Conviene investire in obbligazioni indicizzate all’inflazione?

30 Novembre 2022

denaro bandiera americana

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono diventate uno strumento popolare di recente. Sono davvero un affare per i risparmiatori? Scopriamolo insieme.

Obbligazioni indicizzate all’inflazione. Convengono ancora?

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono titoli a reddito fisso concepiti per proteggere gli investitori dall’inflazione. Emessi principalmente da governi sovrani, come quelli dell’Italia e degli Stati Uniti, sono indicizzati in modo che i pagamenti del capitale e degli interessi aumentino e diminuiscano in base al tasso di inflazione

Il fenomeno inflattivo può avere un effetto frenante sugli investimenti a reddito fisso, riducendo il potere d’acquisto e diminuendo i rendimenti reali nel tempo. Questo accade anche se il tasso di inflazione è relativamente basso. 

Se hai un portafoglio che rende il 9% e il tasso d’inflazione è del 3%, il rendimento reale è di circa il 6%. Le obbligazioni indicizzate possono contribuire a coprire il rischio perché aumentano di valore durante i periodi di inflazione. Ma non tutto oro è quello che luccica: scopriamo di più.

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Come funzionano questi prodotti

Gli inflation linked bonds sono legati ai costi dei beni di consumo misurati da un indicatore, come l’indice dei prezzi al consumo. Ogni paese ha un proprio metodo per calcolare regolarmente tali costi. Inoltre, ogni nazione ha una propria agenzia responsabile dell’emissione di obbligazioni indicizzate all’inflazione.

In generale, il valore nominale del titolo aumenta quando l’inflazione è in crescita. Ciò è in contrasto con altri tipi di titoli, che spesso diminuiscono di valore quando c’è una svalutazione. 

Anche gli interessi pagati sono in linea con il costo del denaro. Grazie a queste caratteristiche, le obbligazioni indicizzate all’inflazione possono attenuare l’impatto reale del fenomeno sul titolare delle obbligazioni.

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Integrare un portafoglio

I bond generalmente perdono valore quando l’inflazione è in aumento, poiché le banche centrali tendono ad aumentare i tassi di interesse, come è accaduto nel 2022. Le obbligazioni indicizzate, invece, sono considerate dei diversificatori in uno scenario economico di questo tipo e ci si aspetta da loro una buona performance. 

Con questi strumenti, infatti, gli investitori possono compensare l’effetto del carovita sul valore del loro portafoglio.

Le obbligazioni possono anche essere utilizzate per applicare le proprie opinioni sulle prossime variazioni. Gli investitori che si aspettano tassi d’inflazione più elevati di quelli suggeriti dal mercato possono acquistarle a un prezzo vantaggioso. In seguito, se le loro opinioni trovano un riscontro nei dati economici, possono vendere le loro obbligazioni con un guadagno.

Rischi delle obbligazioni indicizzate all’inflazione

Sebbene questi prodotti abbiano un notevole potenziale di rialzo, presentano anche alcuni rischi. Il loro valore tende a fluttuare con l’aumento e la diminuzione dei tassi di interesse. Inoltre, non offrono un’ottima protezione nei periodi di deflazione.

Strumenti di questo tipo hanno due valori: il valore nominale originale dell’obbligazione e il valore corrente “aggiustato” per l’inflazione. Gli adeguamenti del capitale sono considerati un reddito annuo ai fini fiscali.

Tuttavia, gli investitori non ricevono effettivamente gli adeguamenti in quell’anno. Ricevono invece i pagamenti delle cedole più consistenti e il capitale “aggiustato” per l’inflazione solo alla scadenza dell’obbligazione.

L’investimento conviene?

Nonostante i potenziali svantaggi, le obbligazioni indicizzate sono ancora molto popolari. Sono lo strumento di investimento più affidabile per coprirsi dall’inflazione a breve termine. 

L’effetto corrosivo che il fenomeno inflattivo può avere sui rendimenti è un forte fattore di popolarità per queste obbligazioni. Un ulteriore vantaggio delle obbligazioni indicizzate all’inflazione è che i loro rendimenti non sono correlati a quelli delle azioni o di altri asset a reddito fisso. Sono una copertura contro l’inflazione e contribuiscono alla diversificazione di un portafoglio equilibrato.

Tuttavia, in questo momento ti consigliamo di evitare i bond legati all’inflazione. Considerando il livello alto dei prezzi nel contesto odierno, la concorrenza dei titoli a reddito fisso grazie ai tassi in crescita è più forte.

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari