Rendimento BTP 30 anni: i segreti del BTP trentennale a gennaio 2020

27 Gennaio 2020

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Il rendimento del BTP a 30 anni è troppo basso per renderne conveniente l’acquisto. La perdita potenziale, infatti, può arrivare al 30%.

I due BTP a 30 anni

Se desideri investire in BTP a 30 anni hai attualmente due titoli a disposizione. Il primo di essi scadrà il 1 settembre 2050 ed offre un guadagno netto del 2,15%.

Il secondo, invece, scadrà il 1 settembre 2049 ed offre un rendimento netto del 2,04%. Quest’ultimo, tuttavia, ha una cedola più alta: il 3,85% annuo lordo contro il 2,45% del precedente.

Lo scopo di questo articolo è fornirti tutti gli elementi di valutazione affinché tu decida autonomamente se investire nel BTP trentennale oppure no. In aggiunta dovrai scegliere, eventualmente, la percentuale da dedicare al titolo.

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BTP 1 settembre 2050 2,45% – IT0005398406

Rendimento BTP a 30 anni

Il primo dei due BTP ha una cedola annua lorda del 2,45%. In sintesi l’interesse netto pagato è pari all’1,07% ogni sei mesi, grazie alla tassazione agevolata del 12,50%.

Grazie alla quotazione allineata al valore di rimborso non si avranno perdite né guadagni in conto capitale alla scadenza. A gennaio 2020, infatti, il BTP in questione ha una quotazione pari a 100.

Il rendimento netto del titolo è del 2,15%.

Rischio del titolo

Il rischio principale del BTP risiede nella oscillazione del suo prezzo in risposta ad una variazione nel tasso di rendimento che il mercato chiede.

A titolo di esempio la tabella sottostante riporta il prezzo cui scenderebbe il bond se il tasso di rendimento dovesse crescere:

rendimento-btp-30-anni

Se, per ipotesi, il mercato chiedesse il 4,15% di rendimento, il prezzo del BTP trentennale crollerebbe del 34%. Ciò potrebbe accadere per diversi motivi. Sarebbe sufficiente, infatti, una risalita dello spread, oppure una disaffezione degli investitori verso i titoli di stato per produrre questo risultato.

La cosa interessante è che un rialzo di appena due punti percentuali nel livello corrente dei tassi farebbe precipitare la quotazione del BTP. In sintesi esso racchiude una perdita potenziale degna di un listino azionario.

BTP 1 settembre 2049 3,85% – IT0005363111

Rendimento del BTP trentennale

Il BTP scadenza 2049 ha una cedola più alta rispetto al precedente, ma un prezzo decisamente superiore. La sua quotazione secca, infatti, è pari a 130 a fine gennaio 2020.

Sebbene ci sia un solo anno di differenza nella scadenza, questo BTP rende il 2,04% netto, contro il 2,15% del precedente. Tuttavia lo stessa variazione dei tassi avrebbe un impatto più modesto sulle quotazioni del BTP.

Rischio del titolo

In modo del tutto simile al precedente, anche il BTP 49 racchiude un notevole rischio di oscillazione di prezzo. Intendo dire che se i tassi di interesse risaliranno, il prezzo del bond scenderà in modo repentino.

A causa di ciò, entrambi i BTP a 30 anni, comportano rischi notevoli. Tali da renderli più simili alle azioni che non a “tranquilli” titoli di stato.

La tabella che segue mostra come cambierebbe la quotazione del BTP in risposta ad una variazione dei tassi di interesse:

rendimento-btp-30-y

Investire nei BTP trentennali?

Se sceglierai di investire nei BTP a 30 anni, sappi che otterrai rendimenti modesti a fronte di un rischio di ribasso piuttosto elevato.

La valutazione, peraltro, deve tenere conto di come un titolo del genere si combina con le altre classi di attivo del tuo portafoglio. In altri termini: se combinato in modo adeguato con prodotti finanziari a bassissima correlazione, il BTP in oggetto migliorerà il profilo rischio rendimento del tuo portafoglio.

Ecco, in sintesi, le classi di attivo con cui i BTP a lunga scadenza si combinano meglio:

Titoli di stato indicizzati all’inflazione

In caso di salita dell’inflazione questi titoli proteggeranno il tuo capitale. Viceversa in caso di deflazione i BTP a tasso fisso si comporteranno meglio. Ecco perché un portafoglio composto da entrambi i bond è efficace.

Essere pronto a tutte le evenienze ti eviterà di dover fare previsioni, perdendo se le stesse non si realizzeranno.

Azioni

Le azioni performano bene durante le fasi espansive delle economie. Al contrario le obbligazioni a tasso fisso crescono di valore durante le fasi di recessione, quando i tassi tendono a scendere.

Un portafoglio composto sia da azioni sia da bond a tasso fisso è decisamente più stabile di un portafoglio composto da azioni e liquidità. Quest’ultimo, in particolare, sarebbe più soggetto a perdite in caso di recessione economica.

Oro

La correlazione tra metalli preziosi e obbligazioni a tasso fisso è piuttosto bassa. Miscelare BTP trentennali e metalli preziosi è un’ottima strategia per migliorare il profilo rendimento/rischio di un portafoglio.

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Giacomo Saver – CEO di SegretiBancari

8 Commenti

  1. Vincenzo

    Buonasera dr. Saver,

    Traggo spunto da questo stimolante articolo per porle una domanda sull’analisi dei bond in generale. Nell’analisi di due differenti obbligazioni oltre alla duration, la durata finanziaria, che è descritta da una funzione lineare e dipende da una serie di variabili (vita residua del bond, presenza della cedola, entità della cedola etc.) ed è utile a prevedere l’incremento o la perdita di valore del bond in caso di variazioni contenute del tasso di interesse, si può vantaggiosamente considerare anche la convexity. Questo perché in caso di variazione consistente dei tassi di interesse la duration, che descrive una funzione lineare, perde in accuratezza. In pratica, a parità di duration, maggiore è la convexity, minore sarà la perdita di valore del bond in caso di aumento del tasso di interesse e maggiore sarà l’incremento di valore del bond in caso di diminuzione del tasso di interesse. Senza scendere nei dettagli della matematica finanziaria, c’è un modo semplice per capire se un bond è più o meno convesso di un altro e risulta più o meno conveniente per un investitore?

  2. Giacomo

    @ Vincenzo
    Sì. La convessità è direttamente legata alla distribuzione e all’importo dei flussi cedolari. Tuttavia più che non concentrarsi sulla convessità di un titolo, è utile cercare di costruire un portafoglio convesso, (barbell portfolio) cercando di lavorare sulle varie scadenze della curva dei tassi.

  3. sandro

    questo titolo a marzo 2019 quotava 99 o 100, ieri a chiuso addirittura a 141,69 per me i titoli di stato vanno comperati a 99 comperare ora questo titolo si rischia una perdita di capitale, pero le prossime emissioni se seguiranno questo andamento sono molto interessanti naturalmente immagino che una cedola del 3,85 non la vedremo per molto tempo comperare titoli in emissione risulta una strategia vincente in questi anni.

  4. Giovanni

    Anch’io ritengo che non sia il caso di acquistarlo, anche perchè basta vedere dopo le elezioni regionali lo spread è sceso a 133. E’ pericoloso comprare titoli di stato italiani fortemente correlati con le crisi politiche. Aspetto solo che cada il governo che si regge su una sedia traballante e, appena lo spread schizzerà sicuramente in alto, comprerò un btp di durata inferiore.
    Saluti.

  5. Giacomo

    @ Sandro
    Non è l’acquisto in emissione che ha fatto la differenza, bensì la discesa dei tassi dopo l’acquisto. Le nuove emissioni avranno tassi più bassi, mentre è difficile pensare che le quotazioni risalgano a meno di ulteriori ribassi dei tassi.

  6. Luca

    scusi Saver,
    che lei sappia ogni fine anno come viene calcolato dalla banca il bollo sui titoli detenuti?
    E’ una cifra fissa o variabile?
    Io mi ritrovo un estratto conto di inizio 2018 in cui mi si dice che al 31/12/2017 mi è stato applicato un bollo su e/c Titoli pari ad un importo di 136 euro

  7. Giacomo

    @ Luca
    Sei fuori tema. In questo articolo parliamo di BTP: Posta le tue domande “libere” sulla pagina Facebook di SegretiBancari. Grazie!!

  8. Luca

    fatto,
    anche se parlo comunque di Btp,
    bollo su Btp.

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