Tutto sull’indice S&P 500: composizione, previsioni e indicazioni di investimento

22 Aprile 2022

Indice S&P 500 cos'è

L’S&P 500 è uno degli indici azionari più importanti e seguiti al mondo. In questo articolo vedremo cos’è, la sua storia, quali sono le azioni principali che lo compongono, quando e come si può investirvi.

Cos’è l’S&P 500

Lo Standard & Poor’s 500 è un indice azionario nato nel 1957. Esso misura l’andamento delle 500 azioni a più larga capitalizzazione quotate negli USA, in particolare sui mercati NYSE (New York Stock Exchange) e NASDAQ.

L’indice copre l’80% circa della capitalizzazione di mercato. Esso è più importante del tradizionale Dow Jones. A differenza di quest’ultimo, infatti, il primo è maggiormente ampio. Esso non si limita a monitorare l’andamento di trenta titoli industriali, ma raggruppa 505 azioni di società di diverso tipo.

Due azioni, infatti, sono “doppie”, poiché sono incluse nell’indice diverse versioni della stessa classe. In sintesi i titoli appartenenti all’indice sono relativi ad aziende statunitensi con una capitalizzazione di mercato superiore a 6,1 miliardi di dollari, un flottante del 50% almeno, un volume di scambi mensili, negli ultimi 6 mesi, non inferiore a 250.000 azioni ed un valore medio annuale del titolo, superiore a 1,0 dollaro. Le società in questione devono inoltre presentare un utile di bilancio nei 4 precedenti trimestri, inteso come somma totale.

La ponderazione delle azioni avviene in base al flottante, ossia al numero di azioni in circolazione moltiplicato per il loro valore.

A partire dall’inizio del 2003, esiste l’indice S&P 500 EWI, Equally Weighted, nel quale tutti i 500 partecipanti hanno il peso uguale pari al 0,2%. Ciò permette di evitare una eccessiva concentrazione del’indice, come vedremo.

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Criteri di valutazione

In origine l’indice era basato sulla capitalizzazione. Essa, com’è noto, deriva dal prodotto tra il prezzo di una singola azione e il numero totale dei titoli in circolazione. Ciò implicava che i titoli “più pesanti” erano quelli con la capitalizzazione maggiore. A partire dal 2005, invece, il criterio base è quello della capitalizzazione riferita ai titoli flottanti, ossia non piazzati nelle casse degli investitori stabili.

Il punto debole dell’indice è che lo stesso è parecchio concentrato. I primi dieci titoli che lo compongono, in definitiva, rappresentano più del 20% del totale. Notiamo, inoltre, come una fetta importante di questi sia appartenente al settore tecnologico.

Titoli principali

L’S&P 500 è composto da azioni di società a larga capitalizzazione. Questo può rappresentare un limite per l’investitore che voglia una esposizione più ampia all’interno del mercato statunitense. Ecco, in breve, le aziende più importanti:

  • Apple
  • Amazon
  • Microsoft
  • Meta (Facebook)
  • Alphabet (Google) A
  • Alphabet (Google) B
  • Berkshire Hathaway
  • Johnson & Johnson
  • JP Morgan Chase
  • Visa
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Orari di negoziazione

L’indice S&P 500, come tutti gli altri indicatori finanziari, è calcolato in tempo reale. Esso è disponibile durante tutta la seduta borsistica, con aggiornamento ogni 15 secondi. Le contrattazioni iniziano alle 9.30 del mattino (ore 15:30 italiane) e terminano alle 16: 00 (ore 22:00 italiane).

Nel periodo in cui in Europa scatta l’Ora legale si ha un disallineamento negli orari di contrattazione poichè negli USA l’ora legale è sfasata di un paio di settimane rispetto all’Europa (per cui apertura e chiusura di Wall Street slittano di un’ora in anticipo o in ritardo). L’andamento dell’S&P 500 nel pomeriggio influenza la chiusura delle borse europee.

Accade spesso, infatti, che l’andamento dei listini del Vecchio Continente cambi di segno in base all’apertura di Wall Street.

Andamento e quotazione

È possibile seguire l’andamento dell’indice su tutte le principali piattaforme di informazione finanziaria. Un sito particolarmente utile è Tradingview, che riporta, in aggiunta alla quotazione, anche un grafico interattivo dettagliato e personalizzabile.

Il codice (o ticker) da usare per ottenere la quotazione in tempo reale è SPX. Alcuni fornitori di quotazione, invece, usano il simbolo GSPC.

Dopo aver raggiunto il massimo assoluto a 4818 punti nella settimana del 3 gennaio 2022, l’indice è sceso fino a 4161 a marzo. In occasione della pandemia da COVID-19, invece, la discesa dell’S&P 500 fu del 30% circa.

Come investire nell’indice S&P 500

Esistono tre modi differenti di prendere posizione sui titoli sottostanti. Dopo averli brevemente esaminati vedremo anche quali sono i consigli pratici per l’investitore.

Direct indexing

Consiste nel comprare un campione dei titoli che formano l’indice con lo scopo di ottimizzarne la replica. Ovviamente non è possibile comprare tutte le 500 azioni, per cui occorrerà fermarsi alle prime dieci, che sono anche quelle più pesanti.

Il vantaggio sta nell’assenza di costi di manutenzione. Lo svantaggio nel fatto che occorre monitorare la composizione dell’indice per vendere i titoli che escono dal paniere e comprare quelli che entrano a farne parte.

CFD

I contratti per differenza (CFD) permettono la replica diretta dell’S&P 500. Essi, tuttavia, in quanto passività bancarie implicano il rischio di default dell’emittente. Qualora la banca fallisse, ovvero venisse attivato il bail in, i soldi investiti verrebbero persi.

ETF

La scelta migliore, a nostro avviso, consiste nell’acquisto di un ETF. Si tratta, infatti, di fondi di investimento passivi che con costi ridotti consentono la replica efficace dell’indice. In particolare segnaliamo iShares Core S&P 500.

Esso costa lo 0,07% l’anno, è a replica fisica totale, ad accumulazione dei proventi e vanta un patrimonio di 54.057 milioni di euro.

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Previsioni

Indovinare ciò che potrà accadere in futuro è sempre un esercizio difficile. Tuttavia possiamo fare alcune considerazioni di tipo storico. La borsa USA, in breve, ha sempre offerto rendimenti positivi per chi ha mantenuto l’investimento per oltre 15 anni.

L’indice S&P 500, inoltre, rappresenta il mercato finanziario più importante al mondo. Escluderlo da un portafoglio semplicemente non avrebbe senso, poiché un suo eventuale crollo impatterebbe su tutti gli altri mercati.

A causa della performance straordinaria dell’ultimo decennio, tuttavia, è ragionevole ipotizzare una performance più modesta nei prossimi anni.

andamento quotazione storica S&P500

Il grafico mostra come dopo il tonfo pandemico l’indice sia ripreso innescando un forte trend rialzista che si è però interrotto a gennaio 2022. Da quel momento è iniziato uno storno, cui ha fatto seguito un recupero, che mostra una lateralizzazione del movimento.

In termini semplici la spinta rialzista si è esaurita, al momento, lasciando spazio ad una fase priva di direzionalità con rialzi e ribassi che tra loro tendono a compensarsi.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari

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