad un portafoglio senza complicare troppo le cose.
Per il resto, stai andando nella direzione giusta preferendo gli ETF ai Fondi Comuni.
@ MarcoP
La trasformata sostituisce la linea dei prezzi ed essendo ‘meno frastagliata’ riduce i falsi segnali che ti dà il “semplice” incrocio della media mobile con la linea dei prezzi.
Spiego come calcolare la trasformata e come usarla nell’ambito della strategia dell’investitore attivo qui:
https://www.segretibancari.com/investimento-perfetto/
Grazie per i complimenti e a presto!!
@ Geo
Secondo me sì. E’ sacrosanto che ci siano dei fondi comuni che battono il benchmark ma la cosa è ‘probabile’ – a patto di selezionare i prodotti migliori – e non certa mentre di sicuro ci sono i costi. Per questa ragione un portafoglio composto in maggioranza da ETF difficilmente la tradirà. Continui così e grazie per la sua stima e la sua fiducia.
Caro PIERGIORGIO,
la Tua esposizione è talmente chiara e professionale che denota una conoscenza del mercato finanziario di cui il sottoscritto non ha la presunzione di avere.
Aggiungo dicendoti che leggo sempre i Tuoi interventi nel blog e chissà mai che un giorno riuscirò a diventare bravo come te!
Nello stesso tempo però mi conforta il fatto che la mia strategia di un portafoglio costituito prevalentemente da ETF riscontra la Vs. approvazione.
Al momento sto replicando il portafoglio di T&S Base ma non escludo un mio imminente ingresso in uno o più dei portafogli di T&S Premium dove gli ETF appunto costituiscono la quota predominante.
I dubbi sono con quale dei tre (dinamico, income e lazy) cominciare e per questo un Tuo consiglio sarebbe quanto mai gradito.
Ti ringrazio anticipatamente.
Caro Geo, grazie sei troppo gentile.
Personalmente penso che siano tutti e tre validissimi, in più Roberto Donzelli è davvero in gamba; personalmente investirei in tutti e tre, in quanto hanno obiettivi diversi.
Esempio:
Se avessi 100.000€ investirei il 50% in quello “Lazy” ponendomi come obiettivo una pensione integrativa (lunghissimo termine). Il 30% nel portafoglio “Income” per integrare il reddito attuale (medio – lungo termine) ed infine con il 20% restante lo investirei nel “Dinamico” con l’ obiettivo della crescita della ricchezza (medio termine). Naturalmente con l’ andare dell’ età, cambiano le esigenze e gli obiettivi e di conseguenza si possono variare le percentuali a favore di un portafoglio piuttosto che di un’ altro.
Grazie!
Grazie a Te, PIERGIORGIO, analisi irreprensibile.
Questa attuale fase positiva dei mercati, preludio probabile di un possibile Bear Market e a qualche ribasso che prima o poi ci sarà ma anche la mia personale situazione mi costringe a richiedere un Tuo ulteriore approfondimento sulla composizione e le percentuali dei portafogli.
Per completezza di informazioni, Ti dico pertanto che ho 58 anni, diplomato e sono un lavoratore autonomo.
Grazie anche al Dott.SAVER per questo spazio che ci sta concedendo e con il quale arriverò per gradi a richiedere il Suo supporto e quello del Suo team con l’Investment Club.
Carissimo Geo, le rispondo molto volentieri.
Appurando la sua situazione, direi che la ripartizione più corretta potrebbe essere (secondo la mia opinione):
50% “Lazy”
40% “Income”
10% “Dinamico”
Con la conseguente che si costruisce una pensione integrativa, alimenta il suo reddito attuale ed anche se in poca percentuale, punta anche ad un’ accrescimento più marcato della sua ricchezza (che avviene comunque anche con gli altri e due portafogli).
Il tutto con un rischio contenuto, proveniente da una gestione attiva dei portafogli garantita Roberto Donzelli.
Dopo questa fruttuosa corrispondenza, caro PIERGIORGIO, desidero ringraziarTi e dirTi che comincerò già da domani con il portafoglio Lazy il cui timing d’ingresso non sembra determinante.
Per gli altri due portafogli, Ti chiedo, considerando l’attuale fase positiva dei mercati, se ritieni utile entrare adesso.
E’ la mia ultima considerazione.
Grazie per la pazienza e scusatemi se sono stato un po’ troppo prolisso.
Caro Geo,
Sull’ azionario consiglierei di entrare poco alla volta, a distanza di qualche mese. Vero che non sappiamo cosa succederà domani sui mercati, ma visto che essi corrono da parecchio e molti mercati dei paesi sviluppati sono vicini o hanno addirittura superato i massimi del 2008, meglio essere prudenti.
Salve!!! Ho due fondi int/fle .Il p.fogli e’ molto simile.Non batte l’indice ma e’in linea col settore.Il primo ha un ter del 5% e la capital di 100mln. Mentre l’ altro ha un ter del 4.5% e la cap. piu’cinque volte.C’e un nesso? Gestione diversa tra chi tiene piccole somme e medie somme? Molti piu’ retail per la maggiore capital? Tanti saluti al blog!!!
@ Andrea
Di solito più i fondi sono grandi meno si discostano dal benchmark per due ragioni:
a – al gestore non interessa tanto che il cliente guadagni quanto piuttosto che non sia così deluso rispetto alla concorrenza da andarsene. Ormai ha i suoi clienti e la SGR vuole mantenere lo status quo piuttosto che rischiare di perdere clienti e provvigioni;
b – i fondi più grandi sono anche quelli meno manovrabili e quindi più ingessati a livello di movimentazione e di rendimento.
Un caro saluto anche a te!!
arca strategia globale crescita da evitare, un fondo comune flessibile che ha perso più del 3% da aprilie 2015 ad agosto 2015.
Questo fondo non si fa influensare dai mercati ( dicono loro ) protegge il patrimonio ( dicono loro )
State alla larga uomo avvisato
I miei genitori hanno in pancia un arca bond flessibile che non riesce in alcun modo a tornare positivo mentre altri fondi ( es. Pictet Mago? ) li vedo molto più attivi e soggetti si a perdite ma anche ad importanti inversioni di tendenza.
@ Giulio
Dovresti fare un’analisi approfondita del prodotto per capire le ragioni di questo andamento deludente. provaci da solo, poi posta qui quello che hai scoperto così ne parliamo insieme…
Buona giornata a tutti, io vorrei condividere con voi le mie scelte, oltre ad aver acquisito posizioni sugli ETF suggeriti da Giacomo, che ringrazio per l’estrema chiarezza e condivisione delle proprie competenze, il grosso del mio piccolo patrimonio l’ho investito in ETICA Obbligazionario Misto, il quale dopo tante analisi mi è sembrato un buon prodotto, perevitare di bloccare leliquidità in conti depo vincolati a 3 o più anni. Che ne pensate?
@ Gianfranco
Grazie per i complimenti. Posso chiederti in base a quale tipo di analisi hai dedotto che il fondo Etica Obbligazionario misto è un buon prodotto ed è idoneo al raggiungimento dei tuoi obiettivi finanziari?
Buonasera Giacomo, sono lieto di poter condividere con lei il mio ragionamento al fine di poterlo eventualmente evolvere o cambiare. Ho 41 anni ed il mio orizzonte temporale per questo investimento è di circa 2/3 anni (dovrò riscattare tale cifra per procedere all’acquisto di un immobile) pertanto, per provare ad ottenere dei risultati leggermente superiori a quanto offerto dai conti deposito Rendimax (2% lordo) con vincoli a 24 mesi, ho pensato alla seguente asset allocation: 90% bond globali (duration massima 3/4 anni); 10% Azioni large cap internazionali.
Avrei potuto con questi 2 ETF fare più o meno la stessa cosa: Lyxor EM35.MI (Euro MTS 3-5Y) e Ishares SWDA.MI (MSCI World), con il timore però di non poter tempestivamente attuare correzioni di pesi e/o duration nel caso i mercati si dovessero complicare (purtroppo raramente riesco a mettermi davanti al PC negli orari per impartire gli ordini di acq/ven).
Ho scelto pertanto ETICA Obb Misto R (anche se un filino caro x commissioni di gestione) perchè ha 5 stelle morningstar, perchè ha la possibilità di variare autonomamente pesi, duration, perchè i suoi rendimenti passati sono abbastanza stabili e perchè non ho pagato le commissioni di sottoscrizione.
Altra cosa invece per quanto riguarda il mio portafoglio per accantonamento di un risparmio per il lungo periodo 100% MSCI World (SWDA.MI) in cui verso periodicamente (2 volte/anno), per poi iniziare a migrarlo in qualcosa di meno volatile fra una decina/quindicina di anni.
Grazie anticipatamente, rimango in attesa di una sua graditissima osservazione a quanto da me esposto.
Tanti saluti. Gianfranco
@ Gianfranco
Mi sembra una buona allocazione. Se disponi di un sistema dinamico di ingresso uscita non è un problema stabilire il momento ottimale di acquisto – vendita dell’ETF SWDA.MI. In alternativa puoi anche comprarlo e tenerlo, perché a meno di grandi crisi finanziarie il suo valore dovrebbe essere tendenzialmente crescente nel tempo.
Credo che vada bene anche il fondo ETICA, anche se non avrei usato le stelle per sceglierlo, poiché esse sono un indicatore fallace ed imperfetto.
Ottima l’idea di fare un PAC sull’ETF azionario globale.
Ti faccio i miei complimenti per il lavoro svolto e ti ringrazio per avermi scritto.
La mia banca mi propone ripetutamente fondi flessibili specificando , probabilmente per invogliarmi, che non hanno costi; a volte mi trovo in difficolta’ perchè non so cosa replicare per capire se vi sia un’ insidia camuffata . C’ è qualche domanda che si può fare per fare emergere eventuali costi nascosti?
@ Anna
Chieda alla banca come fa il gestore a vivere se il prodotto non ha costi e si faccia dire quali sono le commissioni di gestione del fondo. Sono questi i costi “nascosti” che inficiano pesantemente il rendimento finale dell’investimento.
Buona sera. Un consiglio ,sono un lavoratore metalmeccanico ,di 49 anni ,ho aderito a in fondo di categoria ,e ho scelto il comparto prudente con 75 obbligazioni e 25 azioni ,non essendo più giovanissimo ,potrei passare al comparto crescita che prevede 50azioni e 50 obbligazioni ,oppure rimanere fino alla pensione .grazie
@ Paolo
Se vuole sapere come impostare un piano pensionistico efficace le consiglio di iscriversi al livello Personal di A Scuola di Investimenti, in cui troverò ciò che cerca. Un cordiale saluto.