Cosa faresti se una patrimoniale colpisse i BTP?

15 Marzo 2024

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La patrimoniale è una tassa che colpisce il possesso della ricchezza. Ad esempio quella investita in strumenti finanziari. Ad oggi i “conti titoli” sono già tassati allo 0,20% annuo, ma un’ulteriore scure potrebbe abbattersi proprio sui tuoi amati BTP.

Il futuro: più tasse sulla ricchezza

Il fatto che le finanze pubbliche siano in grave difficoltà è una storia vecchia. Potremmo pensare che la prima ondata di aggravio del debito pubblico sia avvenuta nel 2008, in seguito alle misure necessarie per uscire dalla Grande Crisi. Poi è arrivata la pandemia globale e le misure anti COVID19 hanno indotto i Governi ad aumentare le spese, contraendo nuovo debito.

Ma presto o tardi il cerchio dovrà chiudersi e l’Italia è messa male. I BTP, infatti, rendono più dei titoli greci, ad evidenziare che nonostante il signor Rossi faccia finta di niente i rischi ci sono. Nel 2011, nel pieno della crisi, eravamo sostenitori dell’investimento in titoli pubblici. Chi seguì i nostri consigli, leggendo regolarmente il nostro blog, ottenne guadagni importanti. Ma ora la situazione è diversa.

Il Governo dovrà prendere i soldi dove ci sono. E tassare ulteriormente il lavoro non è conveniente. Si minerebbe la già precaria competitività del Paese. Restano, nell’ordine:

  • le imposte sugli immobili (che peraltro non si possono spostare)
  • la reintroduzione della tassa di successione
  • una possibile imposta sui titoli di Stato.

Caro investitore e se stessi facendo le cose sbagliate in questo momento? Mettiti alla prova e scopri cosa migliorare.

L’evoluzione del debito pubblico

Il debito pubblico si è ingigantito a partire dagli anni ’80 fino a diventare la cifra mostruosa che oggi pesa sulle nostre spalle. Ma, ancor più grave, è l’effetto palla di neve. Il famigerato rapporto debito/Pil, in breve, scende solo se il numeratore cresce meno velocemente del denominatore. Ciò implica che la crescita economica dovrà essere più forte dei tassi di interesse pagati. Ma la cosa è impossibile, soprattutto ora che i tassi sono risaliti e probabilmente si stabilizzeranno su valori alti. Mentre la crescita economica langue.

La riduzione del debito potrebbe passare per una tassazione ad hoc dello stesso. Ipotesi che oggi non è più così irragionevole.

Un’analisi completa ed approfondita del fenomeno è disponibile in una puntata del nostro Podcast:

Perché potrebbe arrivare una patrimoniale sui BTP?

Negli anni passati i titoli pubblici erano “classati” ossia comprati dalla BCE. Ma con la fine dei vari programmi di allentamento monetario e con il disimpegno del sistema bancario, diventato un venditore netto, le cose sono cambiate. Ora il MEF sta puntando ai piccoli risparmiatori. Quegli stessi che comprarono il BTP Futura per poi trovarsi con il 20% in meno dopo pochi mesi.

Il rimpatrio del debito è una condizione essenziale per garantirne la sostenibilità, ma è anche una premessa per la sua tassazione. Mentre gli investitori esteri digerirebbero male una tale imposizione, per gli italiani sarebbe diverso. Non so se ricordi ma a causa di una questione burocratica legata alla stampigliatura dei tassi di interesse sul retro dei Buoni Fruttiferi Postali i giapponesi smisero di comprarli.

Sono passati diversi anni, ma il concetto è lo stesso. Tartassa i non residenti e questi spariranno. Se, invece, i BTP sono tutti in casa è più facile imporre una tassazione. Davvero ci sarà una patrimoniale sui BTP? Nessuno può saperlo. Però non è un caso che adesso l’investimento nei governativi sia escluso, entro certi limiti, anche dall’ISEE.

Quando la ricchezza degli italiani sarà per lo più nel debito del Paese sarà più facile eventualmente tassarla. Magari sotto forma di una riduzione del valore di rimborso. O qualche altra forma di prelievo una tantum. In fondo cosa fece Amato nel luglio del 1992? In una notte impose quella “malefica” imposta sulla liquidità presente sui conti correnti e depositi a risparmio.

Le contromisure (anche se la tassa non arriverà mai)

Uno dei dogmi della finanza è che rendimento e rischio vanno a braccetto. Sebbene la relazione non sia di tipo lineare, se cresce il rendimento significa che aumenta anche il rischio e viceversa. Ossia il presupposto affinché gli investitori detengano un’attività rischiosa è che essa renda in maniera appropriata per il pericolo che implica.

I BTP oggi sono più rischiosi di quanto si creda, a prescindere da un aggravarsi della loro tassazione. Il nostro consiglio è quello di andare piano con i titolo pubblici italiani. Oggi non sono particolarmente convenienti. Meglio, invece, diversificare magari usando un ETF obbligazionario specializzato sui governativi euro a scadenza medio-lunga. In questo modo beneficerai dello scenario di tassi stabili (o addirittura in discesa) ma non ti sottoporrai troppo al rischio emittente.

Per questo siamo qui…

Era il 2010 quando nacque Segreti Bancari con lo scopo di aiutare le persone ad investire diversaMente partendo da ciò che sappiamo di non sapere, e usando un linguaggio semplice, pacato e coinvolgente. Ecco due risorse di approfondimento che ti consigliamo:

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari