Attenzione: non sopravvalutare (né sottovalutare) l’efficacia dell’indice MSCI World Index come investimento

30 Dicembre 2023

MSCI World Index

Sei un giovane che ha puntato tutto sull’MSCI World per i suoi investimenti di lungo periodo?Hai fatto bene, ma tieni presente che ogni rosa ha le sue spine e l’indice azionario globale più famoso non fa eccezione.

Come è composto l’indice MSCI World

L’indice Morgan Stanley Capital International, noto come MSCI World index, è composto da 1509 azioni di società di emittenti di tutto il mondo sviluppato. Si tratta, quindi, di un portafoglio molto diversificato, perché ha come sottostante 23 Stati che prende l’85% della capitalizzazione di ognuno di essi.

Ecco qualche dato analitico per meglio comprendere come funziona il “prodotto”.

Composizione geografica

  • Stati Uniti: 70,07%
  • Giappone: 6,10%
  • Regno Unito: 3,99%
  • Francia: 3,25%
  • Canda: 3,14%
  • Resto del Mondo: 13,44%.

I titoli più importanti

  • Apple: 5,18%
  • Microsoft: 4,64%
  • Amazon: 2,34%
  • Nvidia: 2%
  • Alphabet: 1,37%
  • Meta: 1,26%

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Composizione settoriale (principali settori)

  • Tecnologia: 23,12%
  • Finanza: 15,08%
  • Salute: 12,20%
  • Consumi discrezionali: 10,84%
  • Industria: 10,83%
  • Servizi per telecomunicazioni: 7,18%.

Vantaggi per l’investitore

L’indice è il punto di riferimento ideale per i giovani che vogliono costruire una pensione ed hanno un orizzonte di lungo periodo. Allo stesso modo l’MSCI World è una delle pietre miliari di qualsiasi portafoglio ben strutturato. Ma come mai esso viene usato per la creazione di cabine di regia ottimizzate?

Semplicità e diversificazione

Con un solo prodotto, ad esempio un ETF azionario globale, puoi avere una grande diversificazione a tutto tondo. Inoltre i costi della replica sono davvero molto bassi, il che rende lo strumento adatto anche a chi voglia fare un PAC. Infine le statistiche ci dicono che:

  • l’investimento sale, in media, cinque anni su sei
  • il rendimento medio annuo è stato, dal 1987, dell’8,15%.

L’infografica che segue offre ulteriori dettagli sulla bontà della scelta dell’MSCI World come investimento azionario di lungo periodo:

MSCI World statistiche di dettaglio

Svantaggi e punti critici

Nonostante le luci l’investimento nelle azioni globali attraverso l’indice presenta alcune criticità che è bene conoscere se si vuole fare una scelta consapevole.

Noia

Per quanto possa apparire strano il nemico giurato di ogni investitore è la noia. Essa si aggiunge all’ansia e all’avidità ed ha conseguenze devastanti sulle performance. Le persone, in breve, vogliono sentire scorrere nelle vene l’adrenalina derivante dal possesso di un titolo “cool”, oppure di un settore di tendenza.

Comprare e tenere le principali società del mondo e scordarsi di averle per una decina di anni entusiasma pochi. Ma coloro che lo fanno alla fine guadagnano; gli altri non so.

Perdite e volatilità eccessive

Durante la Grande Crisi il mercato azionario globale perse, in media, il 40% del proprio valore. Anche nel 2023 le fluttuazioni negative ci sono state.

Infatti tra metà settembre e fine ottobre il prezzo del più grande ETF MSCI World è addirittura sceso del 6% e del 4% solo nella seconda metà di ottobre. Se osserviamo l’andamento su base mensile, vediamo che l’MSCI World ha registrato un rendimento negativo per tre mesi consecutivi: -1% ad agosto, -1,8% a settembre e addirittura -3,1% ad ottobre.

Bisogna tuttavia ricordare che si tratta della normale volatilità del mercato azionario. Chi non è disposto ad accettare una volatilità del 20% l’anno con picchi di -40% in casi eccezionali farà bene a usare una strategia differente. Ad esempio diluendo l’MSCI World index con un prodotto obbligazionario.

Interessante notare, inoltre, come il paniere tenda sempre a salire – nel corso del tempo – recuperando le perdite pregresse. Lo ha fatto durante la pandemia da COVID-19. Lo ha fatto nel 2023, anno in cui ha registrato nuovi massimi ritoccando il livello precedente raggiunto nel 2021 e recuperando per intero il ribasso del 2022.

Concentrazione eccessiva

Può incutere un certo timore il fatto che gran parte dell’indice sia investito in azioni di società tecnologiche. Questo, secondo i detrattori significa una mancanza di diversificazione. Occorre però dire che l’MSCI World Index è un prodotto vivo, che riflette i settori trainanti dell’economia globale in un certo periodo.

A titolo di esempio nel 2000 il settore più importante era la finanza. Oggi la tecnologia. Domani chissà… Quel che è certo è che a differenza dell’acquisto diretto dei titoli che lo compongono e alla loro detenzione nel tempo, l’investimento nell’indice comporta una rotazione automatica e non solo settoriale, come vedremo.

Eccessiva dipendenza dagli USA

Nel 2000, quando chi scrive lavorava come gestore di patrimoni presso una importante banca italiana, gli Stati Uniti rappresentavano circa la metà del valore complessivo dell’indice. Ora siamo arrivati al 70%. Restano esclusi, invece, i Paesi Emergenti.

Vero. Tuttavia se prendiamo come alternativa l’MSCI AC World che comprende anche gli emergenti notiamo come l’andamento dei due indici sia sostanzialmente identico. Senza contare che il mercato azionario dei mercati in via di sviluppo non ha dinamiche prevedibili, nel lungo e lunghissimo periodo, come quello dei mercati sviluppati.

Perché a noi l’indice piace (e molto)

Sia all’interno dei nostri portafogli, così per ai clienti della consulenza personalizzata, c’è ampio spazio per ETF che clonano l’indice azionario globale. In una strategia “centro/periferia” ha assolutamente senso creare un nocciolo con l’MSCI World cui affiancare, eventualmente, altri strumenti più di nicchia.

Mentre lasciamo al lettore interessato il piacere di approfondire ci concentremo ora su un punto importante, di cui parliamo anche in questa puntata del format “Lo chiamavano Saver”:

In breve il fatto che l’indice sia costruito sulla capitalizzazione fa sì che l’area geografica o il settore più rappresentato sia quello che nel recente passato ha corso di più. E se le cose cambieranno e sarà un altro Stato ad essere il top performer, l’MSCI World ne terrà conto aumentando il suo peso all’interno dell’indice.

Questo permette all’investitore di beneficiare al tempo stessi di:

  • un ribilanciamento automatico
  • lo sfruttamento della strategia basata sul momentum.

Mi spiego meglio. Una delle dinamiche dei mercati è l’autocorrelazione, nel breve periodo, dei rendimenti. Il così detto “Effetto Giuseppe” indica che esiste una sorta di forza inerziale delle quotazioni. Chi è salito nel passato ha maggiori probabilità di continuare a farlo nel futuro.

Questo approccio, noto come trend following o strategia momentum, è “regalata” a chi investe nell’MSCI World index. Se, ad esempio, la Francia dovesse correre il suo peso crescerebbe, permettendo di beneficiare di ulteriori guadagni nei periodi successivi grazie alla capitalizzazione composta.

Infine è sempre possibile “correggere” gli squilibri del prodotto aggiungendo altri strumenti (ad esempio ETF) che investono in altre aree geografiche, realizzando così un’allocazione perfetta.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari