BTP green 2045 è il primo titolo di Stato emesso per finanziare le spese dello Stato a positivo impatto ambientale. Scopri se conviene investire.
Partito il BTP green 2045
Il BTP green 2045 è partito ufficialmente il 3 marzo 2021. Esso aveva una cedola dell’1,50% e scadenza 30 aprile. Si tratta di un bond valido, da inserire all’interno di un portafoglio diversificato? Prima di rispondere a questa domanda concentriamoci un attimo sulle caratteristiche del titolo. Occorre capire, infatti, come mai lo Stato italiano abbia fatto una svolta verde.
Dopo pochi giorni dal lancio il BTP verde sembrava non aver accolto il favore degli investitori. La sua performance sul mercato secondario, infatti, era del tutto simile ai titoli già in circolazione.
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Tuttavia, nel tempo, qualcosa è cambiato. Ed oggi il titolo di Stato verde sta attirando l’interesse degli investitori.
Caratteristiche fondamentali del BTP green
Il BTP verde è stata una novità del 2021, insieme con il BTP Short Term. Entrambi i titoli sono stati emessi in aggiunta a quelli collocati nelle normali aste dei titoli di debito previste dal calendario del MEF. Ecco, in breve, le caratteristiche salienti del titolo, con riferimento alla data del 3 novembre 2021.
Cedola del BTP green 2045
Gli interessi che il titolo paga sono fissi, in modo analogo a tutti gli altri BTP. La cedola annuale lorda è dell1,50%, che corrisponde ad un tasso netto dell’1,3125%. Gli interessi sono pagati due volte l’anno, il 30 aprile ed il 30 ottobre. Si tratta di un importo pari alla metà di quanto paga il BTP 1 settembre 2045 al 3,25%. Occorre però notare come questo secondo titolo sia stato emesso nel 2014.
Rendimento netto del BTP verde
Per capire se conviene investire nel BTP green 2045 bisogna partire dal rendimento. Esso, come è noto, tiene conto sia dell‘interesse “facciale”, ossia le cedole pagate, sia il prezzo di acquisto. Emesso intorno alla pari, con una quotazione di 99,168, oggi il titolo quota 96.
Secondo i calcoli di Fineco il rendimento effettivo netto a scadenza è dell’1,49%. Esso presenta pertanto un premio sia rispetto al BTP 1 settembre 2044 al 4,75% che rende l’1,21% netto, sia nei confronti del BTP 1 settembre 2046 al 3,25% che paga l’1,40% netto.
Occorre però notare come gli altri due titoli siano fiscalmente più efficienti. Infatti, grazie alla quotazione elevata, essi produrranno probabilmente una minusvalenza che si potrà usare per pagare meno imposte sui capital gain.
BTP green 2045: i rischi
Per capire quali siano i rischi del BTP verde è utile analizzare ciò che è accaduto nel recente passato. È noto, infatti, che al crescere del tasso di interesse richiesto il prezzo scenderà di conseguenza. A titolo di esempio il BTP green quotava, ad agosto 2021, 102,85. Il primo di novembre 2021 il prezzo è sceso fino a l minimo di 93,72.
Si tratta di un calo di circa il 9%, che neutralizza gli interessi di 6 anni e mezzo. E il ribasso potrebbe non essere finito.
Un rialzo dello spread, infatti, farebbe scendere ulteriormente le quotazioni del titolo, come accade con i bond a tasso fisso e scadenza molto lunga.
Andamento del BTP green 2045
Abbiamo visto come la quotazione del titolo verde sia scesa, nel corso dei mesi, fino ad un minimo di 93. Tuttavia l’appeal per il titolo è cresciuto, nello stesso arco di tempo. Ad ottobre 2021, infatti, si è tenuta la prima riapertura del BTP. Il MEF, in breve, ha collocato una seconda tranche del titolo che già era in circolazione.
350 investitori hanno richiesto il bond. La domanda complessiva di BTP verdi ha superato i 55 miliardi di euro, ossia 11 volte i cinque miliardi allocati. Gli investitori ESG (Environmental, Social and Governance) hanno sottoscritto quasi la metà del collocamento.
Interessante notare che il 70% del titolo è andato agli investitori esteri. Al contrario solo il 30% della seconda tranche è stato inserito nei portafogli italiani.
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Gli scambi sul titolo sono stati molto intensi già nei primi giorni di quotazione. Nei primi giorni, infatti, il BTP green 2045 ha scambiato 1,45 miliardi di euro, vale a dire il 17% dell’intero ammontare emesso che era pari a 8,5 miliardi.
A cosa serviranno i proventi del BTP verde
L’obiettivo che il MEF ha dichiarato, a proposito del BTP green, è la diversificazione delle fonti di finanziamento. I mercati finanziari, in definitiva, stanno imponendo agli operatori pubblici sfide corpose nel reperimento dei mezzi monetari. Ciò è tanto più vero per quegli stati molto indebitati come il nostro.
Inoltre gli investimenti verdi erano già stati previsti nel piano 2018-2020, al cui interno si trovano le linee guida per la transizione verso un’economia sostenibile. Lo Stato intende spendere il ricavato dal collocamento dei BTP green in progetti ambientali e rivolti all’efficientamento energetico.
BTP green vs BTP tradizionali
Prima di concludere è utile ricordare che il BTP verde è, a tutti gli effetti, un titolo di Stato con cedola fissa. A differenza delle altre tipologie di bond, come il BTP Italia o il BTP Futura che presentano caratteristiche particolari per ciò che riguarda la remunerazione, il titolo verde non ha variazioni del rendimento. Né prevede cedole agganciate ad un parametro.
L’unica differenza rispetto ad un titolo standard sta nel fatto che le somme ottenute sono destinate ad iniziative ambientali.
Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari