Investire in fondi conviene davvero? Recensione e opinioni

28 Novembre 2022

investire in fondi comuni conviene

Investire in fondi conviene? La risposta a questa domanda dipende da molti fattori, che stiamo per esaminare. Tuttavia la nostra trentennale esperienza sul campo suggerisce all’investitore di stare alla larga da questi prodotti. Ecco perché.

Cosa sono i fondi comuni

Con “fondi comuni” intendiamo gli strumenti d’investimento affidati a società di gestione del risparmio (SGR). Queste società raccolgono il capitale degli investitori e poi lo gestiscono investendo su azioni, obbligazioni, titoli di Stato ecc.

Quando si parla di fondi comuni, la distinzione più importante è quella tra fondi attivi e fondi passivi:

  • Fondi a gestione attiva: devono fare meglio del proprio riferimento, il benchmark, per dare un rendimento extra all’investitore rispetto al mercato;
  • Fondi a gestione passiva: non hanno un’intermediazione e replicano l’andamento del proprio benchmark di riferimento.

I fondi comuni, tuttavia, difficilmente possono essere un investimento conveniente. Scopriamo quali sono le problematiche per gli investitori.

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Il problema dei costi

I costi sono uno dei maggiori problemi quando si parla di fondi a gestione attiva. Il gestore viene retribuito tramite commissioni, prelevate direttamente dall’investimento nel fondo. Queste commissioni sono:

  • Commissioni di gestione: retribuiscono il gestore.
  • Commissioni di distribuzione: retribuiscono la banca.
  • Commissioni di sottoscrizione: retribuiscono anch’esse la banca, in ingresso.
  • Commissioni di rimborso: di solito retribuiscono la banca, in uscita.
  • Commissioni di performance: sono addebitate in circostanze specifiche. Sono applicabili sia in caso di guadagno che talvolta in caso di perdita. Soprattutto non compensano mai la perdita: quando guadagni, il gestore prende una parte degli utili, mentre le perdite non prevedono una compensazione.

Le commissioni di gestione e di distribuzione sono spesso raggruppate in “Spese Correnti” o “TER” (Total Expense Ratio). Tuttavia, tutte le commissioni sono elencate nel modulo KIID (Key Investor Information Document), consegnato prima dell’investimento.

Caratteristiche e svantaggi dei fondi comuni

Scopriamo ora le caratteristiche e i problemi principali di questo tipo di investimento:

  • Complessità. Un prodotto eccessivamente complesso può essere pericoloso. I fondi sono più complessi di obbligazioni, azioni e altro. In questo caso, è difficile comprenderne il funzionamento per il risparmiatore: questi strumenti sono spesso resi estremamente complessi di proposito.
  • Costi. Lo abbiamo già analizzato, ma vale la pena ricordare che potresti pagare commissioni enormi su fondi che spesso non riescono a garantire rendimenti in linea con quelli dei benchmark.
  • Trasparenza. La gestione dei fondi comuni non è molto trasparente. Puoi consultare il portafoglio e leggere attentamente lo statuto ma è difficile conoscere le motivazioni dietro gli investimenti del gestore.
  • Chiarezza dello statuto. Gli statuti delle società di gestione rispettano la legge fornendo le informazioni richieste ma non sono semplici da comprendere per un risparmiatore.
  • Rischio. I fondi obbligazionari si dividono in fondi con rendimenti negativi o bassi (che non riescono a coprire gli enormi costi) e fondi con rischi più elevati di quello che sembra.
  • Benchmark. I numeri sottolineano che pochissimi fondi riescono ad avere performance migliori dei benchmark di riferimento, soprattutto al netto delle commissioni.
  • Flessibilità. In questo caso la flessibilità non va a favore del risparmiatore: i fondi flessibili spesso non presentano alcuna regola per la composizione del portafoglio e per la sua gestione.
  • Liquidità. I fondi non sono quotati e richiedono tempi più lunghi per il disinvestimento. Dovrai parlare con la SGR o con chi colloca il fondo per riprendere i tuoi risparmi.

Cosa fare in alternativa?

Investire in fondi presenta costi elevati per la gestione, specialmente nella gestione attiva. Inoltre le imposte sono piuttosto elevate, arrivando al 26%. C’è poi il problema che risiede nel grado di rischio, che può essere più o meno alto.

L’alternativa è rappresentata dai fondi passivi o ETF. Questi strumenti sono analoghi ai fondi comuni ma non hanno né gestore né commissioni. Inoltre, si limitano a replicare l’andamento di un indice senza cercare di batterlo. In breve, detengono tutti i titoli che fanno parte dell’indice senza discriminare tra quelli buoni o meno buoni.

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari