Piano Sistematico di Prelievo: Cos’è e Come si Imposta?

13 Dicembre 2017

disinvestire dai mercatiChe cos’è il Piano Sistematico di Prelievo?

Il piano sistematico di prelievo (PSP) consiste nel disinvestimento programmato di azioni e/o obbligazioni. Esso può essere attuato in modo automatico attraverso i fondi comuni di investimento, oppure essere impostato manualmente con i singoli titoli o gli ETF.

A prescindere dalla forma utilizzata, l’obiettivo del PSP consiste nel liquidare periodicamente, con cadenza mensile, quadrimestrale, semestrale o annuale una certa somma. Pensato come strumento per monetizzare gli investimenti fatti in precedenza durante la fase di decumulo, il piano può essere usato anche da chi ha un capitale già investito e vuole smobilizzarlo per paura di un crollo dei mercati, senza per questo rinunciare ai rendimenti se le quotazioni crescono.

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Come pianificare il disinvestimento programmato

Il piano di prelievo sistematico è un piccolo sistema per investire che può essere usato sia per creare la liquidità necessaria a vivere, usando il capitale precedentemente accumulato, sia come metodo per diminuire la volatilità di un portafoglio finanziario, evitando i rischi connessi con vendite effettuate nel momento sbagliato.

Nel primo caso l’importo del disinvestimento sarà “dettato” da considerazioni che poco o nulla hanno a che fare con i mercati finanziari. Se per vivere mi occorrono 1.000 € al mese con cui integrare il mio reddito, questo sarà l’importo che preleverò dal mio capitale ogni trenta giorni fino ad esaurimento della somma disponibile.

A meno che il tuo capitale non sia di importo così alto da permetterti di vivere di rendita, il PSP consisterà nel consumare poco a poco il capitale investito. La periodicità ottimale per un prelievo la cui finalità è l’integrazione del reddito è quella mensile.

Se invece vuoi usare il sistema per ridurre la volatilità di un portafoglio finanziario in assenza di esigenze di spesa, il ragionamento cambia in modo sostanziale. In questo caso dovrai impostare alcuni parametri fondamentali che vedremo in dettaglio.

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Il tempo di disinvestimento

La ragione principale per cui si imposta un PSP è la volontà di ridurre l’esposizione ad un certo mercato finanziario, ritenuto “rischioso”, senza per questo azzerare la posizione nel momento sbagliato.

La questione della scelta del momento migliore per comprare e vendere è molto delicata, così come lo è la scelta del tempo di “abbattimento” dell’investimento.

Mentre i mercati finanziari crescono per periodi lunghi in modo abbastanza pigro, le discese si concentrano in poco tempo e sono piuttosto violente. Se imposti un piano sistematico di prelievo troppo corto rischi di effettuare la gran parte delle vendite durante un ribasso dei mercati; se il piano è troppo lungo esso non ti proteggerà dai ribassi, soprattutto se essi dovessero essere duraturi.

A mio avviso è meglio non ragionare in termini di “tempo terrestre”, ma nel numero ottimale di “mosse” da fare affinché il nostro capitale sia completamente disinvestito. Ad esempio potremmo decidere di voler uscire da un certo mercato nel giro di quattro tranches. Di solito non è opportuno suddividere il capitale in un numero maggiore di 5 tranches. Ciò significa che se il patrimonio investito in attività rischiose dalle quali vuoi uscire è di 100.000 € dovrai pianificare vendite per un importo compreso tra i 25.000 € ed i 20.000 €.

La periodicità delle vendite

Un’altra questione riguarda il “quando” effettuare le vendite. Un modo “ingenuo” di procedere potrebbe essere quello temporale: definisco un arco di tempo all’interno del quale procederò a smobilizzare le posizioni vendendo ogni volta dei prodotti finanziari per un importo pari a ciascuna tranches che ho stabilito nel punto precedente.

Un modo più efficace di procedere potrebbe essere quello del value averaging, descritto dal prof. Michael Edleson in un libro introvabile dal medesimo titolo. Il modus operandi, da me rielaborato ed adattato, funziona in questo modo:

  • divido l’importo da liquidare in 4 o 5 trances
  • ogni 6 mesi imposto un disinvestimento programmato. In questo modo nel giro di 2 o 3 anni avrò liquidato per intero il mio capitale “a rischio”
  • ogni 6 mesi effettuo effettivamente la vendita solo se la quotazione dell’investimento sottostante è cresciuta rispetto al periodo precedente.

La durata del piano diventa quindi variabile, a seconda di come vanno i mercati. Se questi continueranno a crescere il piano finirà nel tempo previsto. Se ci saranno dei ribassi il piano verrà automaticamente prolungato, perché nelle fasi di discesa non effettueremo nessuna vendita.

Vantaggi e punti deboli del PSP

La strategia della vendita scadenzata di un prodotto finanziario è sempre sub-ottimale rispetto alla vendita effettuata nel momento “giusto”. Se il mercato cresce nel periodo di disinvestimento, le vendite provocheranno una minore esposizione del patrimonio verso quella classe di attivo, e con essa una riduzione del rendimento finale.

Per comprendere questo punto immagina di pagare un mutuo: gli interessi passivi scendono mano a mano che il capitale viene restituito. Se il mercato scende avrai comunque una quota di capitale investito che perderà valore, per cui – con il senno del poi – sarebbe stato meglio vendere tutto e subito.

Qual è allora il vantaggio di liquidare un importo costante del tuo capitale nel corso del tempo, fermandoti quando il mercato scende? La risposta è piuttosto semplice: ridurre la volatilità e agire con un approccio contrarian, ossia effettuando le vendite quando il mercato sale sperando di terminare in prossimità dei massimi.

In questo modo quando il ribasso arriverà, se non avrai liquidato tutto,  avrai  comunque ridotto il capitale investito e l’impatto del ribasso sarà inferiore rispetto al caso in cui non avessi fatto nulla.

Un altro aspetto importante è che il sistema di cui ti ho parlato è, in qualche modo, cieco: esso si basa sulla definizione “a priori” del numero di tranches necessarie ad azzerare la posizione e cerca di ridurre gli errori vendendo solo quando il mercato sale. La soluzione ottimale sarebbe quella di avere un sistema più preciso per entrare e uscire dai mercati, che ti faccia comprare “tutto in una volta” all’inizio di un rialzo e uscire completamente quando il mercato ha cominciato a flettere.

Se sei alle prime armi e non ti interessa andare oltre, ciò che hai imparato in questo post ti aiuterà ad essere meno impulsivo e a pianificare in anticipo le prossime mosse. Se vuoi imparare un metodo completo per investire il corso on line gratuito Welcome ti sarà senz’altro di aiuto.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari