Fondi di private equity: significato e funzionamento

3 Novembre 2021

fondi private equity

I fondi di private equity permettono di investire in startup ed imprese ad alto potenziale non ancora quotate sui mercati regolamentati con l’obiettivo di quotarle rivendendo la partecipazione a prezzi maggiorati.

Cosa sono i fondi di private equity

L’argomento che affronteremo in questo articolo è una particolare categoria di fondi di investimento alternativi. Essi, in particolare, mirano a finanziare imprese che non sono ancora arrivate ai mercati regolamentati, a causa della dimensione o della scarsa storicità.

I fondi di private equity permettono l’ottenimento di due importanti vantaggi. Da un lato finanziano l’economia reale, permettendo alle imprese di dimensioni più piccole di approvvigionarsi di capitale al di fuori dal classico circuito del credito. Dall’altro, invece, essi permettono agli investitori di ottenere rendimenti maggiori dal proprio denaro grazie ad investimenti non accessibili direttamente.

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Private equity e venture capital nel 2020

La pandemia globale ha messo in luce la fragilità di un sistema banco centrico per finanziare le imprese. Intendo dire che molte società rischiano l’asfissia finanziaria a causa delle difficoltà di accesso ai finanziamenti.Il credito bancario, infatti, è stato dirottato dall’economia reale all’investimento in titoli di stato. Oltre a ciò non è detto che il ricorso al debito sia la forma di finanziamento migliore per un’azienda di dimensioni piccole o appena avviata.

Le startup, ad esempio, preferiscono attirare denaro sotto forma di capitale di rischio (leggi di investimento in azioni) piuttosto che attraverso il ricorso al debito. Questa, in sintesi, è la strada che ha permesso a due giovani americani di nome Steve Jobs e Steve Wozniak di trasformare un’idea in una delle più importanti società del ventunesimo secolo.

Secondo quanto si legge sul sito della FASI, in breve, i fondi di private equity, insieme con quelli di venture capital, sono cresciuti del 32% nel 2020 rispetto ai livelli del 2019. La raccolta è stata di 2.072 milioni di euro.

Ciò riflette un mercato in espansione per effetto congiunto delle richieste delle imprese e della ricerca, da parte degli investitori, di nuove soluzioni per investire. Occorre rilevare, inoltre, come il private equity sia stato sdoganato, anche a livello di investitori privati, dal noto libro di David Swensen “Pioneering portfolio management”.

Cosa fanno i fondi di venture capital

I fondi di private equity, noti anche come venture capital, intervengono nel finanziamento delle aziende innovative con lo scopo di farle crescere in vista della successiva quotazione in borsa. Si tratta, quindi, di un percorso medio lungo, che di solito dura 7 o più anni, cui la mera attività di sovvenzione è abbinata ad un supporto manageriale.

Il vantaggio sta nel fatto che il fondo interviene sottoscrivendo quote di capitale delle imprese, diventandone socio. Ciò permette alle aziende con programmi di sviluppo interessanti, ma in difficoltà nel reperire credito, di venire finanziate con un capitale di rischio, meno costoso e più orientato al lungo periodo.

I fondi di private equity sono indispensabili per lo sviluppo di un sistema economico che si basa sull’innovazione. Le banche, infatti, preferiscono concedere prestiti ad attività avviate, in grado quindi di produrre idonee garanzie. Esse sono, al tempo stesso, poco inclini a guardare lontano cogliendo le opportunità di guadagno offerte dalle aziende di nuova creazione.

Tipi di fondo di private equity

Ecco, in breve, quali sono i diversi operatori presenti sul mercato.

Private equity e seed financing

Noti anche come “Angel Investors” questi fondi indirizzano i loro investimenti verso società in fase di lancio (startup). Il rischio è notevole, poiché ad essere finanziata è l’idea mentre mancano garanzie concrete che il business sopravviverà.

Venture capital

Sono società specializzate in startup, ma anche aziende già avviate, aventi flussi di cassa negativi ma grandi prospettive di crescita. L’obiettivo, in questo caso, è risollevare le sorti dell’azienda in vista di una sua quotazione.

Turnaroud/special situation

Si tratta del più rischioso tra i fondi di private equity. Esso, infatti, interviene nel tentativo di salvare aziende che sono in un grave dissesto finanziario, o addirittura in bancarotta.

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Investire nel private equity con i fondi

L’investimento in fondi di private equity è un’opzione che, in passato, era riservata solo agli investitori istituzionali. Ciò a causa dei rischi coinvolti nell’operazione. Ricordo, infatti, che il Venture Capital consiste proprio nel correre grossi rischi con aziende in fase di lancio per poi guadagnare rivendendo le stesse al momento della quotazione in borsa.

La strada, però, è tutta in salita. Infatti molte società falliscono entro pochi anni, comportando la perdita integrale del capitale investito. Lo strumento fondo permette una efficace diversificazione del patrimonio ammortizzando, al tempo stesso, i rischi complessivi. Esso, tuttavia, non è indenne da ciò che succede al proprio interno.

L’investitore tipo del private equity

Gli investitori che impiegano parte delle loro disponibilità in fondi di private equity sono per lo più i facoltosi clienti del private banking. Solo questi ultimi, infatti, possono contare su disponibilità tali da poter dedicare una parte del capitale ai fondi di venture capital senza, per questo, mettere a repentaglio l’intera somma.

Poiché si tratta di fondi alternativi, sovente di tipo chiuso, le soglie di accesso sono molto elevate. L’investitore, infatti, deve poter impiegare almeno 500.000 € in uno di questi prodotti. Ciò, come abbiamo visto, li rende inadatti per molti risparmiatori.

L’importo si riduce a 125.000 € se si tratta di un investitore professionale. Ciò lascia supporre che questi fondi verranno inseriti esclusivamente nei portafogli gestiti dalle banche per conto dei clienti.

Le performance attese ed i rischi

Senza dubbio investire in un fondo di private equity permette l’ottenimento di guadagni potenzialmente elevati. Il ritorno medio, in breve, può superare tranquillamente il 10%. Inoltre un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che l’andamento di questi prodotti è di solito poco correlato con gli altri mercati.

Infine il private equity permette, in fasi di mercato positive, di cercare valore attraverso l’investimento in aziende di dimensione piccola che presentano multipli di bilancio ancora contenuti. A fronte di questi vantaggi, però, i rischi sono evidenti.

Anzitutto molti prodotti sono fondi chiusi. Ciò significa che fino allo scioglimento dello steso l’investitore non potrà più rientrare in possesso del proprio capitale. In secondo luogo il buon andamento dell’investimento avrà a che vedere con l’abilità, da parte dei gestori, di selezionare le società con le migliori prospettive che arrivino effettivamente alla quotazione in borsa.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari