CTZ: i segreti di un titolo dimenticato

28 Ottobre 2019

I CTZ sono titoli a breve scadenza privi di cedole. Scopri tutti i segreti di un bond poco conosciuto ma decisamente interessante.

Cosa sono i CTZ?

I Certificati del Tesoro zero coupon (CTZ) furono introdotti per la prima volta negli anni ’90. Si tratta, in particolare, di titoli di durata biennale privi di cedola.

Proprio a causa di questa similitudine con i BOT essi vennero chiamati “Bottoni” in occasione delle prime emissioni.

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Le aste dei CTZ

Mentre le aste dei BOT avvengono con cadenza regolare, quelle dei CTZ sono saltuarie. È, infatti, il Ministero del Tesoro a stabilire quando i bond saranno emessi.

Al fine di evitare una cannibalizzazione nei confronti dei BTP, le aste dei CTZ avvengono in concomitanza con il collocamento dei BOT.

La riapertura di una emissione precedente, ovvero l’emissione di una nuova tranche di un titolo già sul mercato, è un fenomeno circoscritto a causa della breve durata dei titoli.

Accade quindi, in altre parole, che i nuovi CTZ abbiano caratteristiche di prezzo e durata differenti da quelle precedenti.

Il rendimento dei CTZ

In modo analogo ai BOT, il rendimento dei CTZ è dato dalla differenza tra il valore di rimborso ed il prezzo di emissione o di acquisto. Esso, tuttavia, è calcolato con il meccanismo della capitalizzazione composta, poiché la durata dei titoli supera l’anno.

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I rendimenti storici dei CTZ

In passato i CTZ hanno offerto ottimi rendimenti. In modo particolare durante la crisi del 2008, i Certificati arrivarono a pagare circa il 6% annuo, grazie anche alla inversione della curva dei tassi.

Oggi i bassi tassi di interesse hanno falciato anche i rendimenti dei CTZ, per cui questi titoli in questo momento di mercato hanno perso interesse. Tuttavia è bene stare pronti per quando le cose cambieranno.

La tabella che segue mostra i rendimenti lordi e netti dei CTZ negli ultimi anni:

rendimento ctz

La tassazione dei CTZ

Gli interessi dei CTZ, come per tutti i titoli di Stato, sono tassati al 12,50%. In modo particolare la tassa è pagata al momento del rimborso, attraverso la riduzione del valore accreditato in conto.

In breve esso sarà pari a cento meno l’imposta sugli interessi.

Quando investire in CTZ

Investire in CTZ ha senso quando i tassi a medio termine sono elevati, si vuole fare un impiego a medio termine del proprio denaro e si sfrutta il reinvestimento automatico dei proventi.

Grazie al fatto che non ci sono cedole, infatti, non si pone il problema del reinvestimento delle cedole. Questo permette una più efficace gestione dell’investimento se questo è realizzato per raggiungere un obiettivo specifico.

Cosa fare ora?

Nel 2019 tutti i CTZ disponibili sul mercato offrono rendimenti negativi. Quindi le ragioni per investire ora nel titolo non devono essere ricercate nei rendimenti.

Se deciderai di comprare i CTZ fai bene le tue valutazioni. A tal fine può aiutarti il percorso di formazione che trovi nei corsi A Scuola di Investimenti.

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Giacomo Saver- CEO di SegretiBancari.com

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