Mercati ai massimi: panico o opportunità? 5 consigli per investire con saggezza

16 Settembre 2025

naked markets

Il 2025 è iniziato in modo turbolento: un rialzo, un forte ribasso e ora una ripresa che ha portato i mercati sui massimi storici. Questa situazione, come abbiamo discusso con i nostri clienti durante un evento a Castagnito (CN), genera una domanda tanto comune quanto legittima: “È il momento di vendere tutto prima del crollo?”.

Chi ci segue sa che la nostra missione è fare chiarezza. Analizziamo quindi la situazione con lucidità, offrendo come sempre spunti pratici per gestire i propri investimenti con la diligenza del buon padre di famiglia.

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Perché i massimi di oggi non devono spaventare (ma richiedono attenzione)

Vedere gli indici ai vertici può creare un senso di vertigine. Si leggono titoli allarmistici, si ascoltano previsioni catastrofiche e il dubbio si insinua. Tuttavia, è fondamentale ricordare un principio base: i massimi sono fatti per essere superati. I mercati azionari globali, in media, crescono per cinque anni su sei. Investire in indici diversificati, magari tramite ETF a basso costo come suggeriamo, significa puntare sul progresso e sul capitalismo, un sistema vivo e in continua evoluzione.

Ma la situazione attuale è diversa dalla bolla speculativa del 2000? La risposta è sì, per tre ragioni principali:

  • Manca l’euforia irrazionale. Ricordate la fine degli anni ’90? Si comprava qualsiasi cosa avesse a che fare con internet, a prescindere dagli utili. Oggi non è così. Le “Magnifiche Sette” sono aziende solide, con utili reali e un posizionamento di mercato dominante e riconoscibile. Se pensiamo alle auto elettriche, pensiamo a Tesla; se pensiamo agli smartphone, pensiamo a Apple.
  • Il dollaro debole fa da freno. I massimi di cui parliamo sono espressi in dollari. Per un investitore europeo, la svalutazione del dollaro ha di fatto “mangiato” una parte consistente dei guadagni. Questa dinamica suggerisce che non siamo di fronte a una sopravvalutazione globale e generalizzata. Anzi, un futuro recupero del dollaro potrebbe agire da cuscinetto protettivo in caso di correzione degli indici azionari.
  • Europa ed Emergenti sono rimasti indietro. L’attenzione è tutta sugli Stati Uniti, ma non dobbiamo dimenticare “l’effetto Noè”, ovvero la possibilità di una discontinuità rispetto al passato. Tra il 2000 e il 2008, mentre l’America faticava a riprendersi dalla bolla, i mercati emergenti triplicarono il loro valore. Oggi, Europa e mercati emergenti presentano valutazioni più contenute e potrebbero diventare i protagonisti dei prossimi anni.

5 spunti operativi per investire quando i mercati sono alti

Essere ottimisti sul lungo periodo non significa essere imprudenti nel breve. Anzi, è proprio quando il mare è calmo che bisogna controllare le dotazioni di sicurezza. Ecco cinque consigli pratici.

  • Siate più prudenti: scalate una marcia. Non è il momento di uscire dall’autostrada, ma forse di passare dalla corsia di sorpasso a quella di marcia. In termini pratici, si può considerare una leggera riduzione del peso azionario in portafoglio o una rotazione verso settori meno “euforici”, magari usando ETF fattoriali.
  • Aumentate i bond a breve scadenza. Strumenti come i BOT o altri titoli di stato a breve termine offrono oggi un rendimento che, pur modesto, aiuta a proteggersi dall’inflazione e a ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Spostare qui una parte della liquidità o dei guadagni realizzati è una scelta saggia.
  • Non anticipate il ribasso. Il più grande errore è “giocare” con il mercato, vendendo tutto in attesa del “Cigno Nero”. Quel crollo potrebbe non arrivare per anni, facendovi perdere importanti opportunità di crescita. Mai cercare di prevedere il mercato, ma prepararsi a ogni evenienza.
  • Considerate oro e argento, anche se cari. I metalli preziosi non sono solo una scommessa su un loro rialzo. La loro funzione principale è la decorrelazione. Nel crollo del 2008, l’oro si apprezzò in misura quasi speculare al ribasso degli indici azionari, proteggendo i portafogli diversificati.
  • Siate pazienti con i REITs (Real Estate). Se avete in portafoglio società immobiliari (REITs), probabilmente non stanno brillando. Sappiamo che l’investitore tende a focalizzarsi sull’unico strumento in perdita. Tuttavia, questi asset potrebbero recuperare terreno in caso di recessione o di una rotazione dai titoli tecnologici a settori più tradizionali. Se non li avete, considerate di inserirli; se li avete, portate pazienza.

Implicazioni strategiche: il mercato azionario non è un BTP

Quali sono, dunque, le conclusioni operative per un portafoglio ben gestito?

Il punto cruciale è evitare di trasformare la percezione del mercato azionario. Non è e non sarà mai un’alternativa a basso rischio a un titolo di stato. Il rendimento atteso è un premio per il rischio, non una rendita garantita. Se un’allocazione prudente ha generato performance anomale negli ultimi anni, è compito nostro riconoscerle come tali e ricalibrare le aspettative future a un livello sostenibile.

Questo non significa stravolgere la propria asset allocation strategica ad ogni soffio di vento. Significa, piuttosto, effettuare aggiustamenti tattici marginali: una leggera riduzione dell’esposizione azionaria, un incremento della liquidità o l’inserimento di strumenti decorrelati possono essere interventi di “limatura” sensati, volti a ottimizzare il profilo di rischio/rendimento del portafoglio senza tradirne la vocazione di lungo periodo.

Dall’analisi all’azione: costruire una strategia personalizzata

Comprendere queste dinamiche globali è il primo passo, fondamentale, per un investitore consapevole. Il secondo, decisivo, è tradurre questa comprensione in scelte coerenti con la propria, unica, situazione patrimoniale, professionale e familiare.

L’analisi di mercato fornisce le coordinate generali, ma la rotta deve essere tracciata su misura. Ogni portafoglio ha obiettivi specifici, un orizzonte temporale definito e una tolleranza al rischio che deve essere rispettata con disciplina. È in questo passaggio dal generale al particolare che si concretizza il valore di una consulenza strategica.

Per questo siamo qui…

Era il 7 dicembre del 2009 quando pubblicammo il nostro primo articolo su blogspot. Una data simbolica, perché a Milano è festa patronale e Milano è la capitale della finanza. Da allora non abbiamo mai interrotto la nostra missione per aiutarti ad investire in modo diverso, usando la testa e non lo stomaco e credendo nella semplicità.

Ecco come si concretizza il nostro impegno per te:

Think different. Invest differently.

La Redazione di Segreti Bancari

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