Taglio tassi 2024: conseguenze e strategie

25 Marzo 2024

Taglio tassi effetti

Anche tu investi in base alle previsioni circa il futuro andamento dei mercati? Allora sarai sorpreso nello scoprire che sapere quando avverrà il prossimo taglio dei tassi è irrilevante. Il mercato, infatti, già ha scontato un ritocco dei rendimenti a partire dall’autunno. Ma tu puoi impostare una strategia efficace ORA, sapendo di NON SAPERE.

Taglio tassi 2024: conseguenze anticipatarie

Una delle poche certezze che abbiamo riguardo ai mercati è che gli stessi si muovono in base alle aspettative e non ai fatti. Quante volte hai letto o sentito di un’azienda le cui quotazioni sono scese nonostante i risultati trimestrali fossero buoni? Ciò accade perché gli investitori continuamente si muovono sulla base delle aspettative.

E confrontano i fatti reali in base a ciò che si attendevano. In tema di taglio dei tassi pensa alla famosa frase di Draghi “whatever it takes” che salvò l’Euro. Bastò l’intenzione a sortire gli effetti. Scendendo nel pratico si pensava ad un imminente taglio dei tassi già nell’autunno del 2023.

Anzi, possiamo dire che il progresso dell’azionario mondiale, che guadagnò il 18% tra fine ottobre 2023 e gennaio 2024 è ascrivibile proprio a questo. Nell’istante in cui si materializzavano i timori di un rallentamento economico e una discesa dell’inflazione gli operatori già “prezzavano” un taglio dei tassi. Ora le cose sono cambiate.

E se stessi sbagliando approccio con i tuoi investimenti? Scopri perché.

Investire seguendo le previsioni è inutile e dannoso. Infatti non solo le aspettative potrebbero rivelarsi errate. Ma se anche sono corrette i loro effetti potrebbero già essere stati “incorporati” nei prezzi.

Ragioni del taglio

Il rialzo inatteso dell’inflazione americana a gennaio ha ridotto drasticamente le probabilità di un intervento espansivo della FED nei primi mesi del 2024. Se guardiamo al mercato dei derivati scambiati sul Chicago Mercantile Exchange (CME) possiamo stimare che le probabilità sono ferme al 38%. Forse il primo intervento potrebbe avvenire, ben che vada, in occasione della riunione del 12 giugno.

Per contro Robert Holzmann, governatore della banca centrale austriaca e quindi anche membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE), in una intervista a Bloomberg durante il World Economic Forum di Davos, ha dichiarato che in Europa la limatura dei rendimenti dovrà attendere.

Secondo il banchiere centrale, infatti, i rischi geopolitici legati al canale di Suez sono sottostimati. In altri termini il protrarsi degli scontri con gli Houthi potrebbe fare lievitare i prezzi minando la discesa dell’inflazione che la BCE auspica e che fa parte del suo mandato.

Cosa accade ai prezzi

L’indice dei prezzi al consumo Cpi è aumentato dello 0,3% su base mensile, portandosi su un tasso annuo del 3,1% a gennaio; il dato di fondo, con un incremento dello 0,4% su dicembre si è attestato al 3,9%. Il tasso annuale core e quello generale si sono rivelati superiori alle attese degli analisti di due decimali

Per quanto riguarda i servizi il loro costo complessivo è lievitato dello 0,70%. Si tratta del dato più alto da oltre sei mesi che corrisponde ad un dato annualizzato del 5,40%. Poiché il settore terziario è quello in cui l’incremento delle retribuzioni più si “scarica” sui prezzi, è naturale attendersi un maggior rigore da parte delle banche centrali.

Senza contare che il tasso di disoccupazione negli USA è storicamente basso. Esso, infatti, si attesta al 3,70%.

Conseguenze sul mercato

Un taglio dei tassi ha effetti differenti sulle varie classi di attivo. Prima di vedere quali siano occorre fare un a premessa. A fine 2023 già si dava per scontata una sforbiciata da parte delle banche centrali nella primavera 2024. Poi le attese si sono spostate per l’estate.

Ma la cosa importante, per te che pensi che sia possibile investire cercando di prevedere è che occorre una sorpresa forte affinché il mercato si “muova” dalla situazione attuale. Solo se si creano i presupposti per una risposta più potente di quella che i prezzi già scontano le quotazioni potranno muoversi dallo stallo iniziale.

Allo stesso modo muoversi ad evento avvenuto è tardi. Infine gli effetti di un movimento del costo del denaro da parte delle banche centrali ha effetti diversi a seconda delle classi di attivo coinvolte.

OBBLIGAZIONI

Sono lo strumento finanziario più sensibile. Ad esempio nelle ore successive al comunicato dell’ufficio USA di statistica, il Buono del Tesoro decennale ha toccato un rendimento del 4,303%, il più elevato dal 30 novembre scorso. L’euro ha ceduto lo 0,44% sul dollaro toccando un minimo di giornata a 1,0701.

I bond si muovono in modo inverso rispetto all’andamento dei rendimenti. Se questi crescono, perché sfumano le attese di un taglio, i prezzi scendono. Se vuoi speculare sui movimenti delle banche centrali dovrai muoverti in anticipo, sperando che la tua mossa sia corretta. In modo analogo a quando ti diverti con i gratta e vinci o con altre forme di gioco d’azzardo.

AZIONI

A parità di altre condizioni le azioni si comportano come i bond. Esse, infatti, sono simili ad obbligazioni irredimibili. Tuttavia la loro remunerazione, in termini di dividendo, varia nel tempo. Così accade che un taglio dei tassi potrebbe fare scendere le borse azionarie se la risposta della banca centrale arriva come risposta ad una recessione che contrae gli utili futuri attesi.

La ragione per la quale nel 2023 ciò non è accaduto risiede nel potere dell’intelligenza artificiale. Questa, infatti, ha ridotto i costi delle principali società tecnologiche – che rappresentano circa un terzo dell’S&P 500 – permettendo alle stesse di produrre utili record.

Di solito, però, tassi in ribasso implicano una discesa delle quotazioni azionarie.

COMMODITIES

Le materie prime sono sensibilissime ai movimenti dei tassi. Non appena si diradarono le attese per un imminente ribasso da parte della FED l’oro l’oro si è seduto vicino alla soglia dei 2.000 dollari l’oncia, minacciando di portarsi al di sotto di questo livello.

Ancora una volta, però, è utile ricordare che le commodities non sono sensibili a ciò che è accaduto ma alle aspettative su cosa accadrà.

I nostri consigli

Pensare di costruire una strategia di investimento basata sulle previsioni (o attese) di ciò che capiterà è semplicemente assurdo. Sebbene ciò possa soddisfare il proprio ego difficilmente otterrai risultati muovendoti in quella direzione.

Quello che puoi (e dovresti) fare è impostare un’allocazione basata su due pilastri:

  • crescita economica. Inserisci in portafoglio una quota di azioni, che si rivaluteranno negli anni in cui l’economia globale salirà;
  • recessione. I tassi si abbasseranno quando l’economia si avviterà in una crisi recessiva. In questo caso sarà utile avere in portafoglio anche REITs, oro e bond governativi a lunga scadenza.

La tua capacità di mixare in modo sapiente questi ingredienti per affrontare al meglio uno scenario ignoto farà la differenza.

Per questo siamo qui….

Dal 2010 ci battiamo per aiutare le persone ad ottenere risultati migliori dai propri investimenti cambiando il loro atteggiamento di fronte a mercati intrinsecamente imprevedibili. Se vuoi migliorare la tua operatività e cambiare i risultati che otterrai, ecco alcuni spunti:

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari