
Investire in polizze vita conviene? Alla luce delle nostre analisi la risposta è no. A fronte di alcuni discutibili vantaggi, infatti, vi sono svantaggi evidenti. Tutto quello che c’è da sapere per non commettere errori con gli investimenti assicurativi.
Cosa sono le polizze vita e come funzionano
Tradizionalmente noti come “investimenti assicurativi”, le polizze vita sono contratti stipulati tra un privato ed una compagnia di assicurazione. Mentre negli anni 80 si trattava per lo più di prodotti aventi finalità di protezione, gli anni ’90 hanno visto esplodere i contratti del ramo 1 soprattutto grazie alla detraibilità fiscale dei premi versati.
Successivamente sono arrivate le Unit Linked che hanno aggiunto alle precedenti costi e scarsa trasparenza. Ecco, in breve, come funzionano i diversi contratti e che cosa contraddistingue gli uni dagli altri.
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Polizze vita rivalutabili
A fronte del pagamento di un premio “una tantum” o periodico (annuale o mensile) la compagnia si impegna a pagare alla scadenza un capitale rivalutato o una rendita fino a che il cliente/assicurato è in vita. Si tratta, dunque, di un vero e proprio investimento finanziario con limitate funzioni protettive.
Tanto più grazie al fatto che, come vedremo, gli importi versati, sottratti i costi, vengono fatti confluire in un fondo assicurativo a gestione separata. Parte della rivalutazione è riconosciuta all’assicurato sotto forma di “retrocessione“.
Polizze caso morte
A fronte del pagamento di un premio unico o periodico l’assicurato garantisce il pagamento di un capitale ai propri eredi se la morte avverrà entro un preciso lasso di tempo o nel momento del decesso, quando avverrà. Nel primo caso parliamo di “temporanea caso morte“. Si tratta di contratti volti a tutelare gli eredi dalla prematura scomparsa del principale portatore di reddito della famiglia.
Nel secondo caso, invece, parleremo di “assicurazione a vita intera“, poiché mentre è certo il pagamento del capitale è incerta la data di erogazione dello stesso.
Polizze miste
Sono una combinazione delle due. La mista semplice, ad esempio, garantisce alla scadenza il pagamento di un capitale al beneficiario, se in vita, o agli eredi in caso di premorienza. Una variante dei contratti sono i prodotti con “controassicurazione“. In questo caso, nell’ipotesi di premorienza, agli eredi va la somma dei premi versati dal defunto, sottratti i costi ma aggiunte le rivalutazioni.
Unit e index linked
Sono contratti finanziari ricoperti da una veste assicurativa. In breve le Unit sono contenitori di fondi comuni di investimento. Essi offrono tre tipi di vantaggi:
- escono dall’asse ereditario e pertanto possono essere intestate a chiunque;
- sono esenti dalle imposte di successione;
- permettono la compensazione delle plusvalenze e delle minusvalenze tra i fondi interni in cui il capitale è investito.
Le “index”, invece, garantiscono il rimborso del capitale alla scadenza mentre i proventi sono soggetti all’andamento di un paniere di azioni, di valute o di uno o più indici finanziari. Di moda fino agli anni 2000 sono praticamente cadute in disuso dopo gli scandali connessi con il default della Lehman Brothers e di Bear Stern.
Ramo 1 e ramo 3: differenze
I due “rami” assicurativi sono delle categorie entro cui rientrano i prodotti proposti dalle banche e dalle assicurazioni. Nel dettaglio il Ramo 1 prevede contratti rivalutabili, caratterizzati da una maggiore sicurezza. Il capitale, infatti, è garantito dalla presenza della gestione separata, investita per lo più in titoli di Stato.
Il ramo 3, al contrario, si riferisce alle polizze di tipo Unit Linked. Esse sono a tutti gli effetti investimenti finanziari soggetti al rischio di mercato in base ai fondi inseriti nel contenitore. Il valore del contratto, pertanto, fluttuerà nel tempo.
La sicurezza dei fondi assicurativi
I fondi assicurativi sono sicuri? La risposta, purtroppo, è no. Se con l’espressione intendiamo i “contenitori” sottostanti alle polizze Unit, in breve, essi subiranno le oscillazioni tipiche dei mercati in cui i gestori investono. La presenza della doppia commissione, sui fondi singoli detenuti e sul contenitore assicurativo, è particolarmente penalizzante.
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Le gestioni separate, invece, in quanto patrimoni distinti da quello della compagnia che le amministra presentano un grado di affidabilità maggiore. Il meccanismo di valutazione degli attivi a costo storico, in particolare, permette di annullare la volatilità del controvalore investito. L’unico pericolo che il cliente corre riguarda la possibilità che gli emittenti dei titoli detenuti vadano in default.
Si tratta tuttavia di un’ipotesi piuttosto estrema. Nel caso delle Unit, invece, il pericolo maggiormente corso riguarda la volatilità dei controvalori investiti, aggravata dal peso della doppia commissione.
Perché si perdono soldi con le assicurazioni?
La ragione è duplice. A volte i clienti escono dai contratti troppo presto, incappando nelle commissioni di uscita a tunnel che molti contratti prevedono. Oppure, spinti all’irrazionalità da brusche correzioni dei mercati, finiscono con il liquidare le proprie posizioni quando il ribasso è già avvenuto.
Un secondo motivo sta nel fatto che l’investitore è tartassato da costi elevati. Ciò fa sì che in condizioni di mercato “avverse” o non troppo favorevoli si perdano comunque soldi.
I vantaggi delle polizze vita
1 – un cassetto sempre aperto
Grazie alla possibilità di fare versamenti integrativi oltre a quelli previsti, le polizze sulla vita permettono al cliente di accantonare somme aggiuntive. Ciò può riguardare i contratti del ramo !, utili per consolidare i guadagni su prodotti rischiosi, o del ramo 3, attraverso il meccanismo del mediare in perdita nelle fasi sfavorevoli.
2 – rivalutazione stabile
I prodotti a gestione separata offrono una rivalutazione piuttosto stabile da un anno all’altro. Ciò permette di ottenere un guadagno pressa poco costante senza rischiare il capitale.
3 – vantaggi fiscali
Le polizze di vecchia generazione prevedono la deducibilità fiscale dei premi pagati, entro un certo limite. Questa è la ragione della esplosione dei contratti rivalutabili negli anni ’90. Sebbene i nuovi prodotti non abbiano questa caratteristica per chi la conserva è un vantaggio indiscutibile.
4 – esenzione dell’imposta di bollo
I contratti del ramo 1 sono esenti dall’imposta di bollo dello 0,20%. Ciò rende molti prodotti concorrenziali rispetto, ad esempio, ai conti deposito.
5 – esenzione dalle imposte di successione
Le somme assicurate in virtù di contratti sulla vita sono esenti dalle imposte di successione. Esse, inoltre, escono dall’asse ereditario e possono essere trasferite a soggetti esterni al proprio nucleo familiare.
Gli svantaggi delle assicurazioni sulla vita
Questi, invece, gli svantaggi cui i clienti vanno incontro:
1 – costi elevati
I prodotti assicurativi sono soggetti a due tipi di costo. Da un lato abbiamo i caricamenti, che vanno a decurtare l’importo effettivamente investito di una quota compresa tra il 3 e l’8%. D’altro canto abbiamo i costi di gestione. Essi possono consistere in una quota parte del rendimento delle gestione separate che viene trattenuta dalla compagnia. Oppure in una percentuale in termini di costo di gestione sulle Unit.
In entrambi i casi possiamo pensare ad un costo annuo compreso tra l’uno ed il 3%.
2 – rigidità
Nonostante siano venduti come “salvadanai” le polizze sono contratti rigidi da cui è difficile uscire, a meno del pagamento di ulteriori costi. Inoltre si tratta di schemi preconfezionati che non prevedono variazioni personalizzate.
3 – perdite elevate
A dispetto del nome, le assicurazioni non sempre “garantiscono” il capitale. A meno di parlare dei contratti di capitale differito rivalutabili o di rendita il rischio è di perdere in parte il proprio denaro. Ciò accade, ad esempio, se i premi sono impiegati in quote di fondi assicurativi “rischiosi”.
Le principali compagnie assicurative
Ecco, in breve, i principali “attori” del mercato assicurativo cui rivolgersi per stipulare un contratto. Va detto, per dovere di cronaca, che nessuna compagnia importante è fallita finora. Alcune, poi, vantano addirittura una storia centenaria:
- Intesa San Paolo
- Alleanza
- Generali
- Poste Italiane
- Allianz
- Mediolanum
- FWU Life
- Fideuram
- Zurich
Investire in polizze vita conviene? Le nostre opinioni
A nostro avviso la sottoscrizione di questi prodotti è sconveniente. L’investitore farà bene ad evitarle se non vuole correre rischi eccessivi, pagare costi elevati e trovarsi in tasca un portafoglio finanziario che potrebbe costruire da solo con gli ETF.
Costi esorbitanti
La presenza di costi decisamente elevati rappresentano un freno alla sottoscrizione di questi strumenti. A titolo di esempio un contratto che assicuri una rendita vitalizia del 5% ad un sessantenne in cambio della rinuncia del capitale implica che ci vogliano venti anni per recuperare il premio. Inoltre ci si spossessa del tutto della propria disponibilità.
Discorso simile per le Unit, zavorrate da costi pesanti che ne abbattono i guadagni anche durante le fasi molto positive dei mercati, come quelle degli ultimi anni.
Garanzie inutili
Nei “pacchetti” vengono spesso comprese tutele di cui l’investitore non ha bisogno. Ad esempio la diaria per ricovero ospedaliero o la controassicurazione che restituisce i premi in caso morte. Nel primo caso basterà stipulare un contratto “puro” con costi bassi; nel secondo un qualunque portafoglio finanziario è trasmissibile agli eredi.
Gestioni separate poco redditizie
In un contesto caratterizzato, comunque, da bassi tassi di interesse la profittabilità delle gestioni separate è diminuita. Le commissioni di retrocessione impattano molto prendendo quasi tutto il guadagno finale. Inoltre le penali di uscita sono particolarmente gravose se si vuole disinvestire.
Prima di concludere
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Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari
Mitico Giacomo.. alle volte le cose più semplici sono le più difficili da vedere!!!!
Quanta verità in questo post. Se solo lo avessi letto 6/7 anni fa avrei evitato di buttare qualche migliaio di euro letteralmente nel ce… bagno! E tirando pure lo sciacquone.. Nel mio caso di trattava di un nuovo contratto, ero molto giovane e mi presero alla sprovvista piombando in casa. Di fronte ai miei tentennamenti (la cosa mi puzzava in po’) ecco l’asso nella manica: “vedi anche tu che i tassi stanno scendendo (2008 circa), presto anche Alleanza toglierà il minimo garantito del 2%”. Risultato: un nuovo pollo da spolpare!
Quando lessi il contratto qualche anno dopo (maledetta pigrizia!) scoprii la valanga di costi che si erano ben guardati dall’accennare: caricamenti 8%, frazionamento 5%, retrocessione 1,2pti! Pazzesco!
PRETENDETE E LEGGETE SEMPRE I CONTRATTI PRIMA DI FIRMARE!!
E grazie a Giacomo per il suo lavoro di creazione di consapevolezza!
Un grande abbraccio
Ciao Giacomo,su tuo consiglio e’ da tempo che ho interrotto i pagamenti ,lasciando maturare le polizze (fino a scadenza salvo scossoni). Avrei però una domanda:
Io ho avvisato solo il promotore che mi rifilava le polizze senza mandare mai nessuna raccomandata all agenzia ……pensi sia meglio avvisarli con un lettera,o non mi devo preoccupare?preciso che i fascicoli in cui sono segnati tutti gli interessi nuovi maturati arrivano tutti gli anni.
Ciao Giacomo ( sei un numero 1)
😉
Buongiorno Giacomo,
ti ricordo che sono ancora in attesa di un tuo riscontro al mio commento del 22/10/2014 che per comodità ti riporto:
Buongiorno Giacomo,
io ho inteso benissimo, non so quanto lo abbia fatto tu. Non sei entrato minimamente nel merito di ciò che ho affermato.
Per riassumere sinteticamente il tuo pensiero, espresso in diversi post, tu dici che, a parte le temporanee caso morte, non v’è sul mercato delle polizze vita alcun contratto che meriti di essere sottoscritto in quanto sono tutte delle fregature (finanziariamente parlando).
E’ questa affermazione preconcetta che non può essere accettata. Una semplificazione di questo tipo può essere giustificata se espressa da una persona “comune” ma certamente non può essere accettata se proviene da una persona che si presenta come “esperto in materia”.
Nel mio post precedente ti ho già dimostrato che esistono polizze vita a premi unici ricorrenti che non solo non hanno “caricamenti vergognosi”, ma che hanno rendimenti tutt’altro che “ridicoli” ma bensì di molto superiori ai Bot ed ai Btp decennali. Ovviamente sono disponibile a mandarti la documentazione di questi prodotti nel modo che riterrai più opportuno in quanto sto parlando con cognizione di causa.
Io sono il primo a riconoscere che sul mercato ci sono polizze capestro con caricamenti elevati vendute da reti distributive aggressive e soprattutto banche, ma per onestà intellettuale non si può far vedere solo un lato della medaglia.
Mi permetto di fare un copia incolla di quello che mi hai risposto: “Qui non siamo ad un corso di Economia delle Aziende di Assicurazione (che frequentai all’Università anni addietro) e la precisione passa in secondo piano “….
Scusami se mi permetto, ma tu scrivi, in qualità di esperto, un e-book sulle polizze assicurative e sbagli clamorosamente il trattamento fiscale delle polizze vita? Qui non stiamo parlando di tecnicismi, stiamo parlando delle basi minime di conoscenza. Il mondo delle polizze vita è profondamente cambiato negli ultimi anni e probabilmente sarebbe il caso di riprendere in esame un bel refresh del tuo corso di Economia delle Aziende di Assicurazione. La tua materia sono le banche? Vai avanti per la tua strada perchè c’è bisogno di persone competenti che aiutino gli utenti. Non esistono tuttologi. Se hai realmente bisogno di un esperto di polizze assicurative affidati a persone più competenti.
Vogliamo veramente fare chiarezza? Cominciamo a distinguere tra polizze di ramo I° di ramo III° ecc. di polizze a capitale differito, miste rivalutabili, index linked, unit linked, premi unici ricorrenti, per non parlare di tutte le tariffe di rendita.
Come precedentemente detto, sono disponibile a qualsiasi confronto, pubblico o privato, su ciò che ho affermato. So che fai dei corsi in aula, quale migliore occasione? Invitami , sicuramente sarebbe molto utile per i tuoi corsisti.
Ti ringrazio anticipatamente per la tua risposta.
daniele ho fatto una polizza vita 3%minimo garantito in 10 anni ho versato 50.000 euro alla fine mi hanno restituito 50.700 euro … cosa faccio devo ringraziarli.
@ Alberto
Grazie a Te. Purtroppo molte persone firmano i contratti sulla “parola” fidandosi ciecamente di ciò che dice loro il ‘consulente’. E’ bene prendere tempo ed informarsi sempre bene prima di compiere qualsiasi passo.
Un abbraccio a te e buon proseguimento…
@ Noce
Non è necessario fare nulla. L’interruzione stessa dei versamenti è sufficiente per mandare la polizza in riduzione quindi non preoccuparti.
Grazie per i complimenti e alla prossima 🙂
@ Daniele
Il mio obiettivo non è quello di intavolare discussioni accademiche ma aiutare gli investitori a prendere coscienza di ciò che accade ai loro soldi. Per questo ritengo chiusa qui la discussione. Grazie e buon proseguimento.
@ Pietro
Il motivo per cui la tua polizza ha reso così poco sta nel fatto che i costi hanno distrutto il rendimento. Limitati a lasciare fermo il contratto fino alla naturale scadenza e non fare più versamenti aggiuntivi.
intervengo sulle polizze da ignorante. Vanno di moda in questo momento delle polizze che definirei di investimento, anche se, in effetti, si debba dichiarare un destinatario in caso di morte. Secondo il mio punto di vista:
Vantaggi: inalienabili, nessuna tassa di successione, contenitore polizza apparentemente senza spese, no tasse se non in uscita.
Svantaggi: solo fondi, ma con possibilità di compensazione sul capital gain all’interno del contenitore.
Mi farebbe piacere un parere. Grazie. g.g.
@ Giancarla
Le polizze, in quanto contratti assicurativi, NON SONO un investimento. E non possono esserlo per colpa dei costi.
La invito a leggere questo illuminante ebook gratuito: https://www.segretibancari.com/investimenti-assicurativi/
Grazie.
Caro Giacomo hai perso un’occasione di crescita.
Mi spiace anche per i tuoi utenti che non saranno mai informati in maniera puntuale e precisa.
Caro Pietro, ti scrivo nuovamente in quanto il moderatore del gruppo mi ha sbattuto fuori (probabilmente le opinioni diverse da quelle di Giacomo danno fastidio).
Sicuramente la polizza che hai sottoscritto tu non è una polizza a premi unici ricorrenti a vita intera (oggetto della mia discussione) ma bensì una polizza a premi annui con durata decennale (le cosiddette polizze di durata). La causa del deludente risultato è da attribuire ad un caricamento frontale (costo sui premi versati) elevato e probabilmente anche ad una trattenuta (commissione di gestione) sul rendimento della Gestione Separata. Sei stato mal consigliato. I contratti che suggerivo io non vengono proposti volentieri dalle Compagnie e dagli intermediari in quanto estremamente poco redditizi (per loro). Ma ti assicuro che esistono. Ed io sono veramente da oltre vent’anni in questo campo.
Non potendo esserci un contraddittorio serio in quanto il moderatore pubblica quello che vuole, ti giro i post precedenti per farti capire l’oggetto della discussione e come Il dott. Saver non abbia minimamente risposto alle mie considerazioni. Io sono per una discussione seria ma basata su competenze specifiche che il dott. Saver non ha dimostrato di avere. Io mi sono semplicemente reso disponibile ad un confronto franco, aperto e pubblico che Giacomo ha preferito evitare. Pazienza, ha perso una bella occasione per mostrarci le sue capacità.
21/10/2014 at 11:43 am Rispondi
Caro Giacomo,
non ho idea di che tipo di consulente indipendente tu sia, ma ti posso garantire che non ho mai letto un documento scritto con così tanta approssimazione/pressapochismo, intriso di luoghi comuni, stereotipi ed errori anche grossolani come il tuo e-book sugli “investimenti assicurativi”.
Non intendo mettere in dubbio le tue conoscenze finanziarie ma quelle sul mondo assicurativo certamente si. Hai fatto una disanima parziale e lacunosa delle polizze vita rappresentando solamente una fetta del mondo “polizze vita” tra l’altro la fetta rappresentata da tipologie di contratti (vedi le miste) che non si vendono quasi più, senza nemmeno citare tutte le polizze di capitalizzazione e di ramo I° a premi unici ricorrenti che, la maggior parte delle volte, sono prodotti a vita intera, no load (senza caricamenti frontali) senza alcuna penalità di uscita. Queste tipologie di contratti hanno garantito ai sottoscrittori rendimenti netti annui attorno al 3,25% con vincoli temporali anche di soli 6 mesi. Vogliamo confrontarle con i rendimenti dei BOT di pari durata emessi negli ultimi due anni?
Non voglio nemmeno soffermarmi su come, secondo la tua espertissima opinione, debbano essere trattate fiscalmente le plusvalenze delle polizze vita (12,50%?? sei rimasto a prima della riforma sull’armonizzazione delle rendite finanziarie del 2012) ma ti consiglio di evitare di dare agli utenti informazioni errate sia nella forma che nel contenuto.
la cosa che mi spaventa di più è che molte persone, leggendo i tuoi scritti, verranno indotte a prendere decisioni, provenienti da un presunto “esperto”, su informazioni errate e questo non lo trovo corretto.
Tu provieni da una formazione bancaria ventennale, come dici tu, e credimi, si vede tutta. In fatti in banca di polizze vita non ne hanno mai capito nulla se non che dovevano venderle allo sportello senza alcuna competenza tecnica. E per cortesia l’organo di controllo si chiama Ivass e non Isvass. Dato hai reiterato più volte lo stesso errore devo pensare che proprio non sai di cosa stai parlando. Ultima considerazione: ma come fai a dare consigli ai lettori su contratti assicurativi quando non hai nemmeno dato una letta alle condizioni generali di polizza? Non è affatto un comportamento professionale.
Ovviamente sono disponibile a qualsiasi confronto.
Giacomo
22/10/2014 at 8:49 am Rispondi
@ Daniele
Credo che occorra intendersi su che cosa sia una polizza vita. Se intendi le copertura per il caso morte sono d’accordo con te al 100%. Le assicurazioni ramo vita – caso morte sono insostituibili in quanto coprono dei rischi concreti.
Ma se intendi le tariffe di capitalizzazione che vengono vendute come investimenti allora non ci siamo. Qui i caricamenti sono vergognosi e i rendimenti ottenuti ridicoli come le testimonianze ricevute dimostrano.
Qui non siamo ad un corso di Economia delle Aziende di Assicurazione (che frequentai all’Università anni addietro) e la precisione passa in secondo piano se serve a favorire la semplicità e l’immediatezza di chi ci legge che non vuole tecnicismi ma risposte concrete alle proprie domande.
E le scottature di chi dopo anni e anni di permanenza in una polizza ancora non rivede il suo capitale iniziale ci sono e sono molto dolorose, credimi…
Grazie per il tuo commento.
Egr.Dott.SAVER,
approfitto del post per ritornare sull’argomento.
Attualmente sto versando premi annuali per due POLIZZE VITA rispettivamente di € 1.291,14 stipulata nell’anno 2000 e quindi detraibile, con scadenza Dicembre 2016 e di € 2.000,00 stipulata nel 2001 con scadenza Novembre 2021.
Se non sbaglio le attuali disposizioni fiscali per il 2014 hanno stabilito che l’importo massimo su cui calcolare la detrazione di imposta (19%) nella dichiarazione dei redditi annuale delle Polizze Vita stipulate fino all’anno 2000 è di 530 Euro.
Alla luce di queste considerazioni, Le chiedo se per la prima Polizza, considerando la detraibilità e la scadenza ormai prossima, se andare avanti a versare i premi ma per la seconda se è opportuno interrompere i versamenti e lasciarla andare in riduzione senza peraltro dover pagare penalità?
La ringrazio quindi se mi potrà dare qualche indicazione che possa essere di beneficio anche agli altri lettori che sicuramente avranno i miei stessi dubbi.
Buongiorno,
ho da poco mandato in RIDUZIONE una polizza vita..mandando comunicazione raccomandata sia all’Agenzia Filiale..che alla SEDE centrale di Milano. uhhh..non l’avessi mai fatto di avvisare la Sede Centrale!!
In Filiale si sono mostrati subito preoccupatissimi…mi hanno chiamato…fissato appuntamenti…un’ora di parole..per o calare il premio, “ridurre” il premio annuale fino a scadenza (ma la RIDUZIONE non è altra cosa rispetto abbassare un premio?)…così non rinuncio al bonus che… ovviamente andrebbe rimodulato in base al nuovo versato..(ma questo non me l’hanno detto..l’ho dovuto intuire da solo) ..oppure invece che versare quello che mi sarebbe restato da versare per i prossimi 11 anni lì…potrei aprire un fondo pensione!! Questo perchè il prodotto è ottimo…ed il 90% dei loro clienti che portano a scadenza la polizza vita…reinvestono subito almeno il 45% in un fondo pensione..ma io visto che vogliono bloccare subito la polizza tanto vale entrare subito nel fondo pensione…ma se proprio non volevo versare..perchè magari in difficoltà…potevo avere bisogno di soldi..allora potevo chiedere un prestito sulla polizza già versata…quindi alla fine secondo me …diventava ininfluente la linea da seguire..l’importante era PAGARE..qualcosa tanto o poco..ma PAGARE. Questo si chiama “fare gli interessi del cliente”… ma non a casa mia!
Ho capito che più si accaniscono, più devi sentirti sicuro della tua decisione che ha creato agitazione…
Ringrazio Giacomo e chi come lui..apre gli occhi a chi magari in maniera avventata o sprovveduta ha sbagliato in passato a mettere una firma…
Saluti
Diego
@ LvtDiego
Grazie per la tua testimonianza. E’ proprio così: di fronte ad una richiesta arrivata in sede le reti commerciali si allertano e convocano il cliente. Per evitare si subire pressioni commerciali è sufficiente evitare di partecipare a queste riunioni dicendo che quello che c’era da dire o chiedere è stato scritto nella raccomandata inviata in sede.
Grazie per i complimenti e fammi buona pubblicità 🙂
Buonasera sto vivendo una situazione a dir poco strana e cercando sul web ho potuto conoscere questo sito utilissimo. Spero di poter avere qualche dritta per non farmi imbrogliare.
Vado al dunque: dopo 20 lunghi anni la mia polizza vita Alleanza dr/b è giunta a scadenza cosi lo scorso dicembre mi reco in agenzia e compilo la modulistica per la liquidazione (mod. 29/A).
Qualche giorno fa mi chiama l’agente e mi dice che il pagamento è disponibile e che devo consegnare tutte le quietanze consegnatemi per i pagamenti dei premi in contanti effettuati prima di procedere al pagamento premi con RID. Chiedo spiegazioni su questo ritiro quietanze e mi dice che è necessario per evitare che in futuro eventuali eredi accampino diritti di riscossione da Alleanza. Anzi, mi dice che devo consegnare anche il contratto firmato a suo tempo e tutto ciò che riguarda la polizza. E’ normale tutto ciò? Cosa succede se non trovo tutte le quietanze e il contratto che ancora sto cercando? Come mi devo comportare?
@ Pak
Secondo me non è necessario produrre tutti quei documenti. Se non li trova basta una dichiarazione firmata da lei in cui ne dichiara lo smarrimento e tutto finisce lì… Stia sereno e non si lasci ‘accalappiare’ dal fatto che l’agente forse sarà disposto a ‘passare sopra’ alla burocrazia se sottoscrive un nuovo contratto.
Un caro saluto e mi ricontatti in caso di bisogno.
Buonasera Giacomo, La voglio aggiornare su come si è conclusa la situazione che ho esposto qualche giorno fa. Dopo le “strane richieste” dell’agente ho chiesto un appuntamento con il responsabile dell’agenzia per la liquidazione. Come per incanto, il tutto fila liscio e vengo liquidato in pochi minuti senza nessun altra richiesta e il tutto è avvenuto anche alla presenza dell’agente che mi aveva contattato, il quale non ha proferito parola. A questo punto son daccordo con lei che considerava quelle richieste una specie di “tecnica di vendita”….. ma tutto è bene quel che finisce bene. Comunque devo ringraziarLa davvero tanto per la risposta che mi ha dato perchè è stata l’unica persona a darmi consigli validi in un momento che mi ha provocato agitazione e smarrimento. GRAZIE
@ Pak
Sono felice che la questione si sia risolta nel miglior modo possibile. Per favore, se lo desidera, racconti la sua storia e il lieto epilogo sulla pagina facebook di segretibancari: https://www.facebook.com/segretibancari. La sua testimonianza è preziosa. Grazie.
Io ho una polizza a premio unico annuo ricorrente vita intera con rendimento minimo garantito del 4%. Su ogni premio versato lo stato ruba il 2.5% di tassa. La compagnia carica il 6%. Però quello che rimane va per un numero indefinito di anni a rendere il 4%. Può convenire se non ho bisogno di liquidità per un 10 anni?
@ Fabio
No. I costi superano i rendimenti.