L’inganno dei bond portati a scadenza

21 Agosto 2020

inganno dei bond portati a scadenza

L’obbligazionista inconsapevole crede che un bond portato a scadenza sia esente da rischi. Ma chi ha investito nel momento sbagliato perderà comunque.

Perché investire in obbligazioni?

Chi investe in obbligazioni crede di essere al sicuro da ogni tipo di rischio. A patto di conservare i titoli fino alla scadenza. Per questo motivo i bond rappresentano, ancora oggi, una parte importante dei portafogli finanziari delle famiglie italiane.

Essi, infatti, permettono di ottenere un reddito certo grazie alle cedole. In aggiunta, a meno di un default dell’emittente, le obbligazioni sono investimenti sicuri. Infine i bond sono strumenti finanziari a bassa manutenzione.

A titolo di esempio molti investitori li comprano pensando di portarli a scadenza, così da non correre rischi.

Tuttavia un rialzo dei tassi penalizzerà l’obbligazionista, sia nel caso di vendita anticipata del titolo, sia qualora il bond venisse “portato a scadenza“.

Welcome è la soluzione ideale per chi vuole imparare ad investire.

Il comportamento di un bond

Il prezzo di un’obbligazione varia giorno dopo giorno sulla base delle fluttuazioni dei tassi di mercato. Questi sono solo in parte condizionati dalle decisioni delle banche centrali. Dall’altro canto i rendimenti fluttuano sulla base di altri parametri, come ad esempio l’inflazione, il rischio percepito o la preferenza per la liquidità.

Come è noto esiste una relazione inversa tra il prezzo di un’obbligazione e l’andamento dei tassi. In breve un ribasso dei rendimenti farà crescere i prezzi, mentre un rialzo li deprimerà.

L’investitore, grazie a questo meccanismo, crede che l’investimento in bond sia esente da rischi. Se le quotazioni salgono li si vende in guadagno. Al contrario se i prezzi scendono li si conserva fino a scadenza.

I bond nel cassetto

Chi investe in obbligazioni crede di non perdere perché incassa cedole costanti. Tuttavia egli ignora che in un ambiente caratterizzato da tassi crescenti la remunerazione ottenuta è insoddisfacente.

Immaginiamo, ad esempio, di aver comprato un bond decennale che paga una cedola del 2%. L’obbligazione è stata comprata a 100, un prezzo pari al valore di rimborso.

Se, trascorsi due anni, i tassi salgono al 3%, il mancato guadagno è dell’8% complessivo. Pur portando il titolo alla scadenza. L’investitore, infatti, perde l’1% l’anno di reddito potenziale ottenibile alle nuove condizioni per gli 8 anni residui.

Un altro soggetto che avesse comprato i nuovi bond, infatti, prenderebbe il 3% invece del due.

Seguire i mercati per capire cosa fare delle obbligazioni è importante. Ogni settimana la newsletter INVESTO fa il punto della situazione, offrendo analisi operative e indicazioni pratiche per investire in modo redditizio e consapevole.

Rimedi per obbligazionisti confusi

Il rischio di perdita da mancato guadagno oggi è sottovalutato. In presenza di uno scenario caratterizzato da bassi rendimenti, l’allungamento delle scadenze per aumentare le cedole è una strategia diffusa.

Essa, tuttavia, spinge l’incauto obbligazionista verso il baratro. I titoli con scadenza più lunga, infatti, sono esattamente quelli che “bloccano” l’investitore in una struttura cedolare rigida, che gli impedisce di migliorare la performance in caso di rialzo dei rendimenti.

Ecco, allora, due strategie alternative per limitare i danni, avendo sempre l’accortezza di guardare il portafoglio nel suo insieme.

Titoli a tasso variabile

Inserire anche obbligazioni a tasso variabile è un’operazione saggia. Nonostante oggi sembri assurdo comprarli, i bond indicizzati proteggono le cedole da un possibile rialzo dei tassi.

ETF e portafogli “rolling”

Investire in ETF obbligazionari con scadenza non troppo lunga è un altro metodo efficace per proteggere le performance. Mano a mano che i bond scadono, infatti, essi saranno rimpiazzati in automatico da altri titoli con rendimenti allineati al mercato.

Occorre tuttavia scegliere gli strumenti giusti per evitare di commettere errori o pagare costi eccessivi. Su INVESTO, ad esempio, di tanto in tanto suggeriamo un ETF “interessante” in cui investire, facendone l’analisi completa.

Think different. Invest differently.

Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari